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Migliora balenabilità in Calabria, non nel cosentino

 

Migliora la balneabilità in Calabria. Situazione critica sul tirreno cosentino

14 lug 09 Un miglioramento sensibile dei chilometri di costa balneabile, con delle criticità, definite croniche, per le quali solo il lavoro sinergico di tutti gli enti, a vario titolo competenti, potrà invertire la tendenza". Lo ha detto Vincenzo Mollace, direttore generale dell'Arpacal, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria, aprendo i lavori del Forum regionale sulla balneazione che l'Arpacal ha organizzato, per il secondo anno consecutivo, a Caminia di Stalettì. Dopo i saluti del sindaco di Stalettì, Pantaleone Narciso, secondo il quale "sull'annosa questione della gestione dei depuratori si deve mettere la parola fine al rimpallo di competenze", il prof. Mollace, riferisce un comunicato, "ha illustrato il lavoro che l'Arpacal ha pianificato nel delicato settore dell'area Mare, illustrando anche i dati del primo trimestre 2009, anche in prospettiva delle novità normative che interesseranno l'Italia a partire dal 2010, che prevedono una maggiore responsabilità dei comuni sul monitoraggio della balneazione e della qualità delle acque marine. Non dimenticando che la maggiore minaccia che incombe sul mare calabrese è la cattiva, o in alcuni casi assente, gestione della depurazione, associata ad una mancanza di cultura ambientalista di fondo". "E' il caso - ha detto Mollace - della spazzatura che viene spiaggiata sulla costa tirrenica calabrese, che non proviene certo dal largo, ma è quella che noi stessi buttiamo a mare". Il direttore scientifico dell'Arpacal, Antonio Scalzo, ha relazionato sulle differenze tecniche che saranno introdotte dalle normative comunitarie, in vigore dal 2010, che prevedono un controllo della costa non più attraverso analisi punto per punto, ma con valutazioni omogenee e più complesse di tratti di costa". "L'Arpacal - ha detto Scalzo - ha lavorato molto per fare in modo che la costa calabrese, estesa per oltre 700 chilometri, possa essere più balneabile. Tant'è che quest'anno vi è stata una conquista di ulteriori tratti di costa, da mettere a disposizione dei turisti, che ci portano, in termini percentuali, ad essere tra le regioni più balneabili d'Italia. In termini di ritorno turistico per il nostro territorio, non bisogna dimenticare, quindi, che ogni chilometro di costa che restituiamo alla fruibilità rappresenta un investimento sicuro per il futuro. Dobbiamo ancora fare molto, ma c'è un'Agenzia, che ho l'onore di guidare, che sta dando risultati egregi e sulla quale posso garantire". Il forum si è sviluppato in sessioni tematiche che hanno interessato i cinque dipartimenti provinciali dell'Arpacal, ognuno dei quali impegnato nell'attività di controllo della costa: dalle perfomance positive dei dipartimenti di Catanzaro e Crotone, rispettivamente illustrate dai direttori di dipartimento Franco Nicolace e Teresa Oranges, alle criticità che stanno affrontando i dipartimenti di Cosenza e Vibo Valentia, illustrate rispettivamente dai direttori di dipartimento Pina Fiumanò e Mariano Romeo. Il direttore del dipartimento provinciale di Reggio Calabria, Angelo Elio Fatta affiancato dalla dirigente Angela Diano, oltre a relazionare sulla situazione della costa reggina, "ha nuovamente smentito - conclude il comunicato - descrizioni di situazione, definite infondate, che in questi giorni hanno allarmato cittadini e turisti".

Situazione critica sul terreno cosentino. Otto chilometri di costa, soggetti lo scorso anno a divieto temporaneo, sono stati recuperati alla balneazione. E' quanto emerge da uno studio elaborato dall'Arpacal i cui risultati sono stati illustrati stamattina nel corso del forum regionale sulla balneazione svoltosi a Caminia di Stalettì. Secondo quanto riferito nello studio, la migliore situazione che è stata rilevata è quella della provincia di Crotone, con una sola segnalazione di divieto a Capo Piccolo di Isola Capo Rizzuto. La provincia di Reggio Calabria ha risentito delle piogge durate sino al maggio scorso. Sono stati riscontrati analisi negative, in particolare, a Siderno, Marina di Gioiosa Ionica e Bianco. Divieti di balneazione anche a Bagnara Calabra e a San Ferdinando. La provincia di Catanzaro conferma sul Tirreno il divieto a 200 metri dal fiume Amato, a Lamezia Terme. Anche sullo Ionio si conferma il divieto di balneazione in località Corvo di Soverato, a Satriano, San Sostene ed a Catanzaro Lido, in prossimità della foce del fiume Corace. Dai rilievi dell'Arpacal emerge, inoltre, che Vibo Valentia ha una situazione relativamente buona, tranne nella zona del fiume Mesima. Il punto più critico è il torrente Sant'Anna, che ha registrato elevati elevati valori microbiologici. Il quadro più complesso, secondo l'Arpacal, è quello che riguarda la provincia di Cosenza. Sul versante tirrenico quasi tutti i comuni hanno registrato analisi sfavorevoli delle acque di balneazione, con particolare riferimento a Paola, Fuscaldo e Diamante. Anche sulla costa ionica cosentina esiti negativi in diversi centri, con valori poco al di sopra del limite. Le situazioni peggiori si registrano a Rossano, Cariati, Corigliano Calabro, Trebisacce, Pietrapaola, Cassano allo Ionio e Mandatoriccio. I rilievi di Arpacal sono stati distribuiti su 660 punti di prelievo, estesi su circa 720 chilometri di coste in tutta la Calabria. In ciascun punto sono stati determinati i parametri di rilievo chimico-fisici e microbiologici.

Inquinamento nel cosentino, Italia Nostra preoccupata. L'inquinamento avanza sulla costa del Tirreno cosentino. E i sigilli a sei depuratori del comprensorio disposti dalla Procura di Paola potrebbero aggravare anche la situazione. A sostenerlo è Italia Nostra che sottolinea la necessità di trovare al più presto una soluzione. "Quando il rimedio - afferma il presidente della sezione di Fuscaldo, Domenico Maio - è peggiore del male le preoccupazioni della gente diventano legittime. I cittadini sono allarmati. La mancata azione preventiva, volta per tempo a preparare 'un'estate al maré ha creato un disorientamento generale sia nelle famiglie del posto che in quelle dei vacanzieri, con le case prese in affitto ed un mare che ogni giorno riserva una sgradita sorpresa". "Purtroppo - prosegue Maio - è così, un autolesionismo, il nostro, che non ha eguali in nessun altro posto turistico del mondo. I segni di questo degrado sono presenti ovunque si volge lo sguardo. Tranne piccolissime oasi, il resto è degrado ed abbandono. Presto inizieranno gli incendi, così il quadro apocalittico del paesaggio colmerà la misura".

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