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Frana sulla A3: due morti

 

Morire per una frana in autostrada, dopo la tragedia sulla A3 si alzano le polemiche

26 gen 09 Morire per una frana in autostrada. Quando l’autostrada si chiama A3 purtroppo diventa una triste e tragica realtà. Una vergogna tutta meridionale, anzi da terzo mondo. In tanti si sono cimentati in critiche, spiegazioni, giustificazione e accuse. La Procura di Cosenza ha aperto un inchiesta. I politici in coro hanno parole di circostanza. Intanto le frane, dopo una pioggia intensa, si moltiplicano. Da Rose a San Sisto dei Valdesi, da Roggiano a Falerna è un’ecatombe di frane, terreni dissestati, territori sconvolti con alla base un tremendo trait d’union: la cattiva manutenzione dei terreni e dei corsi d’acqua che ostruiti o non vincolati cercano altri percorsi modificando gli assetti idrogeologici consolidati per anni. Una mancanza delle più elementari norme di difesa del suolo. Tutti colpevoli, tutti innocenti. L’uomo con la sua negligenza, a volte, ha dato un contributo fatale. E la natura si ribella. Come a Rogliano dove centinaia di migliaia di metri cubi di fango e detriti, con decine di alberi e arbusti caduti in pochi secondi sull'autostrada A/3, Salerno- Reggio Calabria. Istanti impressionanti, che hanno spezzato la vita di due persone e hanno segnato in maniera indelebile quella di altre cinque. L'inferno si e' materializzato ieri sera, poco dopo le 21, nel tratto dell'A/3 compreso tra gli svincoli di Rogliano ed Altilia Grimaldi, nel Cosentino. Sotto le macerie un furgone su cui viaggiava una squadra amatoriale di calcetto di ritorno da Terni, dove aveva disputato un memorial. A perdere la vita sono stati Danilo Orlando, 27 anni, giovane catanzarese da poco laureato in Scienze dell'amministrazione all'Universita' "Magna Graecia" di Catanzaro, e Nicola Pariano, 59 anni, dipendente dell'Enel originario di Cotronei, un centro del Crotonese, e residente a Catanzaro. Cinque i feriti, tra i quali il padre di Danilo, Vitaliano Orlando, 53 anni, ricoverato nel reparto di Chirurgia generale dell'ospedale "Pugliese" di Catanzaro; Alberto Nistico', 57 anni, ricoverato nel reparto di Neurochirurgia di Catanzaro; Francesco Caiola, 53 anni, ricoverato nell'ospedale di Lamezia Terme. Sono stati, invece, dimesse nella tarda mattinata di oggi le altre due persone ricoverate a Lamezia Terme: Rosario Cavallo, 20 anni, e Francesco Timpano, 33, entrambi di Cotronei. A cedere sul tratto autostradale in provincia di Cosenza e' stato un'imponente massa di detriti, fango e arbusti, che ha travolto in pieno il furgone sul quale viaggiavano i componenti della squadra aziendale. Agli occhi dei soccorritori si sono presentante scene raccapriccianti, con il furgone completamente sepolto ed entrambe le carreggiate dell'autostrada ostruite. Cavallo e Timpano, con prognosi di 20 e 7 giorni, sono stati i primi ad essere estratti, mentre Caiola, estratto per ultimo, si e' salvato per via dei corpi dei due amici defunti che lo hanno messo al riparo dal fango. Nulla da fare, invece, per le due persone rimaste uccise e avvolte dal fango. Sui loro corpi la Procura della Repubblica di Cosenza ha disposto l'autopsia, che sara' effettuata domani, mentre i funerali dovrebbero svolgersi nelle chiese dei due quartieri di Catanzaro dove risiedevano, probabilmente mercoledi'. Il presidente della Regione, Agazio Loiero, ha voluto incontrare i feriti ricoverati a Lamezia Terme e Catanzaro, soffermandosi in particolare con Orlando. Secondo Loiero "l'autostrada, lo sfasciume del territorio e l'intensita' della pioggia che a mia memoria non ricordo" sono alla base della tragedia. Rispetto ai feriti, il governatore ha aggiunto che "ho visto a Catanzaro Vitaliano Orlando, il padre di Danilo, morto nella tragedia. Pur se in un lettino di ospedale, con diversi problemi di salute, e dopo aver saputo della perdita del figlio, sta affrontando tutto con estrema dignita' tipica di tanti calabresi. Lo dico con orgoglio, con Orlando che ha detto lo ha voluto Dio". Anche il sindaco di Catanzaro, Rosario Olivo, ha voluto fare visita ai feriti, proclamando il lutto cittadino nella giornata in cui si svolgeranno i funerali. La tragedia, intanto, ha scatenato una serie di polemiche. Il deputato del Pd Nicodemo Oliverio, in apertura dei lavori della Camera, ha chiesto che il Governo riferisca immediatamente in aula, sottolineando la mancanza di interventi veri nel settore delle infrastrutture nel Sud ed in particolare in Calabria. Altre sollecitazioni al Governo sono state avanzate da Mario Tassone (Udc), Jole Santelli (Fi) ed altri parlamentari, mentre il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, ha sottolineato che l'espressione del cordoglio non basta, "servono - ha detto - interventi per combattere il rischio del dissesto idrogeologico".

Opere di difesa del suolo inadeguate. "Dopo la tragedia provocata da una frana di terreno sulla A/3 Salerno-Reggio Calabria si tornera' a parlare di dissesto idrogeologico e la causa sara' attribuita alle piogge intense, al maltempo, a questo inverno particolarmente rigido, scomodando magari gli assetti climatici mondiali e l'effetto serra. Purtroppo non e' cosi'. Le cause, invero, vanno individuate in un uso del territorio dissennato e soprattutto nella sottovalutazione della stabilita' dei suoli e dei versanti laddove si interviene con la realizzazione di infrastrutture che incidono profondamente sul paesaggio e sull'assetto territoriale". Lo afferma in una nota stampa Carlo Frutti, presidente dell'Associazione nazionale difesa del suolo. "Dalle prime immagini televisive della A/3 colpita dalla frana, come da quelle di recenti frane in area alpina che hanno bloccato importanti localita' turistiche - aggiunge Frutti - si e' potuto notare come alcune opere di difesa sono risultate, alla luce dei fatti, assolutamente inadeguate, realizzate con tecnologie ormai superate ed a forte impatto ambientale. I tradizionali muri di sostegno in cemento armato, le funi e le reti passive, le barriere paramassi rigide oggi possono essere sostituite, grazie all'innovazione tecnologica, con sistemi attivi e reti paramassi elastiche, debris flow (barriere per colate di detriti e fango), drenaggi profondi, microdrenaggi e la regimentazione superficiali delle acque, il tutto abbinato a tecniche di ingegneria naturalistica e con ridotto impatto ambientale". "Troppo spesso, nell'emergenza come nella quotidianita' - sottolinea il presidente dell'Associazione nazionale difesa del suolo - gli interventi sul suolo sono realizzati sulla base di progetti "fotocopia", con indagini geologiche e geotecniche approssimative, da prezziari "bloccati" che non tengono conto dell'opera nel suo complesso, durabilita' delle opere e della manutenzione nel tempo degli interventi, e delle piu' recenti innovazioni tecnologiche e di tipologie d'intervento; ed i lavori sono eseguiti, spesso per le opere di protezione e di consolidamento di versante, in sub appalto e con personale a volte non qualificato. Si evidenzia, quindi, l'esigenza di una conoscenza accurata e diffusa del territorio, di una progettazione dettagliata e mirata degli interventi, e l'utilizzo di tecnologie innovative a basso impatto ambientale. Fondamentale, in questo senso, e' il ruolo dei professionisti che sono chiamati a seguire, dallo studio alla realizzazione, al monitoraggio, alla verifica ed alla fase di esercizio, ogni aspetto delle opere. Urgente e' passare da una politica dell'emergenza ad un attento programma di prevenzione e di governo dei processi di degrado del territorio, badando alla relazione tra ambiente e presenza antropica, e potendo al tempo stesso avvalersi di tecnologie innovative ed efficaci per l'esecuzione delle opere e la manutenzione, ma capaci al contempo di mitigare l'impatto ambientale, implementando anche norme tecniche, codici per la progettazione e gli interventi, metodologie per la verifica, linee guida e tipologiche delle opere, revisione dei prezziari, formazione, percorsi progettuali ed esecutivi premianti e validati,. Oggi che la crisi economica impone scelte ed investimenti con l'attivazione di risorse rilevanti per la realizzazione di opere pubbliche, rapidamente cantierabili - conclude Frutti - non si puo' disconoscere che la difesa del suolo e le azioni di previsione e prevenzione dei fenomeni di dissesto idrogeologico, sono la prima, urgente e non rinviabile opera pubblica per l''Italia. Ed al prossimo disastro non prendiamocela di nuovo con la pioggia".

Geologo “Si poteva evitare”. "Se esisteva un muro di contenimento, la frana sull'A3 era stata sicuramente cartografata: e se era un punto critico andava messo sotto sorveglianza. Perche' non e' stato monitorato?" L'interrogativo e' posto da Francesco Russo, presidente dell'Ordine dei geologi della Campania, secondo cui la tragedia di oggi poteva essere evitata con presidi territoriali come quelli realizzati a Sarno dopo l'alluvione, ma che ora sono bloccati per mancanza di finanziamenti. Il problema e' infatti - secondo Russo - la carenza di fondi per prevenzione e pianificazione. Eppure l'esperienza, cosi' come le previsioni degli scienziati sulle conseguenze dei cambiamenti climatici, dovrebbero imporre una svolta nella tutela del territorio. "Dal 1918 ad oggi - riferisce Russo, citando dati Apat - ci sono state 6000 alluvioni e 12 mila frane, cioe' 220 fenomeni l'anno in media, uno ogni 36 ore. Negli ultimi 50 anni hanno perso la vita 3.500 persone, di cui 2500 per frane, pari a 7 vittime al mese. Circa il 10% del territorio nazionale, pari a 6.600 comuni, e' classificato ad elevato rischio. Per la difesa del suolo sono stati spesi in 30 anni 100 miliardi di euro, ma per la messa in sicurezza ne servirebbero 42. Invece, la Finanziaria 2007 ha stanziato 275 milioni per il 2008 e altrettanti per il 2009, ma di questi solo il 50% va alle Regioni e gli altri restano allo stato per le fasi emergenziali". "La programmazione in Italia non esiste - prosegue Russo - e siamo stanchi di ripeterlo continuamente. Con il cambiamento del clima assisteremo ad un raddoppio della quantita' di pioggia l'ora, ma fogne, canali, infrastrutture non vengono adeguate. La verita' e' che non si investe nella sicurezza dei cittadini". La proposta dell'ordine dei geologi e' che ogni amministrazione (Comuni, Province, Regioni) si fornisca di almeno un geologo e che le autorita' di bacino abbiano i soldi per organizzare presidi territoriali. Solo cosi' si puo' evitare che una pioggia si trasformi in un disastro ambientale, con altri morti da piangere.

Legambiente “Serve manutenzione e prevenzione”. "La manutenzione del territorio e' la prima e piu' importante opera pubblica di cui ha bisogno l'Italia. Il nostro Paese e' fortemente esposto al rischio idrogeologico, un pericolo ancora oggi troppo sottovalutato dagli enti locali e dai governi, per il quale si deve investire molto di piu'". Cosi' Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente ribadisce la preoccupazione dell'associazione per il rischio idrogeologico in Italia, dopo la frana che ha interessato ieri sera l'A3. "In Calabria, come in molte altre zone del nostro paese, gli interventi di messa in sicurezza seguono spesso filosofie tanto vecchie quanto evidentemente inefficaci, mentre il contrasto all'abusivismo e al disboscamento scriteriato sono ancora troppo deboli. Investire di piu' nella prevenzione e nel controllo del territorio - ha aggiunto Muroni - puo' essere anche la chiave per affrontare la crisi, mettendo in moto meccanismi virtuosi di occupazione. Serve pero' una precisa volonta' politica per farlo che metta al primo posto le opere davvero utili alla sicurezza dei cittadini e al futuro dell'Italia".

Bova “Non basta il cordoglio”. "Di fronte alla gravissima vicenda di Rogliano, che ha causato la morte di due persone ed il ferimento di altre cinque, non basta piu' esprimere solo il proprio cordoglio personale e quello delle Istituzioni. Bisogna riaprire ed affrontare di nuovo in maniera seria il problema del dissesto idrogeologico del territorio calabrese". Lo afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Bova. "La tragedia avvenuta sulla Salerno - Reggio - agiunge Bova - impone interventi urgenti, che non possono per nessun motivo essere piu' differiti. Dall'apocalisse vissuta a Soverato il 10 settembre 2000 alla frana che ieri ha travolto ogni cosa a Rogliano, passando attraverso le troppe drammatiche vicende avvenute negli ultimi anni, troppo poco e' stato fatto per risolvere una questione tra le piu' gravi che incombano sulla vita dei cittadini calabresi. Oggi, se neppure i muri di contenimento dell'autostrada sono in grado di reggere al maltempo e alle frane - conclude il presidente dell'assemblea legislativa calabrese - vuol dire davvero che siamo gia' oltre il livello di guardia, e la paura e il senso di insicurezza, in questa regione, si allargano anche a chi viaggia in automobile. Occorre un'assunzione forte di responsabilita' perche' tutto questo non debba ripetersi mai piu'".

Laratta “Drammatica la situazione calabrese”. "La pioggia battente da oltre una settimana e le forti raffiche di vento hanno causato nella provincia di Cosenza e sul Tirreno cosentino danni ingentissimi. Nella serata del 25 gennaio, intorno alle 21, secondo quanto riferito dall'Anas, in prossimita' del km 283 dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria si e' verificato un movimento franoso esteso oltre 50 metri che ha interessato l'intera sezione autostradale, causando morti e feriti gravi e la completa chiusura della stessa Autostrada. Ma fin dalla fine di dicembre si sono registrati in tutto il territorio calabrese straordinarie ondate di maltempo con fortissime raffiche di vento, alluvioni e mareggiate che hanno provocato danni ingentissimi alle infrastrutture, ai porti, al sistema economico e produttivo di gran parte della Regione con danni ingentissimi non ancora quantificati". Lo afferma l'on. Franco Laratta, del Pd, il quale rende noto che con i parlamentari calabresi in un'interpellanza urgente hanno chiesto aiuto al Governo con lo stanziamento straordinario di risorse per il ripristino della viabilita', con interventi in tutti i settori colpiti, anche con la dichiarazione dello stato di calamita' naturale. I parlamentari segnalano come da molto tempo era stato lanciato l'allarme per le condizioni molto preoccupanti della Regione Calabria dal punto di vista idro-geologico, ma l'allarme e' stato sottovalutato e nessuno intervento e' stato predisposto in tempo.

Santelli “Maggiore prevenzione”. L'on. Jole Santelli, responsabile sicurezza Fi e Vice Presidente della Commissione Affari Costituzionali, ha espresso "il personale cordoglio alle famiglie delle due vittime della frana che la notte scorsa ha inghiottito il furgone con a bordo sette persone. Si tratta di una immane tragedia che ci spinge a provvedere ad una maggiore prevenzione per il rischio ambientale che, qualora non gestito, determina catastrofi di questo genere, in particolar modo quando si determinano situazioni metereologiche straordinarie come quelle di queste settimane. Abbiamo chiesto un intervento straordinario per il ripristino della viabilita' e per la dichiarazione dello stato di calamita' naturale e contiamo sulla sensibilita' del Governo in questo senso. Da concittadina delle vittime e da parlamentare - afferma ancora la Santelli - sono vicina ai feriti ed ai loro parenti che stanno dimostrando una grande dignita' nel dolore, anche fisico, ed a loro auguro che presto possano superare questo momento terribile in cui e' perfino difficile darsi delle spiegazioni".

Mario Oliverio “Territorio reso debole da anni di incurie”. “ E’ una tragedia che ha scosso l’Italia tutta e che la nostra comunità piange, quella accaduta ieri sera sull’A3. Una tragedia ancora più devastante considerate le circostanze che l’hanno determinata”. Lo ha affermato il Presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, in riferimento a quanto accaduto ieri sera sull’Autostrada SA-RC, nei pressi di Rogliano, dove una frana di vaste dimensioni ha investito un’auto in transito uccidendo due tra le sette persone che viaggiavano al suo interno, ferendone le altre.
Lo stesso presidente Oliverio sin dalle prime ore della mattinata si è recato in alcune zone del territorio provinciale, in più punti colpito pesantemente dal maltempo delle ore passate, mentre incessante è il lavoro delle squadre provinciali all’opera per ripristinare condizioni di viabilità, così come accaduto del resto anche negli scorsi giorni in situazioni analoghe.
“ Una efficace azione di protezione civile- prosegue Mario Oliverio- dovrebbe essere in grado di fronteggiare situazioni eccezionali e non rimanere nell’ambito di quelle ordinarie.
Sappiamo che questo territorio è stato reso debole ed esposto da anni di incuria e di abbandono; per questo invochiamo da tempo una azione forte che coinvolga più livelli istituzionali per risanare ferite che stanno presentando conti pesanti .”
“ Lo abbiamo segnalato in occasione della frana che ha interessato il tratto di Marzi della Ferrovia della Calabria- aggiunge Oliverio- ; ripetuto in riferimento ai danni ingenti provocati dalle piogge di Dicembre; sottolineato quando fu presentato il protocollo stretto con l’IRPI CNR che estende a 14 Comuni il monitoraggio territoriale applicato dai tecnici per la zona di San Martino di Finita. Il livello istituzionale che rappresento sta facendo tutto ciò che è nelle sue possibilità per i suoi cittadini, con uomini e mezzi costantemente impegnati. Tuttavia, riteniamo che non serva più inviare, come fatto, relazioni ai vari Ministeri sulle situazioni critiche unite alla conta di danni che crescono spaventosamente. Ora non è più il momento di rinviare un approccio organicamente definito e concertato con gli organi preposti dello Stato, cui seguano programmi di intervento massicci, verso il problema del dissesto idrogeologico che sta divenendo assassino.”
“ Oggi- sente di aggiungere il Presidente Oliverio- è il tempo del dolore e del cordoglio per le vittime, cui va tutta la nostra vicinanza. Ma immediatamente si dovrà avviare quella che non potrà più essere una riflessione ma un vero e proprio progetto per risanare una situazione che, altrimenti, potrebbe presentare ancora un suo terribile conto, anche in termini di perdita assurda di vite umane.”. “ E’ necessario dare priorità, con carattere di urgenza ad un programma di sistemazione idrogeologica del suolo. In tal senso ha ragione Bertolaso ad insistere affinché il Governo assuma provvedimenti adeguati, destinando a tale programma le risorse indispensabili”conclude il Presidente Oliverio che continua a mantenere costanti contatti con la Prefettura e le strutture della Protezione Civile, oltre che con quella della Provincia.

Calipari “Il Governo risponda subito”. È importante capire se questa tragedia era evitabile”. “ E' gravissimo quello che accaduto sulla A3 questa notte, per questo non potremo accettare risposte evasive né da parte del Governo né da parte delle amministrazioni competenti”. Lo ha dichiarato l’onorevole Rosa Villecco Calipari, capogruppo PD in commissione difesa. ''E’ necessario che il Governo risponda subito all’emergenza calabrese, appurando se realmente i ripetuti appelli dei geologi calabresi dei mesi scorsi su alcuni tratti della Salerno-Reggio Calabria siano stati puntualmente ignorati dalle istituzioni. Mi auguro che immediatamente partano indagini per verificare l’esistenza di monitoraggi sistematici dell’area e di controlli anche in considerazione della pioggia incessante dell’ultima settimana. È importante capire se questa tragedia era evitabile”.

Mancini “fallimentare la tutela del suolo della Regione”. E’ inammissibile poter solo pensare che alcune povere persone abbiano perso la vita perché schiacciati all’interno delle proprie autovetture dai detriti di una frana mentre percorrevano il tracciato dell’A3 – così Giacomo Mancini del PDL. Eppure, quella dell’altra notte, sembra proprio essere una tragedia annunciata- ha continuato Mancini. In Calabria, infatti, manca del tutto una seria politica di tutela e salvaguardia del suolo, nonostante la Regione abbia a disposizione finanziamenti enormi per sviluppare questo fondamentale settore. L’esecutivo regionale, in questi anni ha preferito, purtroppo, accantonare un serio disegno strategico e di sistema per regimentare i corsi d’acqua, consolidare le montagne, promuovere il rimboschimento, e, al contrario- ha proseguito Mancini- ha privilegiato inutili interventi a pioggia spesso di carattere minimale dettati unicamente da spiccioli interessi clientelari.
E dire che, proprio nel settore della tutela del suolo, la Regione negli ultimi anni ha sottoscritto una moltitudine di contratti di collaborazione con ingegneri, geologi e agronomi le cui professionalità non sono state nemmeno coinvolte nella definizione di un piano strutturale per la difesa del suolo.
Questa tragedia – ha concluso Mancini – deve imprimere una svolta virtuosa e far recuperare il troppo tempo perduto per iniziare a porre le basi per una corretta politica di programmazione e di sviluppo armonico del territorio.

Ass. Tripodi (Pdci) “Territorio abbandonato da anni”. “Quanto di grave e di tragico è accaduto sulla Salerno-Reggio Calabria pone seri interrogativi, al di là del grado di emergenza dovuto all’intensità dei fenomeni atmosferici, su quella che deve essere la cura, la salvaguardia e la messa in sicurezza del territorio per troppi anni abbandonato e maltrattato dall’incuria dell’uomo”. A sostenerlo, in una nota, è l’assessore regionale all’Urbanistica e Governo del Territorio e segretario del PdCI Calabria, Michelangelo Tripodi, che esprime vivo cordoglio alle famiglie di Nicolino Pariano e Danilo Orlando e delle altre cinque persone rimaste ferite a causa della caduta della frana sul tratto Rogliano-Altilia Grimaldi della A3. “Non è possibile che accadano tragedie di questa portata – sottolinea Michelangelo Tripodi -. Devono essere evitate e prevenute. Se è vero, infatti, che spesso contro la forza della natura è difficile combattere, è altrettanto vero che cura e prevenzione sono in grado di limitare ulteriori fratture al territorio e possibili tragedie”. “Il nostro territorio, anche in virtù della sua particolare posizione geografica – ribadisce l’assessore regionale - è assai sensibile a rischi di inondazioni, mareggiate, eventi naturali che possono mettere a dura prova, oltre che il territorio stesso, come testimonia la tragedia di ieri e come è successo anche nel recente passato. Per questo, oltre a piani di interventi mirati a contrastare le emergenze, bisogna impegnarsi e adoperarsi fortemente per mettere in sicurezza, riqualificare e valorizzare il territorio. Un patrimonio di tutti che deve essere fattore di sviluppo e di crescita e non di degrado e di abbandono o, cosa ancora più grave, di speculazione come per troppi anni purtroppo è stato. Bisogna investire nella riqualificazione del territorio. Mettere risorse e recuperare e valorizzare dal punto di vista ambientale il territorio”. “L’Assessorato Regionale all’Urbanistica – prosegue Tripodi – in questi anni si è reso protagonista di una politica più rigorosa per la tutela del territorio e del paesaggio. Con le linee guida della pianificazione regionale, abbiamo avviato una regolamentazione organica di grande impatto anche e soprattutto per quanto riguarda la tutela ambientale che dovrà tuttavia essere utilizzata dai destinatari con convinta partecipazione”. Ritornando alla tragedia di ieri, l’assessore regionale dei Comunisti Italiani aggiunge: “Se quanto pubblicato oggi dal Corriere della Sera, secondo cui il tratto dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria interessato dalla tragica frana di questa notte sarebbe quello sottoposto qualche anno fa a indagine da parte della magistratura per il presunto utilizzo di materiali scadenti da parte delle ditte costruttrici, la vicenda sarebbe veramente di una gravità inaudita e i tecnici ei vertici dell’Anas dovrebbero risponderne severamente di fronte alla giustizia. Per questo mi auguro che la Procura di Cosenza che ha aperto un'indagine in merito facci al più presto piena luce individuando eventuali responsabilità. Non si può più sottacere davanti al ripetersi di simili tragedie”. Secondo Michelangelo Tripodi “tutti siamo chiamati a fare la nostra parte per correre ai ripari ”. “Il Governo centrale primo fra tutti che ha delle grosse responsabilità in tal senso – precisa l’assessore regionale - infischiandosene letteralmente della Calabria, della sostenibilità ambientale e della tutela del territorio. Lo dimostra il fatto che nonostante i gravissimi danni causati dal maltempo non ha ancora provveduto a riconoscere lo stato di calamità naturale chiesto a gran voce dalla Giunta Regionale, dal Consiglio Regionale, dai comuni interessati, dagli agricoltori e dagli operatori turistici. E’ arrivato il momento - conclude Michelangelo Tripodi - di dare risposte certe e il governo Berlusconi non può continuare a disinteressarsi e a penalizzare la Calabria. Servono risposte certe e provvedimenti immediati”.

N. Oliverio “Il Governo riferisca”. "Come il Governo intende fronteggiare le emergenze territoriali e ambientali causate dai sempre piu' gravi episodi di dissesto idrogeologico (frane, alluvioni, slavine e ultimamente anche mareggiate) che colpiscono ormai con sempre maggiore frequenza le regioni meridionali e la Calabria in particolare?". E' quanto ha chiesto il parlamentare del Partito Democratico Nicodemo Oliverio, capogruppo in Commissione Agricoltura alla Camera, intervenuto oggi in aula in apertura dei lavori. L'esponente del Pd ha fatto riferimento al tragico evento di ieri sera sull'autostrada A/3 Salerno-Reggio Calabria, tra gli svincoli di Rogliano ed Altilia Grimaldi, nel Cosentino, dove una frana ha travolto un furgone, causando la morte di due persone ed il ferimento di altre cinque, ed al crollo di un ponte, questa mattina a Rose, sempre nel Cosentino, con il ferimento di altre due persone. "Lo smottamento sull'A3 - ha sottolineato Oliverio - si e' esteso per oltre 50 metri tra gli svincoli di Rogliano e Altilia Grimaldi e ha depositato circa 10mila metri cubi di detriti, fango e vegetazione. Il tratto e' tuttora chiuso al traffico in entrambe le direzioni tra gli svincoli di Cosenza Nord e Falerna, e i veicoli sono stati dirottati lungo la Ss 18 e la Ss 107 in percorsi alternativi predisposti dall'Anas. Sappiamo che il Governatore della Regione Calabria, on. Agazio Loiero gia' da tempo aveva denunciato le condizioni disastrose in cui versava l'importante arteria autostradale e in particolare alcuni tratti dove maggiore si presentava il rischio di frane e slavine. Siamo costernati per l'accaduto ed esprimiamo ai familiari delle vittime ed ai feriti il nostro dolore e la nostra solidarieta'. Adesso e' il momento del lutto e nessuno di noi e' intenzionato a strumentalizzare fatti di questa portata e gravita'". Il capogruppo del Pd in Commissione Agricoltura alla Camera, infine, ha chiesto al Governo di riferire immediatamente in aula su questi fatti ed anche su "Come intende intervenire per l'immediato miglioramento delle infrastrutture viarie del Mezzogiorno, della A3 e della Statale Jonica 106, e con quali risorse e mezzi finanziari, tenendo conto che sinora l'azione del Governo si e' distinta soltanto per i sistematici tagli alle opere infrastrutturali e viarie del Meridione, cosa che e' possibile rilevare in tutti i documenti di programmazione finanziaria".

SD “Un bollettino da guerra”. "Ancora una volta la Calabria piange i suoi morti a causa delle intemperie della natura. Quello che e' grave e' che la tragedia della notte scorsa, con due morti, non e' avvenuta in qualche strada sperduta, in qualche contrada irraggiungibile, ma e' avvenuta sull'autostrada del sole che dovrebbe essere l'arteria e il luogo piu' monitorato e sicuro. In questo tragico inverno il bollettino dei danni che la Calabria ha subito e' spaventoso: coste devastate, litorali distrutti, smottamenti di costoni e terreni. E' un bollettino da guerra, senza sosta, con costi umani e materiali enormi". E' quanto si legge in una nota del coordinamento regionale di Sinistra Democratica. "Gia' c'e' chi sostiene - prosegue la nota - che la pioggia di questi giorni e' stato un evento eccezionale e imponderabile. Gia' c'e' chi sostiene che non vi sono responsabilita', che di fronte all'inclemenza della natura bisogna solo sperare che tutto vada bene. La Calabria paga una politica dissennata del territorio. La vulnerabilita' idrogeologica e' conseguenza di una politica del territorio scellerata che non si e' mai posta la grande questione della prevenzione. La cementificazione delle nostre coste, dell'entroterra, delle citta' e dei paesi e' continuata indisturbata per decenni in un perverso impasto di soldi e consenso elettorale. Le responsabilita' dei vari governi regionali succedutesi in questi decenni, accanto a quelle di numerosi sindaci, sono pesanti. Adesso e' arrivato il tempo di dare priorita' assoluta ad una politica di governo e di salvaguardia del territorio. Il governo Berlusconi, al quale sono da ascrivere ben due scellerati condoni edilizi durante i suoi passati governi, non puo' continuare a disinteressarsi della Calabria. Non possiamo essere considerati cittadini di terza categoria. I nostri morti richiedono un intervento urgente da parte di tutti gli organi dello Stato. La regione Calabria non puo' pensare di delegare solo all'assessore all'ambiente il compito di tamponare emergenze e disfunzioni derivanti da decenni di cattiva politica. La questione ambientale deve diventare prioritaria nell'azione della giunta regionale. Il primo impegno deve essere quello di finanziare con i fondi por 2007/2013 un grande piano di recupero e di tutela del nostro territorio. Serve una nuova politica del territorio - conclude la nota di Sd - che dica basta alla cementificazione selvaggia di citta', coste, montagne. Questa e' l'unica scelta seria e responsabile da compiere".

 

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