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A Crotone è stato un agguato
Sparatoria su giocatori calcetto, è stato un agguato: fucile caricato a pallettoni. Disperate condizioni del bambino. lo zio "Non c'è niente da fare" 26 giu 09 Erano caricati a pallettoni e non a pallini, come avevano riferito in un primo tempo gli investigatori, le cartucce utilizzate ieri sera a Crotone per uccidere Gabriele Marrazzo mentre l'uomo stava giocando a calcetto insieme ad altre persone otto delle quali sono rimaste ferite. Un vero e proprio agguanto, quindi, e non il gesto di uno squilibrato. La Squadra Mobile di Crotone, che sta conducendo le indagini, ha raccolto, nei pressi del campo di calcetto, cinque bossoli per fucile calibro 12. L'assassino ha sparato da dietro un locale a pianterreno, adibito a magazzino, adiacente al campo di calcetto in cui si stava disputando la partita. Campo al quale ne sono affiancati altri due che, nel momento della sparatoria, erano occupati da altri giocatori Bimbo in condizioni disperate. Sarebbero disperate le condizioni di Domenico, il bambino di 11 anni rimasto ferito da alcuni pallettoni alla testa sparati da un uomo mentre stava giocando a calcetto con alcuni amici. E' quanto si apprende in ambienti investigativi. Il bambino, dopo essere stato soccorso e portato nell'ospedale di Crotone, nel corso della notte è stato trasferito nel reparto di neurochirurgia dell'ospedale Pugliese di Catanzaro a causa della gravità delle sue condizioni. Nel nosocomio catanzarese i medici lo hanno sottoposto ad un delicato intervento chirurgico alla testa. Secondo quanto si è appreso il bambino avrebbe anche avuto perdita di materia cerebrale. "Non c'é niente da fare". A dirlo è stato lo zio di Domenico, il bambino di 11 anni rimasto ferito da colpi di fucile alla testa ieri sera a Crotone. Il piccolo è ricoverato nel reparto di neurochirurgia dell'ospedale Pugliese di Catanzaro in stato di coma e le sue condizioni sono disperate. Al momento del ferimento, il bambino stava giocando insieme al padre. "Il papà - ha raccontato lo zio - ha sentito i botti ma ha pensato a delle bombette e invece erano colpi". Jole Santelli "Chi ha visto parli". A chiederlo è la deputata Jole Santelli, vice presidente della commissione Affari costituzionali, in merito al ferimento di un undicenne colpito dai pallettoni di un fucile mentre giocata a pallone insieme ad altri amici, uno dei quali Gabriele Marrazzo, di 35 anni, è rimasto ucciso ed altri sette sono rimasti feriti. "Ieri a Crotone - ha aggiunto la parlamentare - è nuovamente accaduto quello che non avremmo voluto mai più sentire: un bambino innocente sta lottando in un ospedale per poter sopravvivere alle gravissime ferite che gli sono state inferte mentre giocava". "Il piccolo Domenico, colpito dalla furia di assassini che non hanno esitato a sparare tra i bambini - ha sostenuto la Santelli - merita giustizia. La prima forma di giustizia che possiamo sin da subito assicurare a Domenico è la solidarietà. Ecco perché io dico, da parlamentare e da calabrese: Chi sa, chi ha visto, parli. Perché questo non accada più, diamo una mano alla nostra terra, denunciamo gli assassini". Marziale "Un fatto insopportabile": "Ancora una volta la Calabria é teatro di una sparatoria che coinvolge gravemente ignari bambini e ciò sta diventando insopportabile". E' quanto afferma il presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori, Antonio Marziale, consulente della Commissione parlamentare per l'Infanzia. "La dinamica, se generata da un raptus - aggiunge Marziale in una nota - è alquanto singolare, perché il soggetto eventualmente colpito da patologia non è in grado di prestare particolare attenzione ai dettagli, come la postazione e l'individuazione di una via di fuga. In ogni caso potrebbe essere". Per Marziale, "se si tratta di agguato mafioso i contorni diventano ancora più gravi e impongono una riflessione annosa e mai risolta. Non si può permettere a oltranza che il crimine determini il destino della gente, esercitando un ormai istituzionalizzato diritto di vita o di morte". "Quando volontariamente o involontariamente si colpisce un bambino - conclude Marziale - l'intera comunità è chiamata a reagire concretamente, soprattutto quella istituzionale, rifuggendo da slogan a effetto utili soltanto a offendere la coscienza collettiva".
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del 28/01/2004
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