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A rischio la spesa sanitaria nel 2010

 

A rischio spesa sanitaria nel centro sud, disavanzo per il 2010. Governatori chiedono confronto su commissariamenti. Calabria maglia nera dell'assistenza

24 lug 09 Conti in rosso, un sistema spesso inefficiente (nonostante punte di eccellenza) e la "grave" crisi finanziaria: tre fattori che se mescolati possono produrre "un effetto devastante nel 2010" sulla sanità in Italia e in particolare su quella del Centro-Sud. Il giorno in cui il governo decide di commissariare il settore sanitario in Campania e Molise (prossimamente potrebbe toccare alla Calabria) un documento riservato del ministero del Welfare mette in fila i numeri e lancia l'allarme. Quello che i tecnici definiscono "disavanzo strutturale" nel solo campo della sanità in Italia si aggira intorno ai 4 miliardi, di cui l'83,39% è sulle spalle delle Regioni che vanno dal Lazio in giù. Una quota pari a 3,2 miliardi che impone al governo di "serrare le fila - avvertono gli esperti - per recuperare le aree di inefficienza ed inappropriatezza storica". Chi fa peggio è il Lazio (-1,7 mld), seguito subito dopo dalla Campania (-554,5), dalla Sicilia (-351), dalla Puglia (-212) dalla Calabria (-160) e dalla Sardegna (-109). Poi ci sono le regioni più piccine che pure hanno il segno meno: l'Abruzzo ha un disavanzo di 99 milioni, mentre quello del Molise è a quota 80,5. Ultima la Basilicata con un disavanzo di 17,4 milioni. Dati, spiega il documento, "che assumono dimensioni preoccupanti non solo come entità della spesa ma anche come dinamica che procede negli anni a ritmi dal 4% al 6%, di gran lunga sopra l'inflazione del Pil". Tale "effetto può essere devastante nel 2010 - si evidenzia quindi nel documento - in presenza di un netto calo incrementale delle risorse destinate alla sanita". Rischio alto dal momento che nel 2009 i finanziamenti sono a quota 102.683 e salgono solo a 103.945 l'anno prossimo. La base di partenza è dunque poco solida, ma anche le soluzioni individuate, soprattutto per le due Regioni commissariate, non sembrano avere fondamenta sulle quali poter costruire. I tecnici che hanno messo a punto il dossier spiegano ad esempio che la Campania e il Molise avrebbero bisogno rispettivamente di una "manovra" da 881 milioni di euro e da 44 milioni di euro. Manovra che però "non risulta garantita". Anche perché le amministrazioni locali non possono certo, mettono le mani avanti gli esperti, intervenire aumentando ancora le tasse. A peggiorare il quadro infine occorre aggiungere "sistemi contabili e informativi regionali che sarebbero indispensabili ma che sono inaffidabili" e "l'indebitamento altissimo delle aziende erogatrici di servizi sanitari ospedalieri e territoriali". Una gestione economica inefficiente spesso si accompagna a una gestione dei servizi che lascia a desiderare. La maglia nera per la 'qualita'' è della Calabria. Due gli indici in base ai quali viene stilata la classifica: quello di 'attrazione' e quello di 'fuga', che insieme definiscono la mobilità dei pazienti fra le regioni italiane. Risultato, dal Sud si scappa (fa eccezione il Molise sul fronte delle strutture private): la Calabria ottiene un saldo negativo pari a 12, seguita dalla Puglia (-4,46) e dalla Campania (-4,14). Mettendo insieme le informazioni emerge dunque un eccesso di 'ospedalizzazione'' al Sud e una forte carenza nella capacità di fornire assistenza domiciliare: il tasso di ospedalizzazione per i pazienti 'acuti' in Italia si attesa intorno al 133,70 e in Lombardia è di 130,5, mentre da Roma in giù oscilla tra i 176,6 dell'Abruzzo e i 144,6 del Lazio (la Campania è a quota 157,6, il Molise è a quota 165,9). Per contro, i posti letto per gli anziani in Lombardia sono 2.898 mentre in Campania sono 42, in Puglia 68, in Sicilia 79, in Calabria 267, nel Lazio 437. E non va meglio per il cosiddetto indice di 'case mix', vale a dire la complessità dei casi trattati, che nel centro-sud "é mediamente del 15%-20% inferiore alla Lombardia e del 10% alla media nazionale" (i più inefficienti di tutti sono la Calabria e la Campania). Idem la "degenza media pre-operatoria, che evidenzia la tempestività ed efficacia della diagnosi e degli accertamenti e che è mediamente superiore - si legge nel dossier - del 20-30% al dato nazionale che è pari a due giorni"

Governatori chiedono il confronto sul commissariamento. La decisione del Consiglio dei Ministri di commissariare il Molise e la Campania e lo scenario delle regioni del centro sud che emerge da un documento riservato del ministero del Welfare mal dispone i governatori che da mesi ormai denunciano non poche difficoltà nei rapporti con il governo. Il presidente della conferenza delle regioni, Vasco Errani, sostiene che in questo modo il governo cerca la rottura facendo intendere che è tutto da vedere. In materia di sanità la conferenza delle regioni ha chiesto in più occasioni un incontro con il premier (mancano all'appello 7 miliardi di euro) che ancora non è stato fissato ed ora che dopo mesi sia la conferenza Unificata sia la Stato-regioni sono state riconvocate per mercoledì, sembra incerta la loro partecipazione. Errani non condivide la decisione del governo e sostiene che "si poteva e si doveva seguire un'altra strada. C'era l'impegno a svolgere un confronto politico di merito, che invece, non si é tenuto. Mentre c'erano le condizioni per giungere ad un accordo in grado di garantire un'efficace gestione dei piani di rientro ed azioni coerenti e tempestive. Si è scelta invece - sottolinea Errani - una strada che di fatto delinea un comportamento differenziato fra situazioni in qualche modo e in partenza analoghe". Si aggiunge il fatto che nel decreto anti-crisi risulta che non siano state introdotte le modifiche chieste dalle regioni sulla sanità: "ciò aggrava ulteriormente la situazione, nonostante l'impegno profuso dal Ministro per i Rapporti con le Regioni. Non capisco - ha concluso Errani - perché si voglia procedere pervicacemente, e unilateralmente, sulla strada di una rottura che porta solo danni al Paese e non assicura l'efficacia delle azioni di governo". Di diverso avviso il presidente del Molise, Michele Iorio, il quale sostiene che da questo momento ha tutti gli strumenti per intervenire con rapidità e determinazione nel riordino del Sistema. "Nei prossimi mesi - afferma - conto di raggiungere alcuni risultati importanti e alla fine di settembre verificheremo quanto fatto. L'obiettivo è quello di dare una sanità sempre migliore, più diffusa sul territorio privilegiando le cose buone e cercando di aiutare a migliorare quelle meno efficienti". "E' stato fatto quello che secondo me era più giusto fare". E'il commento del presidente della Calabria, Agazio Loiero. "Non dobbiamo dimenticare che il presidente della Regione è una delle cariche più importanti dello Stato. Ha un'elezione diretta di rango costituzionale". In Campania le reazioni non sono state positive: la giunta regionale definisce la decisione del cdm "sbagliata e una evidente forzatura istituzionale. Mentre il presidente della Commissione regionale Sanità, Angelo Giusto sostiene che la politica dei commissariamenti si è sempre dimostrata fallimentare. "Quando un territorio va in difficoltà la risposta non può essere licenziare la politica e nominare un commissario - spiega - A pagare, alla fine, saranno le persone in carne ed ossa, il diritto alla salute. Per l'assessore regionale alla Sanità Mario Santangelo "il commissariamento non è affatto un atto dovuto. Rappresenta invece un grave strappo nei rapporti istituzionali tra Governo e Regioni, dettato da motivazioni tutt'altro che tecniche".

Calabria maglia nera nell'assistenza. E' la Calabria la regione del centro-sud che fa peggio se si valuta la 'qualita' dell'assistenza" nel centro-sud: è quanto emerge da un documento riservato elaborato dal ministero del Welfare e che analizza la situazione del settore sanitario nel centro-sud. Il risultato emerge mettendo a confronto due indici: quello di 'attrazione' e quello di 'fuga'. "Si è utilizzato - viene spiegato - un parametro molto elementare relativo alla mobilità interregionale dei pazienti interpretando come gradimento o insoddisfazione dei servizi offerti all'interno o all'esterno della regione". Indice di attrazione per la Calabria è solo di 2,92 mentre quello di 'fuga' è di 14,86(con un saldo pari a -11,94). Seguono, a distanza ma sempre con il segno meno, la Puglia e la Campania: il saldo è rispettivamente di -4,46 e -4,14. Il Molise invece si attesa a quota 1,29: la regione, si evidenzia, ha un forte indice di attrazione (23,8) perché accanto ad "un sistema pubblico deficitario si registra la presenza di eccellenze ospedaliere soprattutto private". Stesso ragionamento vale, si aggiunge, per Roma e l'Abruzzo.

Loiero “Giusto affidare commissariamento a presidenti”. "E' stato fatto quello che secondo me era più giusto fare". Così il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, ha risposto ad una domanda dei giornalisti sulla decisione del Consiglio dei ministri di affidare il commissariamento della sanità in Campania e Molise ai presidenti delle rispettive Regioni. "Non dobbiamo dimenticare - ha aggiunto - che il presidente della Regione è una delle cariche più importanti dello Stato. Ha un'elezione diretta di rango costituzionale. Quindi, la cosa più logica e giusta è che il commissariamento sia affidato ai presidenti di Regione". "Che senso avrebbe - ha concluso - spogliare di sovranità un territorio su cui già la cittadinanza ha investito?".

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