In carcere surplus di 20.000 reclusi

Le carceri scoppiano, mai così piene dal 1946

30 giu 09 L'emergenza sovraffollamento nelle carceri è nota, ma i numeri resi noti oggi dall'associazione Antigone sono da record: a metà giugno il numero dei detenuti ha raggiunto quota 63.460, ben 20 mila in più rispetto alla capienza regolamentare. E al di là anche della cosiddetta capienza tollerabile, l'indice che individua il limite massimo per la stessa amministrazione penitenziaria. Era dal 1946, ossia dall'amnistia Togliatti messa in atto subito dopo la proclamazione della Repubblica per pacificare il Paese, che non si toccavano i livelli attuali. Le carceri che scoppiano sono un problema ma, avverte il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, "occorre impedire che ci siano regressioni nella tutela dei diritti fondamentali con la motivazione della straordinarietà delle situazioni". I diritti "che corrono maggiori pericoli - ha detto Amirante - sono quelli delle categorie più deboli e tra queste e sotto questo profilo quella dei carcerati occupa un posto importante". Ecco nel dettaglio tutte le cifre contenute nel rapporto dell'associazione che da anni si batte per il rispetto dei diritti nelle case di reclusione.

70 mila detenuti a fine anno. - Il numero dei detenuti cresce a un ritmo di mille al mese. Solo tra il primo maggio e il 15 giugno di quest'anno l'aumento è stato di 1.340 unità, e di 5.500 a partire da gennaio. Se il trend rimarrà questo, a fine anno la popolazione carceraria arriverà a 70 mila detenuti. E nel giugno del 2012 si potrebbero toccare le 100 mila unità. Oggi ci sono regioni dove il numero di detenuti è quasi il doppio del consentito: in Emilia Romagna il tasso di affollamento è del 193%. In Lombardia, Sicilia, Veneto e Friuli si aggira sul 160%. DROGA E CARCERE - Il 40% dei detenuti - e la metà dei detenuti stranieri - è in carcere per reati legati alla droga. L'analisi dei dati sulla popolazione carceraria nel 2008 indica che oltre 21 mila persone sono entrate in carcere per violazione delle leggi sugli stupefacenti.

I suicidi- Un terzo dei decessi in carcere sono dovuti a suicidio e in 9 anni sono stati 500 i detenuti che si sono tolti la vita. Nel primo trimestre 2009, su 36 morti, i suicidi sono stati 13, a cui si affiancano 6 casi da accertare. In tutto il 2008, a fronte di 121 decessi complessivi, i suicidi sono stati 42.

Gli eccessi di custodia cautelare- Il 52,2% delle persone oggi detenute è in custodia cautelare. "Un'anomalia tutta italiana", commenta Antigone. Guardando alla nazionalità dei detenuti, sui 23.530 stranieri, il 58,75% è in attesa di condanna. Gli italiani in carcerazione preventiva sono invece il 43,77% del totale dei connazionali detenuti, ossia circa il 15% in meno degli stranieri. Sono invece 30.186 i detenuti con sentenza passata in giudicato. Il 64,9%, pari a 19.000 detenuti, ha un residuo di pena inferiore ai tre anni, soglia che rappresenta il limite di pena per l'accesso alla semilibertà e all'affidamento in prova. A riprova del fatto, secondo Antigone, che "il sistema delle misure alternative in Italia si è sostanzialmente inceppato".

I bambini in carcere - Esauriti gli effetti dell'ultimo indulto, è tornata ad assestarsi a poco meno di 70 unità, per poco più di 60 madri detenute, la media dei bambini al di sotto dei tre anni presenti in carcere. Sei le carceri interamente femminili in Italia e circa 60 le sezioni femminili ospitate all'interno di carceri maschili. Gli asili nido funzionanti sono 16. Oscillano intorno alle 20-30 unità le donne detenute che sono in stato di gravidanza.

Le proposte - Il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, propone la riduzione dei tempi di custodia cautelare per i reati meno gravi, la rivalutazione delle misure alternative al carcere e la riduzione delle pene per chi commette reati lievi legati agli stupefacenti. Bisognerebbe mettere mano alle tre leggi che hanno prodotto il sovraffollamento: la ex Cirielli, la Bossi-Fini sull'immigrazione e la legge sulla droga.

85 casi di malessere in 9 mesi. Sono 85 (80 individuali e 5 collettivi) i casi di "malessere" nelle carceri italiane che il difensore civico di Antigone ha seguito da settembre 2008 a giugno 2009. I problemi più sentiti dai detenuti, afferma l'associazione, che oggi a Roma ha presentato il rapporto sulla condizione delle carceri italiane, sono l'assistenza sanitaria (20%) e la territorializzazione della pena: più di un terzo dei detenuti che si rivolgono al difensore civico di Antigone chiedono di essere avvicinati alla famiglia e alla zona di residenza. Il 6% segnala invece problemi legati alla cooperazione giudiziaria internazionale. Le istanze, spiega Antigone, sono giunte dagli istituti penitenziari di quindici Regioni italiane, soprattutto del Lazio, e di tre Stati esteri. Solo nel 4,7% dei casi a rivolgersi al difensore civico è stata una donna, nel 20% uno straniero. Al 16 giugno risultava ancora aperto il 43% dei casi. Per quanto riguarda gli esiti, il 16% si è concluso "con la piena soddisfazione degli interessati; il 23,52% è in stand by e il 22,35% è stato girato per altre vie, perché, ad esempio, necessitava di tutela legale".

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