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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Dormono in auto gli sgomberati di Donnici
Gli sgomberati di Donnici reclamano la normalità. Nessun intervento finora 19 feb 09 C'é una piazzola di sosta di fronte la sua casa. La Fiat 'Marea' grigia di cui è proprietaria è parcheggiata lì anche di notte perché da quando è stata sgomberata Evelina dorme in auto. L'abitazione grigia dagli infissi rossi costeggia la strada provinciale 241, in contrada Albo San Martino, nei pressi di Donnici, alle porte di Cosenza, ed è minacciata da una frana. "Sono fuori casa - racconta - dal primo febbraio. Doveva essere un provvedimento temporaneo, uno o due giorni ci avevano assicurato, ed invece sono passate settimane". A lei, al marito, al figlio ed agli anziani genitori, due famiglie che vivevano sotto lo stesso tetto, era stata offerta una sistemazione all'Oasi francescana. " Ma io - dice la donna - non ci sono mai andata. Al momento siamo ospiti di parenti ed amici e poi dobbiamo proteggere la casa dai ladri. Purtroppo abbiamo subito furti e non ci fidiamo di lasciarla incustodita" La notte però con le temperature rigide, il sedile della macchina non è un comodo giaciglio "La mia casa - dice Evelina - non ha subito danni. Vogliamo tornare alla normalità". Nel'abitazione non ci possono tornare. C'é il giardino, dove é rimasto il cane a far da guardia alla collina che continua a franare. "Nessuno è intervenuto - dice Giuseppe Turano, padre di Evelina - per la messa in sicurezza del terreno. Ci torno ogni giorno per sorvegliare la casa. Ci sono tutti i nostri sacrifici". Il figlio di Evelina è uno studente universitario. Ha recuperato un libro all'interno dell'abitazione "ma- racconta - è difficile studiare in queste condizioni". Il marito di Evelina è al lavoro, ma anche lui, dice la moglie, avverte il disagio di una vita da nomade. I Dodaro e i Turano lanciano un appello all'amministrazione comunale di Cosenza, che ha disposto lo sgombero dalla loro casa. "Non ce la facciamo più - dicono - ridateci la nostra casa". Ad una manciata di chilometri il disagio si ripete. Anche qui ci sono due famiglie, i Filice ed i Ciardullo, nove persone tra cui anziani e bambini. Alla loro abitazione si arriva attraverso una strada sterrata. Avevano costruito 25 anni fa una casa a due piani. Uno smottamento in poche ore ha sventrato il magazzino e divelto la scala esterna. Sulle mensole sono rimasti i piatti e le bottiglie di vino integri, ma loro hanno dovuto traslocare. L'alloggio di fortuna è stata la casa nuova, una bella villetta rosa a pochi passi dall'abitazione danneggiata. Qui il muro di sostegno rende sicure le mura. Il problema è che l'interno è grezzo. Solo mura di cemento e gli infissi. Ci si è adattati in un unico locale che funge da stanza da letto, soggiorno e cucina. Ci si scalda con le stufe a gas. Tante coperte colorate per difendersi dai rigori dell'inverno. "E' triste - dice l'anziano padre - non vedere nessuno" " Che cosa dobbiamo fare? Abbiamo bisogno di aiuto, ma ci sentiamo soli". Poi dalla finestra guarda la casa bianca e non riesce a trattenere le lacrime."Per un giovane è diverso - conclude - ma quella casa l'ho costruita io. Sta crollando anche la mia vita".
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del 28/01/2004
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