HOME, Torna alla pagina Indice
Citta' di Cosenza , Torna alla pagina Indice
Dir.resp. Pippo Gatto
Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .
Hinterland
 Rende
 Castrolibero
 Castiglione
 Servizi on Line
 Segnala i problemi 
 Famacie di Turno 
 Gare e Appalti 
 Bandi e Concorsi 
 Cinema 
 Scrivi alla Redazione 


 
 Turismo
 I Monumenti
 Mappa dell'Hinterland
 Centro Storico
 Notizie per i visitatori
 Rubriche
 Alimentazione
 Ambiente
 Attualità/Cronaca
 Consumatori
 Cronaca Rosa e Gossip
 Cultura
 Diritti del Cittadino
 Economia e Finanza
 Innovazione e Tecnologia
 Politica e Sociale
 Servizi Speciali e Dossier
 Sindacati
 Spettacoli
 Sport
 Partecipativi
 Chat
 Forum
 Scienza
 Informatica
 Innovazione
 Scienza
 Associazioni
 Salute
 Prevenzione
 Sanità e Salute
 Scuola e Giovani
 Scuola
 Musica
 Università




Previsioni: Epson Meteo

    Condividi su Facebook

Sequestrata a Vibo l'area di stoccaggio del carbone

 

Sequestrata l'area di stoccaggio del carbone a Vibo: è altamente tossica

18 mag 09 I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Catanzaro e la Guardia di finanza hanno sequestrato stamani a Vibo Marina un impianto di stoccaggio del Pet Coke e l'area dove il materiale viene depositato nei pressi del porto. Il provvedimento è stato disposto dal gip del tribunale di Vibo su richiesta della Procura della Repubblica della città calabrese. L'iniziativa della magistratura riguarda le modalità di stoccaggio del materiale ritenuto altamente tossico. Il materiale trasportato via mare con navi di grande stazza è utilizzato come combustibile nelle cementerie di Calabria e Sicilia.

Quattro avvisi di garanzia. Sono quattro gli avvisi di garanzia emessi nell'ambito dell'operazione che ha portato al sequestro di un deposito di pet-coke a Vibo Valentia. Il sequestro dell'impianto di stoccaggio del materiale, residuo della lavorazione del petrolio, è stato adottato a seguito di indagini condotte dai carabinieri del Noe e di agenti della stazione navale della Guardia di finanza avviate dallo scorso mese di settembre. Alla base del provvedimento c'é la presenza di ingenti quantitativi di pet-coke, materiale ritenuto altamente nocivo, che sarebbero stati stoccati senza adottare le necessarie misure per evitarne la dispersione nell'ambiente. Nel corso delle attività di monitoraggio e di osservazione compiuti i militari avrebbero accertato che in occasione dell'arrivo di due motonavi provenienti dagli Usa e dal Venezuela non sono state adottati gli accorgimenti necessari ad evitare che il materiale si disperdesse nell'ambiente. L'indagine ha messo in evidenza la presenza di polveri sottili, l'inadeguatezza delle barriere poste all'ingresso e l'inidoneità del sistema di raccolta delle acque. E' stato accertato, inoltre, che in fase di scarico e movimentazione all'interno del porto di Vibo le polveri di pet-cocke si sono depositate nell'ambiente circostante in violazione delle prescrizioni impartite dall'Autorità portuale che successivamente ha sospeso le attività di carico e scarico

Un pericoloso metodo di stocaggio. E' di 20 mila metri quadri l'area utilizzata come deposito di pet-coke sequestrata a Vibo Valentia nell'ambito dell'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica e condotta dai carabinieri del Noe e dalla stazione navale della Guardia di finanza. Il dato è emerso nel corso della conferenza stampa alla quale hanno partecipato il procuratore Mario Spagnuolo e dal sostituto Enrica Medori. Non sono stati resi noti i nomi delle quattro persone raggiunte da avvisi di garanzia per immissione di sostanze pericolose nell'ambiente. "Questo tipo di inchieste su problematiche complesse - ha detto Spagnuolo - attengono all'incolumità delle persone e secondo una logica che va a danno dei cittadini. Non si possono massificare i profitti a prescindere dalla salvaguardia dell'ambiente". "Quella del pet-coke - ha spiegato Medori - è una pericolosità non intrinseca ma legata alle modalità di stoccaggio. In questo caso non sono stati osservati i previsti protocolli di sicurezza". Nel corso dell'incontro con i giornalisti è stato riferito che l'impianto di stoccaggio del materiale utilizzato come combustibile nelle cementerie è stato ubicato a Vibo dopo che era stata rifiutata dalle autorità del Porto di Gioia Tauro l'ipotesi di allocarlo in quello scalo

Il pet coke è la feccia del patrolio. Il pet-coke è l'ultimo prodotto delle attività di trasformazione del petrolio e viene considerato lo scarto dello scarto dell'oro nero tanto da essersi guadagnato il nome di "feccia del petrolio". Per la sua composizione, comprendente oltre ad IPA (in particolare benzopirene) e metalli pesanti come nichel, cromo e vanadio (tutti cancerogeni e mutageni), va movimentato con cura per evitare di sollevare polveri respirabili. Il trattamento consistente in carico, scarico e deposito del pet-coke deve seguire le regole dettate dal decreto del Ministero della Sanità 28 aprile 1997 concernente il trasporto di sostanze pericolose, le stesse indicate in due precise ordinanze delle Capitanerie di Porto del '91, che impongono l'uso di innaffiatori per evitare la sollevazione in aria del pulviscolo, il divieto di scarico in condizioni ventose e l'uso di contenitori o teli isolanti per evitare la fuoriuscita di materiale sulla banchina o nel bacino.

Ass. Tripodi “Si faccia piena luce”. "Un grazie sentito agli investigatori con l'augurio che venga fatta piena luce sulla nuova inquietante vicenda riguardo lo smaltimento illecito in Calabria dei rifiuti nocivi e pericolosi per l'ambiente e la salute pubblica". E' quanto afferma in una nota l'assessore regionale all'Urbanistica e Governo del Territorio e segretario regionale del Pdci, Michelangelo Tripodi, circa l'operazione che ha portato al sequestrato a Vibo Marina di un impianto di stoccaggio del Pet Coke. "Dopo l'operazione - aggiunge - portata a termine nei giorni scorsi dal Corpo Forestale dello Stato sullo smaltimento di 100 mila tonnellate di rifiuti pericolosi prodotti dalla centrale Enel di Brindisi e illecitamente smaltiti nella frazione Lazzaro di Motta San Giovanni è di oggi un'altra notizia allarmante che mette in luce una problematica su cui è necessario tenere ben alta la guardia. Quello che sta emergendo è un quadro inquietante e bisogna plaudire a forze dell'ordine e magistratura che stanno incentivando le indagini contro tutti quei reati che mettono a rischio la salute dei cittadini e minacciano pericolosamente il territorio e l'ambiente". "La nostra regione - prosegue Tripodi - ha un territorio bellissimo che va necessariamente tutelato contro qualsiasi illecito da parte dell'uomo e delle associazioni criminali che si arricchiscono attraverso il traffico e lo smaltimento illecito dei rifiuti nocivi e pericolosi. Serve una forte controffensiva e tutti dobbiamo fare la nostra parte combattendo e denunciando qualsiasi illecito. La maggior parte dei successi conseguiti per la tutela dell'ambiente si deve a una intelligente, coraggiosa ed efficace attività di indagine amministrativa ma ancora c'é molta strada da fare. Se è vero che è cresciuta la sensibilità dell'opinione pubblica rispetto alla lotta all'illegalità ambientale, così come la preparazione di magistrati e forze dell'ordine, difendere l'ambiente è ancora troppo faticoso. I crimini ambientali, infatti, sono considerati spesso reati di serie B al punto che per chi li commette sono previste prescrizioni rapidissime e irrisorie sanzioni monetarie". "Per questo - conclude - è necessario che l'attività legale si traduca in una difesa sistematica della salute dei cittadini e del patrimonio naturale del paese punendo chi si macchia di simili e ignobili reati". .

Cerca con nell'intero giornale:

-- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

 

Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .

Copyright © dal 2004 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Reg. Trib. CS n.713 del 28/01/2004
Tutti i dati e le immagini presenti sul sito sono tutelati dalla legge sul copyright
Il loro uso e' consentito soltanto previa autorizzazione scritta dell'editore

Per una migliore visualizzazione del portale si consiglia uan risoluzione di 800x600 punti