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Grido d'allarme dei costruttori

 

Grido d’allarme dei costruttori calabresi: Situazione grave, oltre la crisi eccessivi ribassi

16 giu 09 "I recenti studi sullo stato dei lavori pubblici realizzati nei primi mesi del 2009 in Italia e in Calabria non fanno altro che fotografare una situazione nota da tempo, che si aggrava anno dopo anno e che testimonia la condizione di profondo disagio vissuta dalla nostre imprese". E' quanto afferma in una nota il presidente della Sezione edile dell'Ance Cosenza di Confindustria, Natale Mazzuca. Mazzuca ha commentato la crescita, nel 2009, del ribasso medio delle gare di lavori pubblici, che ha raggiunto il 21,38 per cento contro il 19,81 per cento del 2008 e che in Calabria arriva tocca punte superiori al 30 per cento. Un aumento che, secondo Confindustria Cosenza, sembra imputabile alla cancellazione del criterio di esclusione automatica delle offerte anomale nei bandi tra uno e cinque milioni di euro. "Se l'impresa - ha detto ancora Mazzuca - riesce a giustificare ciascuna voce di prezzo, anche l'offerta, una volta considerata anomala, non solo può essere accettata ma ha notevoli probabilità di aggiudicarsi la gara. Un meccanismo questo che, se da un lato garantisce almeno apparentemente un maggior controllo, dall'altro comporta, in virtù del contraddittorio tra enti appaltanti e imprese, un sostanziale allungamento dei tempi di esperimento della procedura di gara e soprattutto spinge le imprese, specie in questo periodo di profonda crisi economica, a proporre ribassi record, pur di continuare a lavorare e a mantenere così i requisiti dell'attestazione Soa necessaria ai fini della partecipazione alle future gare di appalto". "Si comprende allora - ha aggiunto Mazzuca - come non sia più rinviabile l'adozione obbligatoria di un prezzario regionale dei lavori pubblici aggiornato e completo, che affronti finalmente le cause che generano concorrenza sleale e distorsione del mercato. Giocare su ribassi sempre più sostenuti tende a innescare una spirale perversa, perché induce e quasi costringe a non adempiere ai propri doveri tanto nella esecuzione a regola d'arte dell'opera quanto nel rispetto e nella garanzia delle misure di sicurezza". Per Mazzuca, invece, "serve spezzare il circolo vizioso che impone anche alle imprese sane di offrire prezzi non corrispondenti alle valutazioni di mercato pur di non essere costretti a chiudere, far crescere la consapevolezza sociale su queste problematiche e ripristinare un mercato che sia governato dal rispetto delle norme e dalle leggi della concorrenza leale". "E' l'unica strada - ha concluso Mazzuca - per sconfiggere la piaga del lavoro nero, innalzare i livelli di sicurezza per i lavoratori e la qualità delle opere realizzate, evitando l'emarginazione dell'imprenditoria vera a vantaggio di quanti fanno del non rispetto delle regole il loro fattore di competitività"

Ance Catanzaro “Mercato drogato da ribassi”. "Nell'apprendere le percentuali di ribasso praticate nelle ultime gare nel territorio provinciale di Catanzaro, e non solo, non posso che rappresentare il mio più sincero imbarazzo e la più viva preoccupazione". E' quanto afferma, in un comunicato, il presidente di Ance Catanzaro, Raffaele Cerminara. "Per il rispetto - aggiunge - del ruolo che ricopro ed a nome di centinaia di costruttori che con sacrificio e passione cercano ogni giorno di fare bene il proprio mestiere, difendendosi in un mercato sempre più difficile e che assistono impotenti a questo malsano andazzo, non posso più rimanere in silenzio di fronte ad eccessivi ribassi, che 'drogano' il mercato e che, spesso, rappresentano l'anticamera ad una mancata o cattiva realizzazione dell'opera pubblica, a discapito del rispetto delle norme sulla sicurezza". "Da sempre - prosegue - sosteniamo, sia in occasioni pubbliche che nelle nostre discussioni private, infatti, come sia difficilmente giustificabile l'aggiudicazione di un lavoro pubblico ad imprese che abbiano presentato ribassi eccessivamente elevati (che ormai hanno raggiunto, in alcuni casi, il 50% del prezzo a base d'asta). D'altro canto, tutte le legittime battaglie che la nostra categoria sta portando avanti, penso ad esempio a quella avverso le Stazioni appaltanti che pubblicano bandi di gara con voci di prezzo incongrui e non attuali, che sta cominciando ad assicurare i primi risultati, o a quella ulteriore di ottenere un prezzario regionale cogente e non solo di riferimento, potrebbero sembrare incoerenti e non consequenziali, se non addirittura ipocrite, se il nostro modo di agire passasse sottotraccia e non fosse, invece, oggetto di sincera autocritica". "Pur consapevole - afferma Cerminara - che le motivazioni di tali ribassi sono, in alcuni casi, dovute al perverso meccanismo di qualificazione per la partecipazione a lavori pubblici, per cui un imprenditore può decidere di partecipare ad una gara riducendo o azzerando di fatto il proprio utile, o addirittura lavorando in perdita, non si può accettare che un comportamento eccezionale, possa perpetuarsi nel tempo e, addirittura, si istituzionalizzi". "Il contestato comportamento - dichiara - risulta non condivisibile, oltre che per profili di moralità e di eticità, anche perché tende a rendere difficile da percorrere la strada della legalità a quelle imprese che pretendono solo di poter lavorare nel rispetto delle regole: a questi ribassi, infatti, la partecipazione alle gare delle imprese 'sane' è insostenibile dal punto di vista economico". "Per quanto suddetto - conclude - auspico da parte della nostra categoria, da sempre volano per la crescita e lo sviluppo dell'intero territorio, un forte segnale di discontinuità. Sono fiducioso, a tal proposito, che riusciremo a superare questa ennesima prova di maturità, soprattutto se, consapevolmente, capiremo, finalmente, che a rischio non è solo la nostra immagine e la nostra credibilità, ma la sopravvivenza stessa delle nostre imprese, delle nostre aziende, dei nostri lavoratori, di noi tutti".

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