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Blitz dei CC a Melito
Blitz dei CC nel campo nomadi di Melito. 15 arresti per furto, ricettazione, estorsione e spaccio di droga 08 lug 09 E' stata cinta d'assedio fin dalle prime ore del mattino la cittadina di Melito Salvo da parte dei Carabinieri che hanno eseguito diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Dda, nei confronti di persone accusate di associazione per delinquere finalizzata a furti, ricettazioni, estorsioni ed al traffico illecito di sostanze stupefacenti. L'operazione, chiamata 'Reset 2006', vede impegnati un centinaio di militari delle compagnie di Melito Porto Salvo e Reggio Calabria e del Nucleo investigativo provinciale, con il supporto di ricognizione aerea dell'Ottavo nucleo elicotteri ed il concorso di aliquote di rinforzo della Compagnia speciale e di unità cinofile del Goc di Vibo Valentia. L'operazione giunge a parziale conclusione di una lunga inchiesta compiuta dalla Compagnia di Melito Porto Salvo che ha avuto inizio da un'indagine finalizzata ad arginare il fenomeno del cosidetto 'cavallo di ritorno'. La gran parte delle persone coinvolte nell'operazione fa capo alla comunità rom stanziata nel campo nomadi di Melito di Porto Salvo. 15 gli arresti. Sono quindici su diciassette le persone arrestate dai carabinieri perché destinatarie di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Reggio Calabria, nell'ambito dell'operazione chiamata 'Reset 2006'. Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata a furti, ricettazione, estorsioni e traffico di sostanze stupefacenti. L'operazione ha riguardato i territori di Melito Porto Salvo e Reggio Calabria. Indagine partita dai furti d'auto. E' partita da un'attività mirata a mettere un argine al fenomeno dei furti d'auto, l'operazione Reset 2006 che, nel reggino, ha portato all'arresto di 15 persone mentre altre due sono ricercate. Le indagini hanno consentito di individuare i componenti di una organizzazione, che aveva come base operativa il campo rom di Melito Porto Salvo, che compiva furti, estorsioni e traffico di droga. Gli investigatori ora stanno cercando di accertare eventuali collegamenti con le cosche della 'ndrangheta reggina. L'indagine è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa svoltasi nel comando provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria ed alla quale ha partecipato anche il procuratore aggiunto Nicola Gratteri. "L'indagine - ha detto Gratteri - coordinata insieme al collega Giovanni Musarò, era partita da un reato relativamente minore, cioé il furto d'auto. Successivamente, grazie al ricorso alle intercettazioni telefoniche e ambientali, che con l'attuale normativa non si sarebbero potute effettuare, è emersa da subito l'ipotesi di reato di associazione mafiosa. Senza le intercettazioni non saremmo riusciti a verificare e stroncare un robusto traffico di cocaina sull'asse Reggio-Melito". Gli investigatori hanno evidenziato il carattere "particolarmente violento" di alcuni indagati, fatto che aveva destato preoccupazione per la sicurezza di alcuni dei militari impegnati nell'indagine.
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