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Processo contro le cosche di Crotone

 

Processo contro le cosche di Crotone: PM chiese sospensione custodia cautelare per 93. La Intrieri parte civile. Assente il pm Bruni

14 mag 09 La sospensione dei termini di custodia cautelare e' stata chiesta dal Pm della Dda di Catanzaro, Sandro Dolce, nei confronti dei 93 presunti esponenti delle cosche del crotonese, imputati del processo con rito abbreviato in corso a Catanzaro. Nel corso dell'udienza di stamani il Giudice per le udienze preliminari distrettuale del capoluogo calabrese ha anche fissato le date in cui si svolgerà il processo e si è riservato di decidere sulla richiesta del pubblico ministero. Il processo proseguirà il 3, 12 e 25 giugno quando saranno sentiti alcuni testimoni. Si proseguirà poi nelle udienze dell'1, 9 e 14 luglio con la requisitoria del pubblico ministero e l'intervento delle parti civili. Al processo si è giunti dopo l'udienza preliminare, voltasi il 6 aprile scorso, durante la quale il Gup ha ammesso il rito abbreviato per 93 indagati, ha rinviato a giudizio 33 persone e ne ha prosciolto altre due. Gli imputati sono presunti affiliati alle cosche Vrenna-Corigliano-Bonaventura e Macrì, che devono rispondere a vario titolo di associazione mafiosa, traffico di droga e armi e omicidio, e presunti affiliati ai clan Megna e Russelli di Papanice, frazione di Crotone, accusati di associazione mafiosa, traffico di droga e armi e estorsioni. Una parte del processo è dedicata anche alle presunte infiltrazioni delle cosche nel mondo della politica e l'interesse della criminalità organizzata nella costruzione del mega centro turistico 'Europaradiso'.

La Intrieri parte civile. "Le minacce di morte ad opera delle cosche mafiose del crotonese" hanno indotto l'ex parlamentare Marilina Intrieri, ora presidente dell'Udeur, "a costituirsi parte civile al processo Europaradiso". Il processo si è celebrato stamani con rito abbreviato nei confronti di 93 persone. Nel procedimento si era già costituita la Regione Calabria. L'avvocato che la difende, Cataldo Intrieri, ha sottolineato "come le reiterate minacce di morte subite dalla propria assistita fossero collegate alle sue accese critiche alla speculazione affaristica Europaradiso e come la condotta criminosa delle cosche tendesse a danneggiare la sua funzione istituzionale di difesa degli interessi pubblici essendo all'epoca l'onorevole Intrieri deputata in carica". "Ho sentito il dovere istituzionale di costituirmi parte civile - ha spiegato la presidente dell'Udeur - unitamente alla Regione Calabria, in questo processo di mafia per colmare il grave vuoto lasciato dalla indifferenza degli altri Enti, come Comune e Provincia di Crotone, che pure avrebbero dovuto avere a cuore gli interessi della popolo crotonese invece di dedicarsi alle solita bassa cucina preelettorale". L'esponente Udeur, è scritto in una nota, ha preannunciato, inoltre, "azione civile nei confronti di chi si rese responsabile della sua mancata ricandidatura al Parlamento per la XVI legislatura".

Assente PM Bruni. All'udienza di stamani del processo con rito abbreviato nei confronti di 93 presunti esponenti delle cosche del crotonese stamani era assente il pm di Crotone, Pierpaolo Bruni, che nelle settimane scorse è stato al centro di una polemica per la mancata applicazione alla Dda di Catanzaro che poi è stata concessa parzialmente solo per questo procedimento. Il provvedimento di applicazione della Procura generale di Catanzaro, secondo quanto si è appreso, prevede che Bruni non trascuri l'attività della procura ordinaria e che oltre a questo si occupi anche del processo agli esponenti delle cosche del crotonese. E stamani Bruni era assente dal processo a Catanzaro perché impegnato in attività di udienza al tribunale di Crotone. Il processo alle cosche del crotonese si è svolto, comunque, regolarmente e l'accusa è stata sostenuta solamente dal pm Sandro Dolce.

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