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Inchiesta su due centrali a turbogas, 16 indagati

 

Inchiesta della Procura di Crotone sul finanziamento di due centrali a turbogas. Tra i 16 indagati l’ex ministro Pecoraro Scanio, l’ex Governatore Chiaravalloti, l’ex assessore Tommasi e l’on Pino Galati

13 lug 09 La "creazione di un sistema mirato a controllare e filtrare, anche con condotte concussive, l'accesso a finanziamenti pubblici e all'ottenimento di autorizzazioni di tipo propedeutico e/o finali (di carattere regionale e statale) nel settore dell'energia". E' quanto viene ipotizzato dalla Procura di Crotone nel decreto di perquisizione emesso nell'ambito dell'inchiesta su presunte irregolarità nei finanziamenti per la costruzione della centrale elettrica a turbogas di Scandale, nel crotonese, e di quella di Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria.
16 gli indagati Tra loro l'ex ministro all'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, dei Verdi, e l'ex sottosegretario alle Attività produttive, Giuseppe Galati, del centrodestra, Nella stessa inchiesta risultano indagati anche l'ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, del centrodestra, e l'ex assessore all'Ambiente della Regione Calabria, Diego Tommasi, dei Verdi. Il pm titolare dell'inchiesta, Pierpaolo Bruni, ha disposto dieci perquisizioni che sono istate eseguite da parte dei carabinieri della Compagnia di Crotone in collaborazione con la guardia di finanza. Tra gli indagati figurano anche vari imprenditori. Le accuse ipotizzate, a vario titolo, sono quelle di associazione a delinquere, concussione, falso, truffa, ricettazione, e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete.
Secondo la Procura, il sistema prevedeva il pagamento di tangenti che finivano sui conti di società estere. In particolare, secondo l'ipotesi accusatoria, "soggetti aventi ruoli istituzionali" avrebbero favorito "solo taluni imprenditori al conseguimento di autorizzazioni alla realizzazione ed all'esercizio di centrali elettriche in Calabria, nonché all'accesso alla contrattazione programmata, (nello specifico avente ad oggetto la realizzazione di una filiera energetica in Scandale), realizzando, in tal modo, provviste di denaro oggetto di spartizione tra gli indagati attraverso la gestione di società offshore, senza tralasciare la distrazione delle somme di danaro anticipate dal Ministero competente per la realizzazione della filiera energetica".

Perquisiti uffici e abitazioni di dirigenti e politici. Le dieci perquisizioni disposte dalla Procura di Crotone nell'ambito dell'inchiesta su presunti illeciti nei finanziamenti per la costruzione della centrale elettrica di Scandale non hanno riguardato né l'ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio, né l'ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Chiaravalloti e né l'ex sottosegretario Giuseppe Galati. Sono stati perquisiti, invece, gli uffici e le abitazioni dell'ex assessore regionale all'ambiente Tommasi; dei un dirigente regionale; del capo della segreteria dell'ex sottosegretario Galati; di una consulente di Galati all'epoca in cui era sottosegretario; del titolare della Power Consulting Company; di Egidio Pastore, collaboratore di Tommasi; del'ex segretario del Commissario per l'emergenza ambientale in Calabria;e del giudice del Tar di Catanzaro

Indagine riguarda due centrali-Sono due le centrali elettriche al centro dell'inchiesta condotta dalla Procura di Crotone su presunte irregolarità nella gestione dei fondi pubblici. Infatti, oltre che sulla centrale a turbogas di Scandale (Crotone), la Procura sta indagando anche sulla costruzione di quella di Rizziconi (Reggio Calabria). Per quanto riguarda la centrale di Scandale, gli inquirenti ipotizzano che l'ex sottosegretario alle Attività produttive Giuseppe Galati e l'ex presidente della Regione, Giuseppe Chiaravalloti, d'intesa con Roberto Mercuri e Annunziato Scordo, amministratori della società Pianimpianti, tutti considerati soci occulti delle società anonime di diritto lussemburghese Finindint e Fecoffee, e Aldo Bonaldi, ritenuto l'amministratore di fatto della Eurosviluppo Elettrica e della sua controllante Societe Financiere Cremonese di diritto lussemburghese e amministratore di fatto del Consorzio Eurosviluppo Scarl, avrebbero favorito l'ottenimento, nel maggio 2004, dell'autorizzazione unica alla realizzazione ed all'esercizio della centrale a turbogas di Scandale nei confronti della società Eurosviluppo Elettrica. Gli indagati, secondo l'accusa, avrebbero lucrato "indebitamente 28,6 milioni di euro quale anticipazione sul prezzo totale di 38,6 mln, dalla vendita della Eurosviluppo Elettrica, prezzo oggetto di attività di spartizione tra gli associati attraverso la cessione alla S.F.C. di Bonaldi, di pacchetti azionari della Eurosviluppo Elettrica posseduti dalla Finindint e dalla Fecoffee". In merito alla centrale di Rizziconi, secondo l'accusa, sarebbe stato stravolto un parere espresso il 15 dicembre 2004 dal Nucleo valutazione impatto ambientale regionale a favore del progetto di costruzione di centrale presentato da Calabria Energia in favore del progetto presentato da Rizziconi Energia, che aveva avuto una valutazione di non compatibilità con l'ambiente e il territorio.

L'ombra della massoneria. Una delle accuse ipotizzate dalla Procura di Crotone nei confronti dell'ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Chiaravalloti e del giudice del Tar di Catanzaro Giovanni Iannini è quella di violazione della Legge Anselmi sulle associazioni segrete. Entrambi sono accusati di avere "partecipato a una loggia massonica la cui finalità occulta è quella di porre in essere condotte dirette ad interferire sull'esercizio delle pubbliche amministrazioni anche giudiziarie". In particolare l'accusa si riferisce a due udienze del Tar della Calabria, sezione di Catanzaro, presiedute da Iannini nei cui confronti viene ipotizzata anche l'accusa di abuso d'ufficio. Iannini, secondo l'accusa, nel corso dell'udienza del 27 gennaio 2006 dichiarò inammissibile l'impugnazione degli atti relativi all'autorizzazione della centrale di Scandale rilasciata in favore della Eurosviluppo Elettrica e nel corso di quella del 25 maggio 2007 rigettò il ricorso presentato da Crotone Power contro il decreto di autorizzazione alla realizzazione della centrale di Eurosviluppo Elettrica. Inoltre, sempre alla stessa data, con altra sentenza, dichiarò inammissibile il ricorso presentato da Calabria Energia contro Edison per una centrale a Pianopoli. Così facendo, secondo l'accusa ipotizzata nel decreto di perquisizione, arrecò "un danno ingiusto alle società Crotone Power Development e Calabria Energia al fine di procurare un ingiusto vantaggio alle società Rizziconi Energia e Eurosviluppo Elettrica, quest'ultima in maniera particolare d'interesse, tra gli altri, proprio del presidente Chiaravalloti"

PM Bruni "Un sistema che filtrava accesso a finanziamenti". La "creazione di un sistema mirato a controllare e filtrare, anche con condotte concussive, l'accesso a finanziamenti pubblici e all'ottenimento di autorizzazioni di tipo propedeutico e/o finali (di carattere regionale e statale) nel settore dell'energia". E' quanto viene ipotizzato dalla Procura di Crotone nel decreto di perquisizione emesso nell'ambito dell'inchiesta su presunte irregolarità nei finanziamenti per la costruzione della centrale elettrica a turbogas di Scandale, nel crotonese, e di quella di Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria. Secondo la Procura, il sistema prevedeva il pagamento di tangenti che finivano sui conti di società estere. In particolare, secondo l'ipotesi accusatoria, "soggetti aventi ruoli istituzionali" avrebbero favorito "solo taluni imprenditori al conseguimento di autorizzazioni alla realizzazione ed all'esercizio di centrali elettriche in Calabria, nonché all'accesso alla contrattazione programmata, (nello specifico avente ad oggetto la realizzazione di una filiera energetica in Scandale), realizzando, in tal modo, provviste di denaro oggetto di spartizione tra gli indagati attraverso la gestione di società offshore, senza tralasciare la distrazione delle somme di danaro anticipate dal Ministero competente per la realizzazione della filiera energetica".

CGIL “Avevamo denunciato una truffa”. "Il 24 luglio il segretario nazionale della Fiom, Giorgio Cremaschi, sarà a Scandale a fare un'assemblea con i lavoratori e decidere insieme a loro come continuare questa battaglia". Ad annunciarlo, in un comunicato, il segretario generale della Fiom Cgil Calabria, Mario Sinopoli. "Gli avvisi di garanzia - prosegue - inviati a personaggi eccellenti della politica locale e nazionale emessi dalla Procura della Repubblica di Crotone non ci colgono di sorpresa né tantomeno ci stupiscono". "Infatti - aggiunge - la Fiom a tutti i livelli, nazionale, regionale e provinciale, insieme alla Cgil calabrese e a quella di Crotone nell'aprile del 2007 presentarono all'allora procuratore capo della Repubblica, Franco Tricoli, un esposto-denuncia dettagliatissimo in cui si chiedeva di far luce sui finanziamenti in corso al consorzio Eurosviluppo Scarl relativamente non solo alla costruenda centrale a gas di Scandale, ma a tutti quei manufatti (pastificio, serre, conservificio ecc.) industriali nonché a tutti i finanziamenti per le opere infrastrutturali che avrebbero dovuto dare a regime lavoro a circa 400 lavoratori e che a tutt'oggi non hanno prodotto un solo posto di lavoro". "L'inchiesta in corso - prosegue - e i gravissimi reati lì ipotizzati ci dicono che avevamo visto giusto nel denunciare l'ennesima truffa a danno dei lavoratori calabresi e dello sviluppo produttivo di questa regione. Chiediamo alla magistratura di andare fino in fondo nell'accertamento della verità, colpendo i responsabili di eventuali reati". "Da parte nostra - conclude - continueremo la battaglia in difesa degli interessi dei lavoratori e delle popolazioni di quella provincia che si vedono negata l'ennesima possibilità di uno sviluppo produttivo che possa garantire soprattutto ai giovani un futuro migliore".

Consulente chiama in causa Pecoraro Scanio. L'accusa di concussione ipotizzata dalla Procura di Crotone nei confronti dell'ex ministro all'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio e dell'ex assessore all'Ambiente della Regione Calabria, Diego Tommasi, entrambi dei Verdi, trova spunto dalle dichiarazioni del consulente e procuratore legale della società Crotone Power Development, Antonio Argentino. Quest'ultimo, deponendo davanti al pm di Crotone Pierpaolo Bruni, ha riferito che Egidio Pastore, all'epoca collaboratore di Tommasi e componente della commissione Valutazione impatto ambientale nazionale, e Antonio Principe, quale segretario dell'epoca del Commissario per l'emergenza ambientale in Calabria, avrebbero chiesto somme di denaro "attraverso false consulenze a favore di società riconducibili a Tommasi e Pecoraro Scanio" allo scopo di "assicurare il buon esito del progetto di realizzazione di una centrale elettrica a cura della Crotone Power Development". Principe e Pastore, inoltre, secondo quanto riferito agli inquirenti da Argentino, gli avrebbero fatto poi un'ulteriore richiesta di 40 mila euro nel corso di un incontro avvenuto il 16 luglio 2006 a Schiavonea di Corigliano (Cosenza). Richieste alle quali Argentino, come ha riferito al pm, si è rifiutato di aderire.

Pecoraro Scanio “Totalmente estraneo”. L'ex ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, appreso dagli organi di stampa di un'indagine della procura di Crotone che lo vede coinvolto, ha dato mandato al suo avvocato Paola Balducci di presentare querela per calunnia "contro chiunque abbia cercato di accostare il suo nome a fatti rispetto ai quali è totalmente estraneo". Pecoraro sottolinea come da ministro dell'ambiente non si é mai occupato di finanziamenti "e meno che meno a centrali a turbogas". L'ex ministro si dice inoltre "a disposizione della procura di Crotone per qualunque chiarimento sui fatti in questione rispetto ai quali, ribadisce, è completamente estraneo".

Chiaravalloti “Ignoro di cosa si tratti”. "Ignoro totalmente di cosa si tratti". Così, l'ex presidente della Giunta regionale, Giuseppe Chiaravalloti, commenta l'inchiesta sui fondi per centrale a turbogas di Scandale e Rizziconi. "Non ho ricevuto nulla - aggiunge - e sono tranquillo. In relazione a quello che verrà fuori, reagirò adeguatamente".

Galati "Ho chiesto di essere interrogato". Il parlamentare del Pdl, Giuseppe Galati, è detto in una nota, "in relazione alle notizie apprese dagli organi di stampa, circa l'esistenza di un'indagine penale presso la Procura di Crotone, ha inoltrato, attraverso i suoi difensori, richiesta di essere immediatamente sottoposto a interrogatorio formale". La richiesta, si aggiunge nel comunicato, è stata fatta "per potere fugare, in quella sede, qualunque dubbio circa l'inesistenza di qualsivoglia coinvolgimento nei fatti ipotizzati". "Dalla lettura delle notizie di stampa circa un mio presunto coinvolgimento nell'inchiesta di Crotone, rilevo ancora una volta come siano infondate le accuse nei miei confronti" ha aggiunto il deputato del Pdl Giuseppe Galati tornando, con una nuova dichiarazione, sull'indagine della Procura di Crotone. "Siamo - ha aggiunto - nel campo dei teoremi e dei pregiudizi che bene ispirati vogliono modificare in direzione, non sappiamo ancora di chi, il corso della politica regionale. L'attività politico-elettorale mia e della mia componente, evidentemente, non va nella direzione di alcuni interessi. Dispiace che la politicizzazione, di una parte, della magistratura voglia invertire la libera scelta dei percorsi democratici della Regione". "Abbiamo sufficiente dignità e tenacia - ha sostenuto Galati - per resistere alle scelte di una parte della magistratura che ci attacca sempre con gli stessi ed identici teoremi e che vuole negare liberi diritti politici ad alcuni e costruire alterate carriere politiche. Vale la pena di sottolineare che non sempre la costruzione di ipotesi accusatorie fantasiose comporti un risultato politico favorevole a chi lo propone". "Sono certo che anche in questo caso - ha concluso Galati - le accuse che mi vengono rivolte, nella loro paradossale enormità, si sgretoleranno lasciando spazio alle verità dei fatti e alla volontà popolare".

Tommasi “Denuncio chi mi ha citato”. "In merito al provvedimento emesso dalla Procura di Crotone, consapevole di essere totalmente estraneo ai fatti ipotizzati e confidando sull'operato della Procura inquirente, ho immediatamente chiesto, per tramite del mio legale, di essere sentito dagli inquirenti e procedere a mia volta a denunciare per calunnia chiunque abbia speso il mio nome nell'ambito dei fatti ipotizzati". A sostenerlo è l'ex assessore all'Ambiente della Regione Calabria, Diego Tommasi, indagato nell'inchiesta sull'utilizzo dei fondi per la costruzione della centrale a turbogas di Scandale.

Mercuri “Estraneo ai fatti, presto verità”. "Apprendo oggi dalle agenzie di stampa di essere una delle persone indicate nel provvedimento della Procura della Repubblica di Crotone. Per quanto mi riguarda, l'indagine non potrà che terminare con una richiesta di archiviazione per insussistenza dei fatti addebitatimi". Lo dichiara, in una nota, Roberto Mercuri coinvolto, come uno degli amministratori della società Pianimpianti, nell'indagine su presunte irregolarità nella gestione dei fondi pubblici per la costruzione di due centrali elettriche in Calabria. "Non ho mai dato tangenti a chicchessia, non ho mai ricevuto né, tantomeno, distratto fondi pubblici, non sono mai stato socio occulto in società né italiane né di qualsiasi altra parte del mondo - dichiara Mercuri -. Auspico per questo, e ne sono fiducioso, una rapida attività investigativa che accerti la verità".

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