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Rinviato processo per usura

 

Processo a banche per usura: rinviato, sit in di protesta

09 gen 09 E' stato rinviato al 4 febbraio, a causa di un difetto di notifica, il processo d'appello a Reggio Calabria ad alcuni banchieri accusati di usura sulla base della denuncia presentata da un imprenditore di Rizziconi (Reggio Calabria), Antonino De Masi. Nel processo sono imputati l'ex presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, oggi presidente di Mediobanca; il presidente della Bnl, Luigi Abete; l'ex presidente di Banca Antonveneta, Dino Marchiorello, ed alcuni dirigenti e funzionari dei tre istituti di credito. In primo grado, nel processo conclusosi nel novembre del 2007, tutti gli imputati sono stati assolti dal Tribunale di Palmi per non avere commesso il fatto. Il processo di secondo grado è scaturito dall'appello presentato dalla Procura generale di Reggio Calabria, secondo la quale "l'usura bancaria è stata certificata e attestata dal Tribunale, ma non è accettabile che lo stesso giudice possa affermare che il reato non ha colpevoli". De Masi ha ricevuto numerose attestazioni di solidarietà tra cui quelle di Confindustria Calabria, di Italia dei valori e del consigliere regionale de La Destra Gabriele Limido

Sit in di protesta. Il consigliere regionale Gabriele Limido, assieme ad una delegazione de La Destra, ha tenuto stamani un sit-in davanti alla Corte d'Appello di Reggio Calabria per protestare "contro - è scritto in un comunicato - l'usura 'istituzionalizzata' delle banche". La manifestazione è stata promossa in occasione della prima udienza dell'appello che vede costituito parte civile l'imprenditore Antonino De Masi contro i vertici di alcune banche. "De Masi - è scritto nel comunicato de La Destra - ha ringraziato personalmente il segretario Limido per il sostegno affermando che 'la classe politica calabrese si dovrebbe occupare realmente dei veri problemi del territorio, problemi che hanno portato la nostra regione ad essere l'ultima in Italia, non solo dal punto di vista economico ma anche di civiltà e di principi e valori". Limido, in una dichiarazione, ha detto che lo "strozzinaggio 'istituzionalizzato' è una delle principali piaghe della Calabria e del sud. E' intollerabile che le imprese calabresi siano sottoposte ad un doppio ricatto. Schiacciate da due soggetti, uno legale e l'altro illegale. Quale sviluppo economico possiamo dare alla nostra regione se le aziende, oltre a far fronte alla pressione della criminalità organizzata, si trovano davanti delle banche che applicano tassi tre volte superiori alla media nazionale? Noi come Destra Calabria ci mobiliteremo con ogni forza contro l'usura garantita dalle istituzioni". "Quest'anno partirà una campagna nazionale e regionale - ha sostenuto ancora Limido - per attirare l'attenzione del governo su questa situazione di emergenza. E rileviamo che in Parlamento, ormai da qualche anno, giace un progetto di legge presentato dal presidente del partito, Teodoro Buontempo, contro il 'signoraggio bancario'. Se applicato, sposterebbe l'asse economico e finanziario verso i lavoratori e a tutela delle imprese. In Calabria, come nel resto del Mezzogiorno, gli istituti di credito approfittano dello stato di debolezza del tessuto sociale, di quello economico, della classe politica locale distratta e della quasi assenza delle istituzioni per azionare meccanismi, a volte illegittimi e spesso illeciti, che gli consentono di ricevere il massimo dei ricavi. E' una maledetta storia che deve finire"

 

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