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Agguato Crotone: un morto e un bimbo in fin di vita

 

Spari su giocatori di calcetto, bimbo in pericolo di vita. Prende corpo la pista criminale

26 giu 09 Un bimbo di 11 anni è ricoverato in condizioni disperate nell'ospedale di Catanzaro, vittima della barbarie che a Crotone ha portato un uomo a sparare alcuni colpi di fucile contro un gruppo di giovani che stavano giocando a calcetto. L'ennessimo obiettivo criminale che aveva lo scopo di uccidere Gabriele Marrazzo, 35 anni. L'ennesimo omicidio in una provincia colpita a morte dalla guerra di mafia. Gli inquirenti adesso cominciano ad ipotizzare che dietro il feroce agguato, macchiato da sangue innocente, ci possa essere la mano della criminalità, ma, qualunque sia il movente, il piccolo Domenico non c'entrava niente. Stava giocando a calcetto col padre e alcuni amici comuni a Marrazzo. E proprio quest'ultimo sarebbe stato l'obiettivo del sicario che ha sparato sul gruppo, incurante delle conseguenze che il suo gesto avrebbe potuto avere. Un gesto che poteva provocare una strage. I pallettoni sparati dal fucile del sicario, infatti, hanno raggiunto nove persone. Marrazzo è morto subito dopo il ricovero in ospedale, raggiunto alla testa ed allo zigomo. Domenico è stato ferito da cinque pallettoni alla testa. Solo per un caso gli altri sono stati feriti solo di striscio o colpiti in parti non vitali.

Il ragazzino, apparso subito il più grave, è stato trasferito nella notte dall'ospedale di Crotone al Pugliese di Catanzaro, dove è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Ora è in stato di coma e le speranze di salvezza sono ridotte al lumicino, tanto che lo stesso zio, già dopo il ricovero a Crotone, si è lasciato andare ad un "non c'é niente da fare". Adesso l'interrogativo a cui devono rispondere gli investigatori della squadra mobile di Crotone è il perché di tanta cieca violenza. Pur non escludendo alcuna ipotesi, col passare delle ore negli investigatori si è fatto strada il convincimento che l'obiettivo del sicario, che probabilmente era accompagnato da almeno un complice, fosse Marrazzo.

La vittima, nel 1996, prima di emigrare in Germania, era stato arrestato dai carabinieri di Crotone che lo avevano trovato in possesso di un caricatore per pistola ed alcuni proiettili. I suoi problemi con la giustizia italiana si limitavano a questo, anche se nel periodo tedesco era stato nuovamente arrestato e condannato per il furto di un'auto. Un precedente che non giustifica la pioggia di fuoco che ieri sera si è abbattuta sul gruppo di calciatori impegnati in una partitella tra amici (tutti abitano nello stesso quartiere nella periferia di Crotone) su un campetto di un centro sportivo a sei chilometri dalla città. E' per questo che gli investigatori stanno scavando nella vita privata di Marrazzo, sentendo familiari ed amici, per ricostruire le sue conoscenze e verificare, in particolare, se fosse entrato in contatto con ambienti della criminalità o se avesse avuto contrasti con qualcuno che possa avere deciso di vendicarsi.

Nessun aiuto è giunto per ora dalle testimonianze dei presenti. Il sicario ha agito nell'ombra, appostandosi in una zona buia, nascosto dagli alberi. La sua sete di sangue era tale da mettere in conto anche la possibilità di fare una strage pur di raggiungere il suo scopo.

Sindaco Vallone "Inimmaginabile". "Sono profondamente colpito da quanto avvenuto. E' inimmaginabile che nel 2009 accadano fatti di questa gravità, che coinvolgono anche bambini". A sostenerlo è stato il sindaco di Crotone, Peppino Vallone. "Quando dei fanciulli innocenti sono oggetto della furia inconsulta - ha aggiunto - si resta profondamente amareggiati ma occorre reagire perché non può essere consentita a nessuno questa barbarie. La città chiede di pervenire immediatamente alla verità su quanto accaduto la scorsa notte". "I colpevoli - ha concluso Vallone - debbono essere assicurati alla giustizia. Chi ha visto o sa, parli".

Corbelli "Siamo alla barbarie". "Siamo alla barbarie. In Calabria si continua a sparare sui bambini. Intervenga il Governo". Ad affermarlo, in una nota, il leader del movimenti diritti civili, Franco Corbelli. "A Crotone - aggiunge - si è consumato un grave fatto di sangue e si è sfiorata una tragedia ancora più grave di quella accaduta. Quei colpi sparati sulla vittima avrebbero potuto provocare una strage di ragazzini innocenti". "Ancora una volta - prosegue - si è sparato in presenza di bambini e ragazzini che hanno rischiato di venire tutti colpiti. Uno di loro purtroppo è rimasto gravemente ferito e lotta tra la vita e la morte, esattamente come è accaduto, in Calabria, al piccolo Antonino di Melito Porto Salvo. Un fatto gravissimo. Chi spara davanti a dei bambini sapendo di poter colpire e uccidere un piccolo innocente è il peggiore dei criminali, non merita alcuna pietà. Basta con la violenza sui bambini e ragazzini! Occorre reagire".. "Far capire - conclude - che i bambini bisogna rispettarli, che a nessuno, neanche a un criminale, è consentito di sparare mettendo a rischio la loro vita. Diritti Civili chiede ancora una volta al Governo un intervento immediato, un decreto ad hoc che inasprisca la pena, sino all'ergastolo, per chiunque spari e metta rischio la vita o faccia del male ad un bambino o ragazzino"

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