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Genchi invitato dall'antimafia

Intercettazioni, Genchi invitato in Commissione Antimafia

14 feb 09 Il deputato del Pdl Amedeo Laboccetta chiede che Gioacchino Genchi, il consulente dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, venga sentito in Commissione Antimafia. "Ritengo opportuna un'audizione urgente in commissione Antimafia del signor Genchi, - spiega in una nota - ed è per questo che ne ho fatto formale richiesta al presidente Pisanu". "Da quanto si apprende dagli organi di stampa - dice il parlamentare componenete della commissione Antimafia - il signor Genchi si è occupato anche dei telefoni del procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso. Tale attività ha delegittimato la più alta istituzione che lo Stato ha deputato per la lotta alla mafia. Vale la pena ricordare - continua Laboccetta - che la Procura Nazionale Antimafia fu varata dopo il sacrificio di uomini come Falcone e Borsellino". "E' assolutamente necessario accertare perché l'abbia fatto visto - conclude Laboccetta - che nessuno l'aveva mai autorizzato. Ed al tempo stesso sarà indispensabile che tali conversazioni vengano acquisite dalla nostra Commissione, visti i compiti e le funzioni che le sono per legge assegnati".

Cicchitto “Chi c'è dietro Genchi?”. "Al di là di quello che abbiamo accertato, la sensazione è che abbiamo intravisto solo la punta di un Iceberg. C'é anche da interrogarsi se il Rasputin emerso in questa vicenda ha avuto qualche piccolo zar come protettore". Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del PdL, e componente del Copasir commenta la relazione sull'archivio Genchi stesa dal Comitato e presentata ieri ai Presidenti delle Camere. "La relazione stesa unitariamente dal Copasir ha messo in evidenza, sulla base dei riscontri possibili realizzati su una minima parte del materiale esistente, che sono stati sottoposti a controllo il tracciato dei tabulati telefonici ed anche gli spostamenti di moltissimi cittadini, autorità dello Stato, parlamentari, il Procuratore nazionale antimafia, un numero notevole di telefoni del ministero dell'interno e della guardia di finanza, l'ambasciata americana. A sua volta, il generale Pollari, quando era direttore del Sismi è stato controllato per 20 mesi per le telefonate che ha fatto e per tutti i suoi spostamenti, pur non essendo neanche lontanamente sfiorato dalle indagini denominate 'Poseidone' e 'Why Not'", aggiunge Cicchitto sintetizzando gli elementi centrali del documento. "In questa vicenda, allo stato delle nostre conoscenze, non c'é stata forza politica che si sia avvantaggiata sulle altre attraverso questo complesso marchingegno; d'altra parte però c'é stata anche l'organizzazione di una sorta di grande fratello", dice ancora Cicchitto. "Alla luce di tutto ciò, e di molte altre cose avvenute in passato, è evidente che occorre una nuova regolamentazione sia delle intercettazioni sia del controllo dei tabulati telefonici, per evitare che si ripetano abusi avvenuti nel passato e confermati da questa assolutamente inquietante vicenda, sulla quale è stata fatta per ora luce solo parzialmente. Ma già quello che è emerso è gravissimo.".

Fiano “Dietro Genchi solo un sistema permeabile”. Dietro la vicenda Genchi "non vedo nessuno zar, come ha ipotizzato il collega Cicchitto, ma un sistema per la sicurezza dello Stato troppo permeabile in un sistema legislativo che presenta lacune importanti". Lo afferma Emanuele Fiano, componente del Pd del Copasir. "Il fatto che la relazione del Comitato sia stata licenziata all'unanimità - prosegue - testimonia che è stato realizzato, sotto la guida di Rutelli, un lavoro serio di valutazione unicamente dei rischi connessi per la sicurezza dello Stato, senza che nessuno di noi abbia parteggiato per una qualunque teoria accusatoria o assolutoria a prescindere". Il lavoro fatto, aggiunge, "scoperchia diversi problemi legati sia al rapporto tra magistratura e consulenti, sia a quello tra ipotesi accusatorie ed estensione della acquisizione di dati sensibili, ma evidenzia anche problematiche legate alla permeabilità dei servizi e ancora alla necessità di modifica di alcune norme legate alla acquisizione dei tabulati telefonici". "Niente invece del nostro lavoro ha avuto relazione con il tema delle intercettazioni - conclude Fiano - e pertanto qualsiasi legame con il decreto in discussione alle Camere è inesistente".

Rosato “Messi alla luce dal Copasir gravi rischi”. "Con il lavoro che abbiamo svolto in questi giorni, il Copasir ha portato alla luce gravi rischi che riguardano la permeabilità dei servizi e la privacy dei cittadini". Lo dichiara l'esponente del Pd nel Copasir, Ettore Rosato, sottolineando che si è proceduto "nel pieno rispetto delle norme". Il Comitato, prosegue, "non è un soggetto giudicante né inquirente, ma si occupa della sicurezza della Repubblica, che é stata messa in discussione dalla elaborazione di dati sensibili, evidentemente non utili ai fini delle indagini. Adesso - conclude - spetta al Parlamento il difficile compito di legiferare con equilibrio e sarà poi la procura della Repubblica ad individuare gli eventuali reati commessi e, in quella sede, tutti i soggetti coinvolti si potranno difendere",

 

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