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Grave danno l'inqunamento dell'acqua a Le Castella

Acqua inquinata a Le Castella, indagato direttore. Provincia protesta: grave danno d’immagine

31 lug 09 Al villaggio Igv Club di Le Castella, dove nei giorni scorsi una quarantina di ospiti hanno accusato malori gastro-intestinali causati dall'acqua distribuita dalla rete della struttura, non c'é stato alcun sabotaggio, come era stato ipotizzato, ma una errata e approssimativa gestione delle risorse idriche da parte dei titolari della struttura turistica. Lo ha detto ai giornalisti il procuratore di Crotone, Raffaele Mazzotta, aggiungendo che a tre persone è stato notificato oggi un avviso di garanzia con contestuale invito a comparire con l'ipotesi di reato di avvelenamento colposo delle acque. Si tratta del direttore del villaggio Luigi Di Rodi, di 67 anni, di Vieste (Foggia), e due responsabili della manutenzione della rete idrica, Antonio Papaleo, di 44, e Carlo Chiodo, di 55, entrambi di Isola Capo Rizzuto. Nei confronti di Di Rodi, inoltre, viene ipotizzato il reato di calunnia contro ignoti perché avrebbe deviato il corso delle indagini omettendo alcune circostanze e facendo, di fatto, pensare ad un intervento esterno. Mazzotta ha spiegato che proprio "l'errata e approssimativa gestione delle risorse idriche, potrebbero essere ragionevolmente all'origine dell'intossicazione dei turisti". Dagli accertamenti compiuti sarebbe emerso che nel villaggio erano state sistemate delle pompe di aspirazione in pozzi non controllati che avrebbero poi provocato l'inquinamento delle acque. Tra prime le ipotesi formulate, ha riferito Mazzotta, si era "istintivamente pensato a quella di un sabotaggio collegato a problematiche mafiose e alla lotta tra cosche la cui presenza nei nostri villaggi è confermata anche da numerose inchieste". Ma, ha aggiunto Mazzotta, "appariva strano che le cosche mafiose danneggiassero in modo così clamoroso la loro fonte di reddito. Ci siamo quindi concentrati sulle cisterne del villaggio ed è emersa una non conforme e corretta conservazione delle acque". Il Procuratore di Crotone, in particolare, ha riferito che le vasche di accumulo dell'acqua del villaggio turistico non erano idonee, con tubi arrugginiti, mancanza di controlli e di autorizzazioni igienico-sanitarie. I controlli del personale di Nas, Vigili del fuoco, Arpacal e Asp "hanno escluso categoricamente che l'inquinamento fosse stato causato dall'acquedotto di Isola Capo Rizzuto"

Un grave danno

31 lug 09 La vicenda dell'inquinamento dell'acqua all'interno del villaggio Igv di Le Castella è stata al centro di una Conferenza dei servizi convocata dall'assessore al Turismo della Provincia di Crotone, Gianluca Marino. Lo riferisce un comunicato dell'ente. All'incontro hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole, il presidente del Consiglio provinciale Benedetto Proto, l'assessore alle Attività produttive Alfonso Dattolo, i consiglieri provinciali di Isola e i dirigenti dell'Arpacal e della Sorical. "L'assessorato al Turismo - ha affermato l'assessore provinciale Marino - aveva il dovere di convocare questa conferenza per sottolineare alcuni concetti ben precisi. L'episodio è circoscritto al villaggio Igv e si è verificato una unica volta. Sarà la magistratura a stabilire come effettivamente siano andate le cose e di chi siano le responsabilità". "Questo episodio - ha aggiunto Marino - di certo ha creato un gravissimo danno all'immagine ed all'economia del crotonese nel momento centrale della stagione estiva. Sfruttiamo la disponibilità manifestata dalla Sorical che oggi si è detta pronta ad aumentare la portata dell'acqua in questo periodo per il territorio di Isola Capo Rizzuto e a effettuare nei propri laboratori ulteriori indagini sulla qualità". "All'assessore Marino - è detto nel comunicato - hanno fatto eco i rappresentanti del territorio che hanno chiesto nuovi controlli all'Azienda sanitaria provinciale di Crotone e agli altri enti preposti ma soprattutto un risarcimento per il danno avuto".

 

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