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Derivati tossici, sequestri nella sede della Regione
Inchiesta sui derivati tossici: sequestri nella sede della Regione 21 lug 09 Si allarga in tutta Italia l'inchiesta milanese sui derivati 'bidone' avviata dal neo procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Dopo l'operazione di oggi delle fiamme gialle, i filoni delle indagini che finora hanno riguardato il Comune e la Provincia di Milano, sono saliti a quota cinque: ora spuntano anche quelli che riguardano le Regioni Lombardia, Liguria e Calabria. I militari della Guardia di Finanza per tutto il giorno, a Napoli e a Roma, hanno passato al setaccio le sedi di alcune società che risultano essere state intermediatorie, per conto di note banche d'affari, in operazioni finanziarie (emissioni di prestiti obbligazionari, contratti di interest rate swap) con gli enti locali al centro dei nuovi tronconi di indagine. Contestualmente alle perquisizioni, la Gdf si è presentata nelle sedi della Regione Calabria e della Regione Liguria per acquisire documentazione relativa ai contratti finiti nel mirino della Procura e stipulati con quelle stesse banche d'affari. Inoltre sono state raccolte carte che riguardano i rapporti intercorsi con consulenti e soggetti esterni alle amministrazioni locali. L' ipotesi di reato contestata è quello di truffa aggravata ai danni di Lombardia, Liguria e Calabria: per quest'ultima, però, sono anche emerse ipotesi corruttive. Da quanto è trapelato, ammontano a circa 80 milioni di euro, questa la stima fatta finora, i profitti illeciti relativi ai contratti derivati stipulati da Ubs Warburg e Merrill Lynch International con la Regione Lombardia e per questo alcuni esponenti dei due istituti risultano sotto inchiesta, mentre per adesso nessun dipendente pubblico delle tre regioni risulta indagato. Per le altre Regioni non è ancora stata quantificata l'entità del danno. Secondo gli accertamenti svolti, ci sarebbero "rilevanti criticità" in quanto le banche d'affari coinvolte nelle operazioni finanziarie, per gli inquirenti rivelatesi poi truffaldine, avrebbero accumulato ingenti profitti senza alcuna giustificazione. Da quanto appurato, inoltre, i contratti avevano per oggetto prodotti finanziari conclusi senza il supporto di un'assistenza tecnica esterna e indipendente in una materia, tra l'altro, che richiede un altissimo livello di specializzazione e capacità di utilizzare sofisticati sistemi di matematica finanziaria. Infine, mentre l'inchiesta sui derivati si allarga e si moltiplica in altri filoni, il troncone che riguarda Palazzo Marino, nel quale sono indagate 16 persone e quattro banche, è prossimo alla chiusura in vista della richiesta di rinvio a giudizio.
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