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Traffico di reperti archeologi scoperto su e-bay

Il NPTC dei CC scopre traffico di reperti archeologici su e-bay. Sequestrati 13.000 pezzi per 3 mln di euro

31 lug 09 Oltre 13mila reperti archeologici sono stati sequestrati dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale della Calabria comandata dal Capitano dei CC Raffaele Giovinazzo con sede a Cosenza. L'operazione, denominata "Archeoweb" e coordinata dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, ha visto i militari impegnati in decine di perquisizioni eseguite in tutta Italia. Tra i reperti anche pezzi risalenti al quarto secolo avanti Cristo

Tra i reperti pezzi del IV sec AC. Sono oltre 13 mila i reperti archeologici, alcuni dei quali risalenti al quarto-quinto secondo avanti Cristo, sequestrati dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza nel corso di 48 perquisizioni effettuate in varie regioni. Tra i beni sequestrati, che hanno un valore stimato di circa tre milioni di euro, figurano monete antiche in oro, argento e bronzo, alcune delle quali estremamente rare e preziose, vasellame di epoca greco-romana, antichi monili, unguentari, tessere di mosaico romano, ampolle in pasta vitrea, colonnine e capitelli con decorazioni in bassorilievo, databili in un periodo compreso tra il quarto-quinto secolo avanti Cristo ed il dodicesimo-quattordicesimo dopo Cristo. Alcuni dei reperti provenivano da attività di scavo illegale operato nel territorio calabrese. Nel corso dell'operazione, denominata "Acheoweb" sono stati sequestrati anche reperti archeologici provenienti dall'America Latina e cinque metal detector. Le indagini, coordinate dal pm di Lamezia Terme Elio Romano, sono partite nel novembre dello scorso anno dopo controlli su siti internet ed in particolare sul sito e-bay e si sono concentrate su un incensurato residente a Lamezia Terme, trovato in possesso di decine di beni archeologici e di un metal detector. L'analisi dei tabulati telematici delle operazioni di vendita dell'indagato ha consentito di individuare e localizzare l'intera rete degli acquirenti via web sparsa sul territorio nazionale. Alle indagini ha collaborato lo stesso sito e-bay. Le perquisizioni sono state fatte in Calabria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Sardegna, Liguria, Marche, Umbria, Toscana, Sicilia, Basilicata, Lazio, Umbria e Puglia.

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