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Gli immigrati di Crotone tornano nei barconi

 

Immigrati di Crotone lasciano centro accoglienza e tornano nei barconi

28 mag 09 Non c'é pace per una ventina di immigrati afghani che, dopo una breve permanenza nel centro Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto (Crotone) sono tornati a vivere a bordo di vecchie carrette del mare dove, nei giorni scorsi, erano stati individuati ed accompagnati nella struttura di accoglienza. A destare preoccupazione c'é anche la situazione di una ventina di immigrati di varie nazionalità che da mesi vivono in precarie condizioni igienico-sanitarie su alcuni vagoni abbandonati nella stazione ferroviaria di Crotone. Nei giorni scorsi i volontari della croce rossa hanno individuato un gruppo di immigrati afgani che vivevano a bordo dei barconi, utilizzati per raggiungere le coste italiane, abbandonati nel porto di Crotone. La Croce rossa ha provveduto ad accompagnare gli immigrati nella struttura d'accoglienza di Isola Capo Rizzuto ed affidati alle cure dei volontari della Misericordia. Nel centro di accoglienza gli immigrati hanno ricevuto vestiti, generi di conforto e gli è stata assegnata una sistemazione negli alloggi predisposti al pernottamento. Una parte degli immigrati ha chiesto asilo politico mentre una ventina di loro, dopo qualche giorno, sono tornati a vivere a bordo di quelle vecchie navi abbandonate. "Allo stato attuale - ha detto il commissario della croce rossa di Crotone, Antonio Greco - non sappiamo il motivo per il quale questi immigrati hanno deciso di tornare a vivere su questi barconi. Loro sono liberi e quindi dal centro possono entrare ed uscire come vogliono. Però ora bisogna trovargli una sistemazione". Sono definite "disumane", invece, le condizioni in cui vivono altri venti immigrati che da alcuni mesi occupano alcuni vagoni ferroviari abbandonati. "Da oltre tre mesi - ha detto Greco - questi immigrati vivono in questa situazione. C'é gente malata e non hanno nessuna forma di sostentamento. Tutti sanno della loro presenza ma nessuno fa niente per aiutarli e nessuno, in questi mesi, ha deciso di intervenire. Le condizioni in cui vivono queste persone sono disumane". Il commissario provinciale della Croce Rossa di Crotone ha già predisposto per le prossime ore un sopralluogo per "offrire un primo aiuto a queste persone. Ora però è necessario che intervenga lo Stato per risolvere il problema"

Mantovano “Entro l'anno Cie in tutte le regioni”. "Noi intendiamo rendere effettive le espulsioni, che non devono essere virtuali con la semplice consegna di foglietti, ma per il reato di ingresso clandestino che abbiamo introdotto, è indispensabile la prosecuzione dei tempi massimi di permanenza nei CIE". Lo ha detto il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, incontrando i giornalisti dopo avere presieduto un vertice delle forze dell'ordine e della magistratura, nella Prefettura di Caserta. "L'apertura di Centri di identificazione ed espulsione in tutte le Regioni italiane, è perciò indispensabile - ha aggiunto - ed il progetto sarà realizzato entro l'anno". "La presenza di un Cie in un territorio - ha ancora spiegato Mantovano - è un elemento che eleva e non abbassa lo standard di sicurezza, perché garantisce la effettività dell'espulsione. Una minore disponibilità di posti nei CIE, infatti - secondo il sottosegretario - comporta che un certo numero di espulsioni non si faccia e si sostituisca con un foglietto che non serve a nulla. La presenza di un CIE in Campania, una delle regioni sprovviste, consentirebbe alle forze di polizia di evitare, in una vera caccia al tesoro, un posto disponibile in una struttura italiana, ma soprattutto a due rappresentanti delle forze dell'ordine di assentarsi anche per due o più giorni dal territorio".

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