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Intercettazioni, archivio; Genchi: non esiste

 

Intercettazioni, Genchi si difende “Archivio non esiste, nomi inseriti da arte”

26 gen 09 "Io in vita in mia, compreso il periodo che ho svolto attivo nella Polizia di Stato, non ho mai svolto una sola intercettazione, e sfido chiunque a dimostrare il contrario, ne' legale ne' tanto meno illegale". E' quanto ribadisce ai microfoni di SkyTg24 Gioacchino Genchi, esperto informatico e consulente dell'ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris. "Tra l'altro - continua - le intercettazioni illegali sono punite dalla legge, esiste pure un'aggravante qualora vengano commesse da un pubblico ufficiale, e io sono un pubblico ufficiale, ipotesi per la quale e' previsto l'arresto: se qualcuno sostiene che io abbia svolto delle intercettazioni illegali lo dicesse pure, cosi' mi arrestano. L'archivio? Non esiste nessun archivio". Per Genchi, sulla vicenda che lo riguarda e' in atto "una grande mistificazione", perche' "la confusione non e' solo una carenza di conoscenze professionali e tecniche di chi la fa ma attiene proprio alla volonta' di mistificare e denigrare".

Nomi inseriti ad arte. "Questa fuga di notizie, in cui sono stati inseriti ad arte certi nomi, e' l'aspetto piu' evidente della mistificazione in cui poi sono caduti a catena, e continuano a cadere, i politici". Ai microfoni di SkyTg24 Gioacchino Genchi, esperto informatico ed ex consulente di Luigi De Magistris, torna a negare l'esistenza di un "archivio segreto" e a parlare senza mezzi termini di "bufala". "Perche' quei nomi? Posto che i tabulati di cui il dottor De Magistris ha disposto l'acquisizione risultano agli atti, li esaminera' anche il Copasir, si sa di chi sono le utenze telefoniche e chi sono i soggetti nei confronti dei quali e' stata disposta l'acquisizione. Ma la cosa piu' grave e' che sono stati inseriti ad arte una serie di nomi (tra gli altri, quelli di Prodi, Berlusconi, De Gennaro, Spataro, ndr) che non c'entravano nulla e non c'azzeccavano nulla nell'indagine e non sono stati detti i veri soggetti, i veri nomi, compresi quelli dei magistrati nei confronti dei quali erano state indirizzate delle indagini". "Inserire, ad esempio, in quell'elenco - spiega Genchi - il dottor Armando Spataro, procuratore aggiunto di Milano, significava chiudere al dottor De Magistris il rapporto che si era instaurato con la procura di Milano e schierare contro il dottor De Magistris tre quarti della magistratura italiana, per quello che e' il peso e la levatura carismatica del dottor Spataro nella magistratura italiana". "Non ho mai subito ne' ricatti, ne' minacce - conclude l'esperto - neanche telefoniche. La persona che mi fa piu' paura, al momento e' il mio dietologo..."

Il 20 febbraio archivio Genchi al CSM. L'archivio di Genchi sara' al centro del procedimento disciplinare che vedra' protagonista il 20 febbraio prossimo davanti al Csm l'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris. Il magistrato, oggi giudice del Riesame a Napoli dopo il trasferimento gia' stabilito dal tribunale delle toghe, dovra' difendersi davanti alla sezione disciplinare dall'accusa di aver acquisito nell'ambito dell'inchiesta 'Why not' tabulati telefonici intestati all'ex Guardasigilli Clemente Mastella senza la necessaria autorizzazione della Camera di appartenenza, nonche' di aver delegato al suo consulente Genchi compiti di sola competenza del pm, come la valutazione dei tabulati acquisiti. Su questi fatti, la Procura generale della Cassazione aveva aperto un'istruttoria che ha portato quindi al procedimento che si terra' tra qualche settimana a Palazzo dei Marescialli.

Rutelli riferisce a Schifani e Fini. Il senatore Francesco Rutelli e il senatore Giuseppe Esposito, Presidente e Vicepresidente del Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, come preannunciato nei giorni scorsi, riferiranno al Presidente del Senato lunedi' 26 gennaio 2009, alle ore 19, ed al Presidente della Camera martedi' 27 gennaio 2009, alle ore 9.15, sull' attivita' del Comitato con riferimento al coinvolgimento di personale appartenente ai Servizi di informazione e sicurezza nelle inchieste Why not e Poseidone, condotte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Il Comitato ha, altresi', definito il seguente calendario di audizioni: venerdi' 30 gennaio 2009: prof. Franco Pizzetti, Garante della Privacy; dottor Luigi De Magistris, magistrato; dottor Gioacchino Genchi, consulente tecnico; responsabili societa' telefoniche Tim e Vodafone; generale Giorgio Piccirillo, Direttore dell'AISI; ammiraglio Bruno Branciforte, Direttore dell'AISE. Lunedi' 2 febbraio 2009: dottor Enzo Jannelli, Procuratore generale di Catanzaro e magistrati attualmente titolari dell'inchiesta; responsabili ROS Carabinieri.

Cicchitto “Serve una commissione”: Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del PdL, in una intervista a "il Giornale", oggi in edicola, parla sul caso Genchi, affermando tra l'altro quanto segue: "Sono stato tra i primi a sollevare questo caso, con un'interrogazione parallela a quella presentata per il Pd da Tenaglia. Avevo avvertito la gravita' del caso, confermata dalla risposta del sottosegretario per la Giustizia Giacomo Caliendo, e sollecitai a farsi inviare gli atti da Catanzaro il presidente del Copasir, Francesco Rutelli, che e' stato d'accordo. Si avvertiva qualcosa di inquietante". Cicchitto prosegue sottolineando che "e' evidente che sulle intercettazioni c'e' il pericolo da un lato di terribili forzature, e dall'altro che certe cose vengano pubblicate e certe altre no. Elementi che emergono sia da quanto e' uscito in questi giorni sia da casi precedenti, come per le intercettazioni Telecom o per quelle del caso Unipol, con Fassino, D'Alema e Latorre intercettati, e nessuno della controparte". Cicchitto dice anche che "non si sa se oltre ai tabulati ci siano anche trascrizioni di intercettazioni. E se esistessero, dove sono? Qualcuno puo' usarle o averle usate come ricatto? Questo dubbio richiedera' ulteriori accertamenti da parte dell'autorita' giudiziaria". Cicchitto sostiene, concludendo, che "Va valutata la creazione di una commissione parlamentare d'inchiesta, con gli stessi poteri dell'autorita' giudiziaria. E' un'ipotesi che metto subito sul tavolo perche' quanto e' emerso mette in evidenza un caso di grandi proporzioni, che non deve essere sfruttato politicamente, ma semmai deve preoccupare sia la maggioranza che l'opposizione poiche' ad essere coinvolte sono le istituzioni dello Stato"

Gasparri “Genchi parli al giudice”. 'Il signor Gioacchino Genchi invece di dare consigli alle persone perbene si rechi volontariamente in Procura, o meglio ancora in un carcere a sua scelta perche' cio' che lui e i suoi mandanti hanno fatto e' di una gravita' inaudita. Non gli e' consentito nemmeno citare le persone per bene perche' lui ha molte cose da spiegare. La sua condotta sara' certamente al centro di approfondimenti che, non solo in Parlamento, si dovranno fare su questa pagina di vergogna per la Repubblica italiana. Noi non parliamo a sproposito. Vorremmo sapere lui per conto di chi, quando, come e dove ha agito violando ogni norma vigente. Lui non sta dalla parte dello Stato. Noi siamo lo Stato, lui agisce per l'anti-Stato'. Lo dice il capogruppo del Pdl a Palazzo Madama, Maurizio Gasparri.

 

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