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3000 arresti dei CC in Calabria nel 2008

 

I carabinieri fanno il bilancio del 2008 in Calabria: 3000 arresti, diminuiti gli attentati dinamitardi

04 giu 09 Una festa sobria e spartana in rispetto alle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto, quella che si apprestano a celebrare domani i carabinieri in Calabria in occasione del 195/mo anniversario della fondazione dell'Arma. Ad annunciarlo stamani, nel corso di una conferenza stampa, il comandante regionale dei carabinieri, generale Marcello Mazzuca. Nel corso dell'incontro Mazzuca, che era accompagnato dal comandante provinciale di Catanzaro, colonnello Claudio D'Angelo, ha anche fornito alcuni dati sull'attività che i militari hanno effettuato in Calabria nel 2008 durante il quale si sono registrati cali nella commissione dei reati. Come, ad esempio, gli attentati dinamitardi che sono diminuiti del 42%, passando dagli 80 del 2007 a 46, o gli attentati incendiari, diminuiti del 2% come i delitti. Dati, questi, ai quali si devono aggiungere i tremila arresti effettuati nel 2008, di cui il 67% in flagranza di reato. Tra gli arrestati, figurano quattro latitanti di cui due inseriti nell'elenco dei trenta più pericolosi e due in quello dei cento. Nella sola provincia di Catanzaro sono stati sequestrati oltre 95 chili di droga e 111 armi e ritirate 110 patenti a persone che si erano messe alla guida dopo avere assunto alcool o droga. "In questo modo - ha affermato D'Angelo - si sono evitate conseguenze ben più gravi". Non meno importanti, sempre nella provincia di Catanzaro, la soluzione di alcuni omicidi, come quelli avvenuti a Roccelletta di Borgia dove, con l'arresto dei due killer "é stata bloccata ciò che stava diventando - ha spiegato il comandante provinciale - l'ennesima guerra di mafia in quella zona". "Risultati positivi e confortanti" li ha definiti il generale Mazzuca parlando del lavoro svolto dall'Arma in Calabria, frutto, ha detto, "dell'attività preventiva effettuata dai carabinieri che - ha aggiunto - sono presenti capillarmente sull'intero territorio regionale con il quale si é instaurato un rapporto molto stretto". Un'attività, quella dei carabinieri, che non si è solamente fermata al contrasto ed alla prevenzione dei crimini, ma è andata anche oltre con una serie di attività mirate proprio alla realizzazione di ciò che Mazzuca ha definito una "sicurezza partecipata". Nel 2008, infatti, i carabinieri hanno effettuato numerosi incontri nelle scuole per favorire quella "educazione e pratica della legalità" tra i più giovani ai quali si è tentato di far comprendere che i tutori della legge "non reprimono solamente". Nella sola provincia di Catanzaro, ad esempio, i carabinieri hanno incontrato 59 scuole per un totale di 4.600 studenti proprio al fine di "costruire qualcosa per il futuro, - ha sottolineato D'Angelo - e mettere in cantiere qualcosa i cui risultati si raccoglieranno domani. E' un modo con cui l'Arma entra nelle case, a contatto con la gente perché la legalità non è qualcosa che può arrivare dall'esterno, ma si può fare insieme". In questo conteso particolare importanza riveste anche il "carabiniere di quartiere" che, in un certo senso ha permesso all'Arma di avvicinarsi di più ai cittadini, "tornando - ha detto D'Angelo - alla vecchia figura del carabiniere, che si fermava a parlare con la gente". Lo stesso ritorno alle origini che, da domani, i carabinieri in tutta Italia effettueranno con il cambio di denominazione del Comando Regione, che tornerà a chiamarsi Comando Legione. Un ritorno alle origini che, però, non farà perdere di vista la sicurezza dei cittadini ed il fatto che, come si afferma nello slogan che domani farà da filo conduttore alla manifestazione, "i carabinieri sono patrimonio della comunità".

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