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Feroce esecuzione a Villa
Feroce esecuzione a Villa, uccisi ventiduenne e quindicenne con colpo in testa 15 lug 09 E' stata una feroce esecuzione, secondo i primi accertamenti degli investigatori, quella che è costata la vita a Vincenzo La Torre e Francesco Amato, che avrebbe compiuto 15 anni a settembre, uccisi al confine tra i comuni di Scilla e Villa San Giovanni. I due erano di origine rom. A scopririli un passante che ha subito avvertito i carabinieri. I due, infatti, sono stati uccisi con due colpi di pistola calibro 7.65 ciascuno sparati alla testa e da distanza ravvicinata. Una punizione, nel codice della ndrangheta, per uno sgarro compiuto. Il duplice omicidio è stato commesso davanti al cancello dell'acquedotto di Scilla al quale si arriva percorrendo una piccola strada che sale dalla statale 18. L'auto con la quale le due vittime sono giunte sul posto è una Fiat Panda di colore bianco intestata al padre di La Torre. La vettura era parcheggiata, chiusa e con i fari accesi. Insieme ai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che conducono le indagini, è giunto anche il sostituto procuratore Francesco Tripodi. I corpi sono stati portati nell'obitorio dell'ospedale di Reggio Calabria. Caduti in un tranello. La Torre comunque conosciuto dalle forze dell'ordine. Le indagini sono solo all'inizio, ma gli investigatori ritengono che si sia trattato di una vera e propria esecuzione messa in atto da un sicario che con ogni probabilità ha teso ai due giovani un tranello. La Torre e Amato, a bordo della Fiat Panda del primo, nel pomeriggio hanno lasciato la statale 18 per arrivare sino al cancello dell'acquedotto comunale dove hanno parcheggiato l'auto, chiudendola e lasciando i fari accesi. Quindi hanno percorso qualche metro per andare incontro al loro assassino che probabilmente era già sul posto ad attenderli, forse con la scusa di un chiarimento. Pochi istanti e poi sono partiti quattro colpi calibro 7.65 che non hanno lasciato scampo ai due giovani. A scoprire i corpi, nel pomeriggio, è stato un passante che ha immediatamente avvertito i carabinieri. Sul posto sono giunti gli uomini del Reparto operativo di Reggio Calabria e della Compagnia di Villa San Giovanni che hanno subito iniziato gli accertamenti. Ancora le indagini sono in una fase iniziale, ma tra le ipotesi seguite dagli investigatori c'é quella che i due ragazzi possano avere compiuto uno sgarro, magari inconsapevolmente, nei confronti di un affiliato a qualche cosca della zona o ai componenti di una banda criminale. Per cercare di scoprirlo, i carabinieri stanno ricostruendo gli ultimi giorni di vita delle vittime ed il loro giro di conoscenze e frequentazioni. L'inchiesta, al momento, è coordinata dal sostituto procuratore di Reggio Calabria Francesco Tripodi. Solo nei prossimi giorni, sulla base degli sviluppi delle indagini, si saprà se il fascicolo resterà alla Procura ordinaria o se sarà trasmesso alla Dda.
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