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Processo per la morte di Federica Monteleone

 

Iniziato il processo per la morte di Federica Monteleone. La madre “Hanno tentato di insabbiare le indagini, ma sono speranzosa”

20 gen 09 E' iniziato a Vibo Valentia, in Tribunale, il processo per la morte di Federica Monteleone, la ragazza di 16 anni deceduta nel gennaio del 2007 dopo essere entrata in coma mentre veniva sottoposta ad un intervento di appendicite nell'ospedale di Vibo. Il decesso della giovane avvenne nel nosocomio di Cosenza dove era stata trasferita. Il collegio giudicante e presieduto da Giancarlo Bianchi. Nel procedimento si sono costituti parte civile i genitori di Federica, Pino e Maria Sorrentino, il fratello, i nonni materni, la Regione Calabria e Cittadinanzattiva. Gli imputati, che dovranno rispondere, a vario titolo, di omicidio colposo, sono Francesco Talarico, all'epoca dei fatti direttore generale dell'Azienda sanitaria di Vibo Valentia, che dovrà rispondere anche di corruzione; Antonino Stuppia, titolare dell'impresa che eseguì i lavori nella sala operatoria che dovrà rispondere anche di falso; Francesco Costa, anestesista; Alfonso Luciano, ex direttore sanitario dell'azienda; Piero Schirripa direttore sanitario dell'ospedale; Roberto De Vincentis all'epoca direttore dei servizi tecnici; Nicola Gradia,responsabile di settore dei servizi tecnici; Antonio Bruni, ex consulente incaricato di seguire i lavori, e Matteo Cautadella, medico.

Madre Federica "Hanno tentato di insabbiare le indagini". "Sono serena e speranzosa perché le nostre battaglie ed i risultati degli investigatori hanno dimostrato in che direzione bisogna andare". Lo ha detto Maria Sorrentino, madre di Federica Monteleone, prima dell'inizio dell'udienza del processo alle nove persone imputate per la morte della sedicenne avvenuta dopo un intervento di appendicite a Vibo Valentia. La donna è arrivata in tribunale assieme al marito Pino e ai nonni materni di Federica, che si sono costituiti parte civile nel processo. "La magistratura - ha aggiunto Maria Sorrentino - si è già espressa positivamente, col rinvio a giudizio e con la sospensione da parte del Csm del Procuratore della Repubblica. E' da qui che vogliamo partire. Hanno tentato di insabbiare le indagini, ma alla fine le cose erano sotto gli occhi di tutti e la verità doveva venire fuori. Ho dovuto attendere tre mesi prima che il procuratore Laudonio mi ascoltasse. Questo non è normale". "La mia vita - ha detto ancora la donna - non cambierà più. Mi aspetto giustizia, che è il minimo che si deve a Federica, alla nostra famiglia e alla società intera perché avere giustizia significa poter evitare che si commettano determinati errori. Bisogna finalmente ridare fiducia a questa magistratura, che oggi purtroppo traballa".

I difensori "No a parte civile Regione". I difensori dei nove imputati del processo iniziato stamani a Vibo Valentia per la morte di Federica Monteleone dicono no alla costituzione di parte civile della Regione Calabria. Gli avvocati hanno presentato un'eccezione preliminare chiedendo che il Tribunale respinga la richiesta della Regione. Ai difensori hanno replicato, sostenendo la legittimità della richiesta della Regione, la pubblica accusa, rappresentata dal procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, e dal pm Fabrizio Garofalo, e l'avvocato dell'ente regionale, Giuseppe Fonte. Il Tribunale si è poi ritirato in camera di consiglio per decidere sull'eccezione.

 

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