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Estorsioni e usura, 13 arresti tra Lamezia e Vibo

 

Giro di estorsioni e usura, 13 arresti tra Lamezia e Vibo. Affari per 3 mln di euro

13 gen 09 Carabinieri e Guardia di Finanza hanno arrestato nelle provincia di Catanzaro e Vibo Valentia 13 persone, accusate di avere attuato una serie di estorsioni e svolto attività di usura ai danni di alcuni imprenditori di Lamezia Terme. La maggior parte degli arresti è stata fatta a Lamezia Terme ed alcuni sono stati eseguiti a Tropea, nel Vibonese. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Lamezia Terme, su richiesta della Procura della Repubblica.

Affari per 3 mln di euro. Avrebbe prodotto un giro di affari che si aggira sui tre milioni di euro, il gruppo di estorsori e usurai che è stato sgominato all'alba di oggi dai carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme e dai finanzieri del Gruppo lametino e del Nucleo di Polizia tributaria di Catanzaro. Le indagini che hanno portato all'esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip di Lamezia Terme su richiesta della Procura della Repubblica hanno avuto inizio nel 2005. Nel corso dell'operazione congiunta, conclusasi all'alba e che ha riguardato le province di Catanzaro e Vibo Valentia, i carabinieri, hanno anche posto sotto sequestro alcuni assegni per un valore di oltre duecentomila euro. Sei delle persone interessate dai provvedimenti restrittivi sono state arrestate in provincia di Vibo Valentia, cinque delle quali nella zona di Zambrone e uno a Briatico. In provincia di Catanzaro gli arrestati sono sette, tutti residenti a Lamezia Terme.

Gli arrestati. Delle 13 persone arrestate stamani da carabinieri e Guardia di finanza con l'accusa di estorsione ed usura otto sono finite in carcere e cinque ai domiciliari. La custodia in carcere è stata disposta per i lametini Vincenzino Lo Scavo, di 52 anni, e Carlo Stranges (35) e per i vibonesi Pasquale Loiacono (78), Domenico Nicola Fortunato Piccolo (42), Antonio Carlo Varone (40), Carlo Russo (31), Gregorio Lo Iacono (51), Gabriele Bombai (39). Agli arresti domiciliari, invece, sono finiti Vincenzo Perri (34), Angelo Torcasio (26), Francesco Muraca (52), Luigi Stranges (60) e Saverio Antonio Stranges (40). Un'altra persona contro la quale è stata emessa ordinanza di custodia cautelare risulta irreperibile.

Indagini avviate dopo serie di truffe. Hanno avuto inizio dopo alcune truffe a danno di finanziarie le indagini dei carabinieri e dei finanzieri che stamani hanno portato all'arresto di tredici persone tra Lamezia Terme e Vibo Valentia nell'ambito dell'operazione chiamata 'Rainbow'. Alle persone arrestate, alle quali è stata notificata una ordinanza del Gip di Lamezia, Francesca Gomez de Ayala, sono contestati a vario titolo i reati di usura, estorsione, detenzione illegale di armi, esercizio abusivo del credito, emissione di fatture per operazioni inesistenti. I particolari investigativi sono stati resi noti stamani nel corso di una conferenza stampa dal procuratore facente funzioni Elio Romano. Gli investigatori seguendo il percorso di alcuni assegni hanno scoperto un giro di prestiti ad usura all'interno del quale, tra il territorio di Lamezia Terme e di Vibo, erano coinvolti una ventina di imprenditori. I tassi praticati variavano dal 120 al 250% annuo anche se con modalità diverse a seconda delle circostanze e per un giro complessivo di oltre due milioni di euro. In alcuni casi, così come accaduto nel vibonese, l'imprenditore che non poteva ottemperare al pagamento si vedeva costretto a cedere la sua azienda. A dare un contributo all'operazione anche le segnalazioni che gli investigatori hanno ricevuto da parte dell'ufficio italiano cambi in merito ad alcune operazioni che hanno permesso di verificare il giro del denaro. "I titolari delle imprese - ha detto il procuratore - una volta messi davanti alle evidenze delle indagini hanno rotto il muro di omertà, che spesso avvolge queste situazioni, ed hanno deciso di collaborare".

 

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