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500 ospedali a rischio sismico

 

Bertolaso "500 ospedali a rischio sismico"

09 giu 09 Almeno cinquecento ospedali italiani, considerati strategici in caso di emergenza, avrebbero bisogno di interventi di messa in sicurezza perché si trovano in zone a rischio sismico. E' l'allarme lanciato dal capo della Protezione Civile Guido Bertolaso nel corso di un'audizione davanti alla commissione d'inchiesta sul sistema sanitario nazionale del Senato. "Sappiamo che alcune strutture strategiche in zone ad alto rischio sismico, considerate punto di riferimento in caso di emergenza, richiederebbero interventi" ha spiegato il sottosegretario, sottolineando che si tratta di strutture che si trovano principalmente lungo tutta la dorsale appenninica e nelle regioni meridionali. L'unica struttura "sicura" da questo punto di vista, prosegue Bertolaso, è il nuovo ospedale del Mare a Napoli, costruito su 327 cuscinetti antisismici. "E' auspicabile che entri in funzione il prima possibile - dice - anche perché rappresenta un modello da replicare in altre zone del paese". Dopo il terremoto di San Giuliano di Puglia (nel crollo della scuola morirono 27 bambini e una maestra, ndr), ha sottolineato Bertolaso, "siamo finalmente riusciti a far capire che è necessario mettere a punto interventi finalizzati non solo alla fase dell'emergenza ma anche e soprattutto alla prevenzione". Ed è in quest'ottica che quasi 300 milioni sono stati investiti per verificare le condizioni di quelli che vengono definiti edifici pubblici strategici, cioé scuole, ospedali, caserme dei vigili del fuoco e sedi di governo, ma anche ponti e viadotti. La maggior parte dei circa settemila controlli di vulnerabilità e agibilità e dei circa duecento interventi effettuati, hanno però riguardato le scuole. Per realizzare la messa in sicurezza di tutti gli edifici pubblici, ammette però Bertolaso, servirebbero "una decina di leggi finanziarie messi insieme" ed è evidente che ciò non è possibile. Il decreto legge Abruzzo stanzia un miliardo per gli interventi di messa in sicurezza. "Con questi - spiega il capo della Protezione Civile - interverremo nelle situazioni più a rischio, concordando gli interventi con le autorità competenti". Il problema, avverte Bertolaso, è che "nel nostro paese ci vogliono anni per concordare e condividere le azioni da mettere in campo". E dunque, "é evidente che si lavorerà per trovare l'accordo con tutti i soggetti coinvolti, ma se ciò non fosse possibile interverremmo direttamente, perché l'importante è cominciare"

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