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La ndrangheta a Milano

 

Il Gup di Milano ha inflitto sei anni al figlio del boss Papalia “Su Buccinasco clima opprimente”

28 mag 09 Su Buccinasco, comune alle porte di Milano, gravava un ''clima opprimente" in relazione a "tutti i lavori privati e pubblici che implicavano il movimento terra" e sul territorio "proseguono attualmente forme di controllo e di imposizione illegali di tipo mafioso". Lo scrive il gup di Milano Simone Luerti nelle motivazioni della sentenza con la quale ha condannato, con rito abbreviato, a sei anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione Pasquale Papalia, figlio del boss della 'ndrangheta Antonio (detenuto in regime di carcere duro). Per altre sei persone, ritenute le nuove leve della cosca Barbaro-Papalia, attiva nei comuni a sud del capoluogo lombardo, nelle scorse settimane e' cominciato il processo davanti ai giudici della VII/a Sezione penale del Tribunale di Milano. Nelle oltre 130 pagine di motivazioni, il giudice parla della cosca al centro del procedimento come di "un caso tipico di 'nuova mafia'" che sfrutta "la propria forza e capacità di intimidazione per collocarsi in una posizione privilegiata ed esclusiva del mercato, sbaragliando la concorrenza, imponendo il proprio monopolio di fatto e condizionando i prezzi". E di fronte a questa situazione, prosegue il gup, ''la realtà sociale ed economica (...) percepisce nettamente la pressione (...) e, con fare tipico degli ambienti prossimi alla mafia, 'si adatta' più o meno opportunisticamente". Nelle motivazioni vengono anche riportate le dichiarazioni di un ex capo dell'ufficio tecnico del Comune di Buccinasco che spiega come "nella zona di Buccinasco, Assago e Corsico l'attività di movimento terra è monopolio di alcune famiglie calabresi quali i Barbaro, i Papalia, i Sergi". Sempre nelle motivazioni, vengono citate le parole di un imprenditore che parla del "continuo scarico abusivo (...) di terra e macerie, che contenevano anche materiali inquinanti come l'eternit". Si fa inoltre riferimento alle minacce ricevute dall'ex sindaco Maurizio Carbonera, quando amministrava Buccinasco, e il giudice spiega: "Gli ufficiali del Gico segnalavano di avere appreso che Barbaro Salvatore ed il padre Domenico avevano esercitato pressioni nei confronti del Sindaco Carbonera, al fine di ottenere l'assegnazione dei principali lavori di movimento terra appaltate dal comune". Al suo rifiuto, "seguiva dopo qualche giorno" l'incendio della sua autovettura. Da quel momento - scrive ancora il gup - "temendo per la propria incolumità, il Sindaco avrebbe cominciato a cedere alle richieste della famiglia Barbaro, che sarebbe risultata aggiudicataria di numerosi lavori appaltati dal Comune".

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