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Il Tribunale cambia nome a bimba

 

La chiameremo Andrea, no, Giulia. Il Tribunale impone il cambiamento del nome ad una bimba

13 mag 09 A continuare nel chiamarla Andrea saranno ancora i suoi compagni di giochi e, solo a casa, papà e mamma. Ma negli atti ufficiali una bambina di cinque anni nata in Francia e che ora è residente in Calabria con i genitori italiani tornati in patria non avrà più quel nome "equivoco": si chiamerà Giulia. Anzi Giulia Andrea. Così almeno hanno deciso i giudici del tribunale di Catanzaro, accogliendo l'istanza di rettificazione del nome presentata dalla procura, poiché il nome deve "corrispondere al sesso". Ma anche questo nuovo "battesimo" con il nome Giulia anteposto a quello datole dai genitori potrebbe non essere definitivo. I giudici hanno infatti deciso di unire il nome tipicamente femminile, Giulia, a quello che si porta dietro dal 2004, Andrea, in via provvisoria: i genitori avranno trenta giorni di tempo per sceglierne, se lo vorranno, un altro, ovviamente altrettanto femminile. Il tribunale di Catanzaro, nel decreto che dispone la nuova identità della piccola, ha ampiamente argomentato, tra l'altro, il fatto che Andrea è un nome normale Oltralpe per una femmina, ma in Italia può essere dato solo ad un maschietto. I giudici del capoluogo calabrese hanno ricordato che secondo il dpr 396 del 2000 "il nome del bambino deve corrispondere al sesso" e che è vietata l'assegnazione di "nomi ridicoli o vergognosi". Insomma i genitori non hanno diritto potestativo alla attribuzione al minore del nome che desiderano: il diritto al nome è soggettivo e incomprimibile della persona che lo porta che, al momento della nascita, non è però in grado di sceglierlo. Ed allora sono i suoi rappresentanti legali ad indicarlo. Lo Stato può intervenire per rettificarlo se la scelta dei genitori non corrisponde all'interesse del minore e, anzi, può arrecargli pregiudizio. Si tratta di paletti, ricordano i giudici, che "non comprimono il diritto del genitore, ma lo condiziona", ad esempio anteponendo un nome primario a nomi di "valenza equivoca", ad esempio per gli uomini Francesco Maria o Giovanni Maria. E poiché Andrea, secondo i dati Istat ai quali il decreto dei giudici di Catanzaro fa riferimento, è il terzo nome più diffuso in Italia, per ora la piccola si chiamerà Giulia Andrea: cioé con l'anteposizione del nome tipicamente femminile a quello contestato. I giudici, tra l'altro, escludono che "possa essere un'autorità giudiziaria a scegliere, nella fase di rettifica il nome del minore", poiché così sono anche orientati i trattati e le convenzioni internazionali in materia. Che però impongono al giudice di "procedere con prontezza" in questi casi. Ecco dunque il nome provvisorio di Giulia, anche in considerazione delle indagini dell'Istat: se Andrea è al terzo posto in Italia come nome per i maschietti, Giulia è al terzo posto per le femminucce. Quindi Giulia Andrea. Il caso è stato sottoposto alla procura di Catanzaro dal comune calabrese nel quale la famigliola aveva deciso la propria residenza al rientro dalla Francia.

 

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