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Apicella lascia la Magistratura

 

Apicella lascia la magistratura “Nessuno mi ha difeso”

27 lug 09 Si è dimesso dalla magistratura l'ex procuratore di Salerno Luigi Apicella,protagonista dello scontro tra la sua e la procura di Catanzaro, giocato sulle inchieste avocate all'ex pm Luigi De Magistris. Per quella vicenda Apicella era stato sospeso dalle funzioni e dallo stipendio dal Csm. La decisione di rinunciare a rimanere in servizio sino al compimento del 75/o anno di età è contenuta in una lettera che l'ex procuratore ha inviato al capo dello Stato Giorgio Napolitano, in quanto presidente del Csm, e al ministro della Giustizia Angelino Alfano.Una lettera in cui Apicella esprime amarezza per il trattamento ricevuto e lamenta il silenzio delle istituzioni e dell'Associazione nazionale magistrati, ma anche della stampa, sui fatti "gravissimi" ricostruiti nell'ordinanza con la quale la sua procura ordinò il sequestro del fascicolo Why not, che era stato avocato a De Magistris.

Nessuno mi ha difeso. Nella lettera inviata al capo dello Stato e al ministro della Giustizia l'ex procuratore di Salerno Luigi Apicella punta l'indice contro l'Associazione Nazionale Magistrati ("non ha lanciato nessun allarme"), ma anche contro le istituzioni, il giornalismo e la politica "che parimenti non hanno lanciato alcun allarme sui gravissimi fatti compiuti da magistrati (quelli di Catanzaro) per corruzione in atti giudiziari e falso che avevano, tra l'altro, tolto con procedure illegittime al magistrato inquirente (l'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris ora parlamentare europeo), la trattazione di due gravissimi procedimenti penali". Annunciando la sua rinuncia "con effetto immediato ad essere trattenuto in servizio fino al settantacinquesimo anno di età", in sostanza le sue dimissioni, Apicella spiega di aver servito lo Stato "per oltre 45 anni con lealtà, abnegazione, trasparenza e libero di condizionamenti nel rispetto delle leggi per assicurare la giustizia ai cittadini". L'ex capo della Procura campana parla di "eccezionale impegno profuso dai magistrati della Procura della Repubblica di Salerno sotto la mia direzione anche in complesse indagini di criminalità organizzata di stampo camorristico, in maxi inchieste per reati contro la Pubblica Amministrazione". Un impegno, sostiene Apicella "che ha ricevuto costantemente conforto nelle competenti sedi di giudizi anche di legittimità". Il riferimento è all'ordinanza del tribunale del Riesame di Salerno che confermò il provvedimento di sequestro degli atti delle inchieste 'Why not' e 'Poseidone' compiuto dalla Procura di Salerno con il clamoroso documento di oltre 1.400 pagine dove si ipotizzavano reati gravissimi nei confronti di alcuni magistrati della Procura generale di Catanzaro. "Questi eccellenti risultati - continua Apicella nella sua lettera - apprezzati anche dal procuratore nazionale Antimafia, dalle istituzioni, dalla stampa e dai cittadini, non hanno evitato che mi venisse inflitta una sanzione che inclina la mia fiducia nella giustizia. Non è questa la sede per discutere dei provvedimenti assunti dai miei colleghi di ufficio e da me, né per dolermi delle decisioni assunte nei nostri confronti, dei quali ciascuno rende conto innanzitutto alla propria coscienza umana e professionale, ma che comunque forniscono un quadro dell'attuale stato della giustizia in Italia. Tuttavia dalla valutazione dell'intera vicenda non posso non rilevare come non ci sia stato alcun allarme da parte del magistrati dell'Anm, né delle istituzioni, né del giornalismo, né della politica; né all'epoca dell'esecuzione dei sequestri; né in questi ultimi otto mesi su gravissimi fatti ampiamente ricostruiti e documentati nelle oltre 1.400 pagine 'dell'incriminatò provvedimento di sequestro". "Non posso non meravigliarmi inoltre - aggiunge Apicella - di come non vi sia stato allarme da parte dell'Anm e delle istituzioni sulla circostanza che alcuni di questi magistrati hanno continuato a trattare e gestire dopo il 2 dicembre 20008 coi procedimenti penali. Né posso non dolermi sull'adozione nei miei confronti di una sanzione così grave (sospensione dalle funzioni e dallo stipendio), pur non essendo indagato di gravi reati, come corruzione e falso, ma essendomi prodigato come dovevo per le funzioni esercitate per verificare la commissione di questi gravi delitti". "Sereno per aver sempre compiuto il mio dovere - conclude Apicella - nonostante le difficoltà incontrate come in questo caso, orgoglioso per aver ispirato ed assicurato nei cittadini fiducia nella giustizia, così come testimoniato da tanti messaggi, ma deluso dal silenzio dell'Associazione Nazionale Magistrati e dalle istituzioni su fatti allarmanti e dal trattamento ricevuto dopo essermi impegnato per accertare tali fatti, ritengo di esprimere la mia profonda amarezza lasciando la magistratura"

Di Pietro solidale. "Le dimissioni di Luigi Apicella dalla magistratura rappresentano una sconfitta per le nostre istituzioni, una brutta pagina della nostra storia". Lo afferma Antonio Di Pietro, presidente dell'Idv, commentando la decisione dell'ex procuratore di Salerno, coinvolto nello scontro tra la sua procura e quella di Catanzaro per le inchieste avocate all'ex pm Luigi De Magistris, ora europarlamentare dell'Italia dei Valori. "Al procuratore Apicella, come è accaduto in altri tempi a molti di noi - sottolinea Di Pietro - non gli è stato consentito di lavorare, anzi è stato demansionato e allontanato dal suo ruolo. In questo Paese, quando si toccano i poteri forti, le conseguenze sono devastanti e a rimetterci sono sempre i cittadini onesti e coloro che agiscono per il bene del Paese, a difesa dello Stato di diritto". "A Luigi Apicella - conclude - va tutta la mia solidarietà e quella dell'Italia dei Valori"

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