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Arsenale scoperto a Gioia

 

Scoperto arsenale nella piana di Gioia: mitra, fucili ed esplosivo pronti all'uso. Pignatone "Sventato probabile scontro di cosche"

13 mag 09 Un arsenale che sarebbe stato nella disponibilita' della cosca Piromalli di Gioia Tauro è stato scoperto dalla polizia che ha arrestato due persone. Si tratta di una quindicina tra kalashnikov, mitragliette Stern, fucili a pompa trovati insieme ad esplosivo ad alto potenziale. L'operazione è stata condotta dagli investigatori della squadra mobile di Reggio Calabria e dal commissariato di Gioia Tauro. Le armi erano nascoste in un fondo agricolo ed erano in ottimo stato d'uso. Secondo gli investigatori, il sequestro delle armi potrebbe avere sventato il rischio di una ripresa dello scontro tra le cosche Piromalli e Molé, una volta alleate ma adesso entrate in conflitto tra loro.

PG Pignatone "Territorio sul filo del rasoio". "La piana di Gioia Tauro é uno dei punti nevralgici degli equilibri tra le varie famiglie di 'ndrangheta''. A sostenerlo è stato il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, in merito all'operazione della polizia che stamani ha portato, a Gioia Tauro, alla scoperta di un arsenale nella disponibilità delle cosche. "Lo scorso anno - ha aggiunto - ci son stati efferati delitti e poi alcune operazioni significative e numerosi arresti. La situazione mi sembra sul filo del rasoio con la creazione di nuovi equilibri o la riaffermazione di quelli esistenti. Sotto questo profilo, da un lato ci sono molte indagini in corso dall'altro queste operazioni di carattere preventivo sono estremamente importanti". "Si tratta - ha sostenuto Pignatone - di un quantitativo significativo di armi e di esplosivo. E' ovvio pensare che potessero essere utilizzati nell'ambito della continua e strisciante guerra di mafia che esiste nella piana di Gioia Tauro. Sotto questo profilo mi pare estremamente importante l'attività della polizia che ha sottratto alle cosche la disponibilità di questi strumenti di offesa estremamente temibili". "Le armi - ha concluso il procuratore di Reggio - erano pronte all'uso. naturalmente non abbiamo elementi per poter dire quale dovesse essere, oggi o domani, quest'uso. Comunque si trattava di armi in perfetta efficienza occultate con attenzione ma conservate in modo da poter essere immediatamente utilizzate".

Armi nel fondo di eredi fedelissimo Piromalli. Cinque fucili calibro 12, di cui uno a pompa ed altro a canne mozze, un mitra inglese Sten, un mitra Kalashnikov; una rivoltella e sei candelotti di esplosivo da cava del tipo primex 3300 del peso di circa mezzo chilo ognuno: sono le armi trovate e sequestrate dalla polizia a Gioia Tauro. Armi ed esplosivi erano contenuti in dei fusti interrati in un fondo di proprieta' degli eredi di Rocco Albanese, ucciso il 12 marzo 2005 in un agguato, mentre era a bordo della propria autovettura insieme alla moglie, che rimase illesa, e considerato dagli investigatori un "fedelissimo" del boss Giuseppe Piromalli, detto "don Peppino", considerato il patriarca della omonima famiglia mafiosa. Nel corso dell'operazione, condotta da personale della squadra mobile di Reggio Calabria, del Commissariato di Gioia Tauro e del Servizio centrale operativo, sono stati trovati anche due passamontagna, tre panetti di hascisc per un peso di circa 802 grammi. Nell'abitazione posta sul fondo sono stati trovati una cinghia per fucile, un kit per la pulizia dei fucili, ed una molla di recupero per fucile. La polizia ha arrestato, per di detenzione illegale di armi ed esplosivo, Domenico Albanese, di 20 anni, e la madre Teresa Guerrisi, di 40. Le indagini sono volte adesso a verificare l'eventuale coinvolgimento degli arrestati e l'utilizzo delle armi in episodi delittuosi consumati nella zona di influenza della cosca Piromalli. .

 

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