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CDM impugna legge regionale su disavanzo sanitario

 

Il Consiglio dei Ministri impugna la legge regionale sul disavanzo sanitario

12 giu 09 Il consiglio dei ministri, su proposta del ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, ha impugnato la legge della Regione Calabria, la n.11 del 30 aprile 2009, sulla copertura del disavanzo sanitario per il 2008. Secondo il governo, la legge è incostituzionale nella parte in cui stabilisce e disciplina unilateralmente interventi per il ripiano del disavanzo senza tener conto dell'avviso già manifestato dai Ministeri interessati nel corso della collaborazione antecedente all'emanazione della legge e che avrebbe dovuto condurre alla stipula del Piano di rientro previsto dalle leggi finanziarie statali: essa viola pertanto il principio di leale collaborazione di cui agli artt. 117 e 118 Cost. La Regione Calabria, che versa in una situazione di disavanzi nel settore sanitario per gli anni 2001, 2005 e 2006, 2007 e 2008, con la legge in esame provvede alla copertura del disavanzo di gestione del servizio sanitario imputabile all' anno 2008 con l'innalzamento delle aliquote fiscali per l'anno 2009, e alla copertura del disavanzo rinveniente dalla sopravvenienze passive iscritte nell' esercizio 2007 con un accordo per il rientro dai disavanzi che viene definito e disciplinato dalla legge stessa.

Loiero “Il Governo bara”. "Se c'é stato qualcuno che ha violato il principio di leale collaborazione, fino a questo momento, è stato il governo, che nega alla Calabria quello che dà ad altre regioni. L'impugnazione della legge regionale sulla copertura del disavanzo sanitario per il 2008 davanti alla Corte Costituzionale ne è la conferma". Il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero respinge al mittente le accuse del governo Berlusconi. "Sulla pelle della Calabria - avverte - qualcuno intende giocare una partita politica, violando norme e prassi costituzionali. Non possono far pagare ai calabresi il disavanzo prodotto negli anni del centrodestra sul quale il governo di centrodestra (in carica sia nel momento in cui il debito è stato creato, che oggi), ha chiuso gli occhi. Devono assumersene le responsabilità. E' chiaro che ci difenderemo in ogni sede e poi vedremo chi ha agito lealmente e chi non lo ha fatto". Loiero, insomma, non le manda a dire: "Un governo - afferma - neanche sotto elezioni può operare con tanto accanimento, per coprire i disastri provocati dal centrodestra e impedire che i calabresi abbiano al più presto una sanità normale". "Perché non vi siano dubbi", Loiero, in una lunga nota diffusa dal portavoce, ricostruisce i vari passaggi del contenzioso con il governo. Una volta presa contezza della gravità dei conti della sanità, con delibera 9 novembre 2007 n. 695, l 'allora Assessore Doris Lo Moro otteneva dalla Giunta regionale il mandato di avviare il confronto col Governo nazionale, su un'ipotesi di piano di rientro dal deficit storico, quantificato dagli uffici amministrativi in circa 850 milioni, a quella data. Con lettera d'intenti del marzo 2008 (assessore Vincenzo Spaziante), il ministro dell'Economia e finanze, il ministro della Salute e il Presidente della Giunta regionale della Calabria concordavano perciò di fare precedere il piano di rientro al previo accertamento dei disavanzi, con la collaborazione di un advisor, designato dal ministero dell'Economia e finanze. Successivamente, però, con ordinanza del 4 agosto 2008, il Presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi stabiliva che "al fine di consentire la più sollecita adozione delle misure necessarie per il superamento dell'emergenza socio-economico-sanitaria nella regione Calabria, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 dicembre 2007, con particolare riguardo all'accertamento dei disavanzi finanziari relativi al periodo 2001-2007 e alla definizione dei correlati piani di rientro e delle connesse azioni comunicative, il Commissario delegato è autorizzato ad acquisire le necessarie professionalità attraverso la stipula di contratti di collaborazione coordinata continuativa, nel complessivo limite di spesa di euro 300 mila per l'anno 2008, con oneri a carico delle risorse di cui all'art. 4 dell'ordinanza di protezione civile n. 3635 del 21 dicembre 2007". In altri termini, il Presidente Berlusconi sanciva che i disavanzi finanziari relativi al periodo 2001-2007 dovevano costituire oggetto di uno o più piani di rientro e che il loro accertamento e la definizione dei "correlati piani di rientro" dovessero essere eseguiti dal Commissario delegato per l'emergenza (sempre Spaziante, oggi Vice del Sottosegretario di Stato Guido Bertolaso). L'accertamento dei disavanzi 2001-07, effettuato dal Commissario, chiudeva con un importo superiore ai 2 miliardi di euro, ritenuto sovrastimato, sia dalla Regione che dall'advisor nominato dallo stesso Governo. L'advisor specificava, inoltre, che 80% del debito era riferito al periodo 2001-05, nel quale veniva altresì riscontrata una palese abdicazione della Giunta in carica dalla sua funzione di controllo sui bilanci: sono appena undici i bilanci di esercizio approvati tra il 2001 ed il 2004, quando le Asl erano ancora undici e le Aziende ospedaliere quattro. Ciò nonostante, pur in presenza di un simile dato, che da solo bastava a dare conto dell'incuria che, fino ad allora, aveva contrassegnato i conti delle Aziende, l'erogazione dei finanziamenti integrativi da parte dello Stato, imperante il centro-destra, continuava incessante e copioso, per svariate centinaia di milioni di euro, per tutto il 2002, il 2003 e il 2004. "Ora - si chiede Loiero - in questo omesso controllo da parte delle autorità statali preposte, non è forse individuabile una grave voce di danno erariale, che il Governo avrebbe avuto l'obbligo di segnalare alle Autorità competenti?" Veniamo comunque all'oggetto del contendere: la legge del 30 aprile ultimo scorso. Bisogna premettere che, con ordinanza del 18 febbraio 2009, il Presidente Berlusconi, mentre dava atto "del completamento delle attività relative all'accertamento dei disavanzi finanziari pregressi", nulla diceva in ordine alla redazione dei piani di rientro, che pure nell'ordinanza di agosto venivano posti in diretta correlazione rispetto all'accertamento dei disavanzi. Inoltre, le continue richieste di incontro nei confronti del Ministro competente venivano sistematicamente eluse. Sicché, non potendo la Regione continuare ad essere "cucinata a fuoco lento", la Giunta proponeva al Consiglio, che l'approvava con importante modifiche e puntualizzazioni, un'apposita legge che investiva la stessa Giunta del delicato compito "di definire, proporre, stipulare, attuare, monitorare e rimodulare con lo Stato l'accordo per il rientro dai disavanzi del servizio sanitario". "Questa è la lesa maestà di cui ci si accusa", dice ancora Loiero. Nella legge, infatti, si riproduceva il contenuto dell'ordinanza dell'agosto 2008 del Presidente del Consiglio, mai revocata sul punto, e cioé che i disavanzi del 2007 costituiscono oggetto del piano di rientro. La legge, per altro, era necessaria, perché, senza un'autorizzazione in tal senso, la Giunta non avrebbe mai potuto disporre della leva fiscale, oppure chiudere o riconvertire strutture sanitarie, istituite o riconosciute con legge. Pertanto la giunta ha già deliberato di affidarsi per questo all'Agenzia nazionale per la sanità. "Per concludere - afferma Loiero - voglio infine rammentare a tutti il contesto in cui la legge nasceva. Appena il giorno prima, 29 aprile 2009, la regione era stata diffidata dal Presidente del Consiglio a ripianare il disavanzo di gestione 2008, quantificato nella stratosferica cifra 322 milioni di euro". Quella somma era stata reiteratamente contestata, anche dal vce presidente Cersosimo, perché veniva aggiunta caricando su quell'anno gli importi delle passività 2001-07, accertate dal Commissario delegato, che, in base all'ordinanza del 4 agosto 2008, avrebbero dovuto confluire "nei correlati piani di rientro" e che, comunque, non potevano essere considerati "disavanzo annuale di gestione". "Questi i fatti, scevri da ogni parzialità - sostiene Loiero - che i corregionali ne traggano gli opportuni giudizi"

Minniti (PD) “Governo copre danni centrodestra”. "Sulla questione della sanità calabrese il governo parte da un dato non vero, ma se vuol fare un'operazione ancora poco chiara ai danni della Calabria, magari per coprire il disastro provocato dalla giunta di centrodestra e avallato ai tavoli romani, sbaglia di grosso perché sapremo reagire". Lo afferma il segretario regionale del Pd, Marco Minniti, circa la decisione del consiglio dei ministri di impugnare la legge approvata dal Consiglio regionale della Calabria per il Piano di rientro nel settore sanità. "Vogliono far pagare ai calabresi - aggiunge - i guasti da loro provocati e con sfacciataggine fanno finta di ignorare la realtà per chiari motivi elettorali. Invece di apprezzare lo sforzo responsabile della giunta Loiero e del Consiglio regionale per rientrare da un debito che risale per l'80 per cento agli anni del governo regionale di centrodestra, calpestano i diritti dell'intera Calabria, con un atteggiamento neocoloniale che mette in discussione la stessa autonomia della regione e il principio di responsabilità". "Non volendo interferire - prosegue Minniti - nella competizione elettorale, alla chiusura delle urne daremo vita a una mobilitazione politica generale della parte viva della Calabria, quella che vuole una sanità normale senza invasioni di campo da parte del governo, queste sì palesemente incostituzionali, in un settore riservato all'esclusiva competenza delle regioni"

Belcastro (MPA) “Una pessima figura”. "Ancora una pessima figura di fronte al Paese". Così il deputato del Movimento per l'autonomia, Elio Belcastro, commenta in una nota la decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge della Regione Calabria sulla copertura del disavanzo sanitario per il 2008. "Il silenzio del centrodestra e del centrosinistra sulla bocciatura della legge da parte del Consiglio dei ministri - ha aggiunto Belcastro - descrive perfettamente lo stato di abbandono cui sono costretti i calabresi anche in questo delicato settore". "Il Consiglio dei ministri - ha detto ancor Belcastro - indica chiaramente che il disavanzo nel settore sanitario ha riguardato gli anni 2001, 2005, 2006, 2007 e 2008, e che la legge regionale calabrese risulta in parte anche 'incostituzionale' e non tiene conto dell'avviso già manifestato dai ministeri interessati, violando il principio di 'leale collaborazione' tra Stato e Regioni". "Il Movimento per l'Autonomia - conclude il deputato dell'Mpa - intende, a tal proposito, schierarsi accanto agli operatori sanitari calabresi, a tutela della loro professionalità e dignità e a sostegno dei pazienti che necessitano di un sistema sanitario efficiente"

CGIL: Governo adegui finanziamento sanitario. La decisione della Conferenza delle Regioni di chiedere un incontro urgente al Presidente del Consiglio, su 'questioni che segnalano una criticita' seria nelle relazioni tra l'Esecutivo e le Regionì, tra cui quelle relative al nuovo Patto per la Salute e alla non autosufficienza, "conferma la grave preoccupazione, più volte espressa anche da Cgil, Cisl, Uil per la sottostima del fabbisogno sanitario per gli anni 2010 e 2011 e la cancellazione del fondo per la non autosufficienza". Lo sostengono in una nota la segretaria confederale della Cgil, Morena Piccinini, e il responsabile delle Politiche per la Salute della Cgil Nazionale, Stefano Cecconi. Per i due dirigenti sindacali, "é fondamentale adeguare il finanziamento sanitario e per la non autosufficienza, in coerenza con l'attuale Patto della Salute. Altrimenti, con i tagli per oltre sette miliardi previsti dal Governo, si mettono in discussione il diritto alla salute e alle cure dei cittadini. E, proprio di fronte alla crisi, si spreca l'occasione di utilizzare la spesa sanitaria come intervento anticiclico e come investimento strategico per la ripresa dello sviluppo". Il Servizio Sanitario del nostro Paese, spiegano Piccinini e Cecconi, "ha il compito fondamentale e delicatissimo di garantire ai cittadini il diritto alla salute e alle cure. Dunque, la spesa sanitaria va utilizzata in modo rigoroso e appropriato, soprattutto in alcune regioni afflitte da gravi disavanzi". Ma tutto ciò, rilevano, "non si ottiene con i tagli indiscriminati previsti dal Governo".

Napoli (Pdl) “Commissariamento inderogabile”. "Il commissariamento della sanità regionale è divenuto inderogabile". Così, in una nota, la parlamentare del Pdl, Angela Napoli, in merito al fatto che "la legge della Regione Calabria relativa al 'Ripiano del disavanzo di esercizio per l'anno 2008 ed accordo con lo Stato per il rientro dei disavanzi del servizio sanitario regionalé é stata oggi impugnata dal Consiglio dei ministri". "La decisione - conclude Napoli - assunta dal Consiglio dei ministri evidenzia le responsabilità assunte da Giunta e Consiglio regionale nella definizione del ripiano del disavanzo nel settore sanitario, incuranti, persino, di quanto manifestato dai Ministeri competenti e del dettato della nostra Carta Costituzionale"

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