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La Giunta regionale rimodula la burocrazia

 

La Giunta regionale snellisce la macchina burocratica.

20 gen 09 Al 31 dicembre 2007 erano 2.145 le unità di personale alle dipendenze della Regione, 2.021 in meno rispetto al 2004, quando in servizio c'erano 4.166 persone. Il dato è stato fornito a Catanzaro in occasione dell'illustrazione degli interventi in materia di riorganizzazione delle strutture amministrative della Regione. Le linee della riforma della burocrazia regionale - che nelle intenzioni dell'esecutivo dovrà ridefinire i contorni di una "macchina burocratica vera e moderna" - sono state indicate dal presidente della Regione, Agazio Loiero, e dall'assessore regionale alle Riforme e al Personale, Liliana Frascà. Presenti il direttore generale del Dipartimento, Antonio Izzo, e il prof. Pierluigi Catalfo, docente dell'Università di Catania, che assieme al prof. Marco Meneguzzo dell'Università Tor Vergata di Roma, ha collaborato alla redazione del progetto. Obiettivo degli interventi, è stato sottolineato, è quello di rendere possibile a chiunque debba governare di realizzare il proprio programma dando risposte ai cittadini sulla base degli impegni che si è assunto. "Il problema del personale - ha detto Loiero - ce lo siamo posti sin dall'insediamento perché siamo consapevoli che è questo elemento a rendere davvero dinamico e efficiente un ente. Abbiamo ereditato una struttura elefantiaca e intorno a questo abbiamo ragionato per cercare di arrivare ad una Regione snella e con funzioni di programmazione e controllo". Dai dati forniti è stato messo in evidenza il progressivo snellimento dell'organico: con i trasferimenti alle Province si é realizzata una riduzione di 1.301 unità; con l'esodo incentivato c'é stato un ulteriore taglio di 529 unità e grazie ai trasferimenti alle Aziende sanitarie dei componenti delle equipe psico-socio-pedagogiche, l'organico è diminuito di ulteriori 487 unità. Per altri versi la stabilizzazione ha permesso l'ingresso di 354 persone dal bacino Lsu-Lpu. "Abbiamo cercato - ha aggiunto Loiero - di costruire un nuovo modello che sia a regime per la fine di questa legislatura o, al massimo, per l'inizio della prossima. Un modello di Regione che, sulla base di maggiore snellezza e funzionalità, sia in grado di rispondere al meglio" "La riforma dell'ordinamento - ha detto l'assessore Frascà - è ineludibile. Dobbiamo essere in grado contare su una struttura burocratica moderna in grado di rispondere alle attuali necessità ma anche e soprattutto a quelle che verranno con l'avvento del federalismo fiscale. Sappiamo che è difficile modernizzare una macchina che è avviata da tempo e sappiamo anche di dovere fare i conti con una storia che non riguarda solo la Calabria ma tutto il Mezzogiorno". "Costruire una Regione moderna - ha detto ancora Liliana Frascà - significa valorizzare al massimo chi in questo ente ha lavorato e lavora con grande responsabilità. In questo senso l'attività di formazione sarà mirata non solo a professionalizzare ma anche a valorizzare quello che c'é". L'assessore Frascà ha sottolineato, inoltre, che a breve riprenderà la discussione con il sindacato. "Il modello organizzativo - ha indicato - è stato fatto comunque sulla base di stretti contatti con i Dipartimenti per evidenziare i punti di debolezza che impediscono di avere a che fare con una macchina efficiente. Stringeremo molto sui Dipartimenti, che saranno per aree inserendo elementi di maggiore managerialità e una migliore distribuzione delle responsabilità".

Un ente snello e funzionale. Passare dalla struttura elefantiaca priva di qualsiasi selezione del personale ereditata ad un modello "particolarmente innovativo ma non decontestualizzato dalla realtà calabrese". E' la sfida lanciata dalla Giunta regionale con la riorganizzazione del lavoro illustrata stamani a Catanzaro dal presidente, Agazio Loiero, e dall'assessore alle Riforme e al Personale, Liliana Frascà. Punti fondamentali del restyling funzionale delle strutture dell'ente, ancora "in progress", sono la riduzione dell'organico del personale, la riorganizzazione della dirigenza, il piano di riassetto logistico delle sedi regionali, il controllo della presenza e dell'efficienza, la stabilizzazione del personale dei bacini Lsu e Lpu e di quello degli ex Consorzi agrari, il trasferimento alle Aziende sanitarie delle equipe socio-psico-pedagogiche e le relazioni sindacali. "Quello della struttura elefantiaca - ha detto il presidente Loiero - è stato per noi un assillo costante sin dall'insediamento. Il lavoro avviato adesso mira proprio ad avere, entro la fine della legislatura e per l'inizio della prossima, una Regione snella e funzionale che risponda meglio agli stimoli".

Loiero replica agli LSU “Serve personale a Catanzaro”. "Ci rendiamo conto dei problemi dei dipendenti ex Lsu-Lpu al punto che per venire incontro alle loro richieste abbiamo realizzato un part-time settimanale". Lo ha detto il presidente della Regione, Agazio Loiero, nel corso della conferenza stampa di presentazione del riassetto delle strutture e del personale dell'ente. Loiero ha risposto così alle questioni poste in un comunicato distribuito prima dell'incontro con i giornalisti da un gruppo di Lsu-Lpu che hanno parlato di "stabilizzazione peggiore della storia". In particolare, i lavoratori ex Lsu-Lpu nei ranghi della Regione dallo scorso mese di aprile hanno lamentato l'esiguità della paga (880 euro mensili), il problema della qualifica e il pendolarismo. "Alla luce di quanto sta accadendo ed allo stato attuale - hanno sostenuto - ci si pone la domanda del perché la Regione insiste nel tenere nel proprio organico a Catanzaro questo personale nonostante la professionalità acquisita in passato attraverso un progetto ministeriale con formazione da parte del Cnr. Abbiamo disagi notevoli a raggiungere la nuova destinazione di lavoro in quanto molti di noi provengono da realtà territoriali con circa 400 chilometri di percorrenza giornaliera". Per il presidente della Regione "c'é la necessità che il personale stia a Catanzaro. Se ci sono professionalità rilevanti - ha concluso - siamo pronti a valorizzarle". "Quello che ha fatto la Regione stabilizzando gli ex Lsu e Lpu - ha sostenuto l'assessore Frascà - non l'ha fatto nessun altro ente, venendo incontro alle esigenze e stabilendo il pagamento delle spese di trasporto sui mezzi pubblici"

Corbelli “No all’abolizione delle Province”: Il leader del Movimento Diritti civili e consigliere provinciale, Franco Corbelli, preannuncia che domani, mercoledì, nella conferenza dei capigruppo, chiederà che anche la Provincia di Cosenza il 30 gennaio prossimo convochi un Consiglio provinciale straordinario per dire no all'abolizione delle Province. "La Provincia di Cosenza, a differenza delle altre Province calabresi - sostiene Corbelli in una nota - è l'unica a non aver ancora deciso se aderire alla iniziativa congiunta dell'Upi di fine mese. Se si vogliono ridurre i costi della politica, cancellare gli Enti inutili, si inizi ed eliminare gli sprechi, si inizi tagliando del 50% il numero dei parlamentari, portandoli dagli attuali mille a non più di cinquecento, numero più che sufficiente e, ancora, di gran lunga superiore ai Parlamenti di quasi tutti gli altri Paesi". "Sono pronto a votare per l'abolizione delle Province - dice ancora Corbelli - se prima viene tagliato il Parlamento degli sprechi e dei privilegi, dei tanti (troppi) deputati e senatori inutili e fantasma. Quegli stessi partiti che chiedono l'abolizione delle Province sono gli stessi che costituiscono, con i loro rappresentanti, un Parlamento di mille nominati (tra deputati e senatori) ognuno dei quali percepisce in un solo mese quasi il doppio della intera indennità complessiva di un anno di un consigliere provinciale, che a differenza dei 'prescelti romani', lavora invece ogni giorno nelle Commissioni consiliari per la risoluzione dei problemi del suo territorio e del collegio che lo ha eletto. Se c'é un Ente, nella fattispecie istituzione, inutile e da tagliare, il primo in assoluto è il Parlamento. Si inizi dunque da lì se si vuole essere credibili e coerenti e si continui pure dopo con le Province. Ma chiedere solo l'abolizione delle Province è pura demagogia".

 

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