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Processo Fortugno: tutti condannati

Processo Fortugno: tutti condannati

02 feb 09 La Corte d'assise di Locri ha condannato stamattina Alessandro e Giuseppe Marcianò, Salvatore Ritorto e Domenico Audino alla pena dell'ergastolo per l'omicidio di Francesco Fortugno. La Corte ha poi condannato Vincenzo Cordì a 12 anni, Carmelo Dessì a quattro anni e Antonio Dessì ad otto anni, accusati di associazione mafiosa. Per Alessio Scali il reato di associazione mafiosa è stato ritenuto assorbito in una sentenza precedente del gup di Reggio Calabria del 2007. La sentenza è stata letta in aula davanti a Maria Grazia Laganà, vedova di Francesco Fortugno, presente con i figli Giuseppe e Anna. In aula c'é anche il deputato del Pd, Giuseppe Lumia, il quale ha detto: "sono qua perché quello di Fortugno è un omicidio chiave ed anche come un gesto di memoria e riconoscimento a Fortugno per quello che ho potuto conoscere di lui dalle carte che ho letto". Nello spazio riservato al pubblico solo i familiari degli imputati. Nessun rappresentante dei movimenti, anche giovanili, nati all'indomani dell'omicidio dell'esponente politico ha assistito all'ultima udienza del processo. Anche la cittadinanza non ha partecipato in modo visibile alla lettura della sentenza .

I Marcianò assolti da associazione mafiosa. Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, sono stati assolti dall' accusa di associazione mafiosa dalla Corte d'assise di Locri. I due sono stati condannati all'ergastolo per omicidio aggravato dalle modalità mafiose. La circostanza ha provocato anche un equivoco tra i familiari dei due Marcianò. La presidente della Corte, Olga Tarzia, infatti, ha pronunciato per primo la parola assolti indicando il capo d'imputazione. Questo ha provocato le urla di gioia dei parenti che però si sono tramutate ben presto in grida di disperazione e in invettive quando la presidente, proseguendo la lettura del dispositivo, ha pronunciato la parola ergastolo in relazione al delitto Fortugno.

Alla sentenza il pianto della vedova, on. Laganà. Maria Grazia Laganà, vedova di Francesco Fortugno, ha accolto in lacrime la sentenza con cui la Corte d'assise ha condannato all'ergastolo presunti esecutori e mandanti dell'omicidio del marito. "Oggi - ha detto Maria Grazia Laganà uscendo poi dall'aula - si è raggiunto un primo importante passo. Ma oggi stesso invito a continuare le ricerche. E' necessario raggiungere gli altri livelli". "Il mio unico sforzo - ha aggiunto la parlamentare del Pd - é stato quello di avere giustizia non solo per me ma per tutta la Calabria. Quello che voglio porre in rilievo è che la sentenza è venuta da una Corte d'assise di Locri in cui oltre ai togati ci sono giudici popolari. E' un messaggio importante per la Calabria".

Familiari Marcianò gridano "venduti". Un grido "venduti, venduti" si è sollevato dai familiari di Alessandro e Giuseppe Marcianò, e anche degli altri imputati, al termine della lettura della sentenza con cui sono stati condannati per l' omicidio Fortugno. I familiari di Marcianò, abbandonata l'aula, fuori dal tribunale di Locri hanno parlato di "giustizia di circostanza, di convenienza". "Se la giustizia è questa - hanno detto in coro i parenti - bisogna emigrare. E' una sentenza fatta per accontentare la vedova, non è stata fatta giustizia e non hanno letto neanche le carte. Ci chiediamo come possano dormire sonni tranquilli". L'avvocato Menotti Ferrari, legale dei Marcianò, ha rimandato qualsiasi commento alla lettura delle motivazioni. "Certo - ha detto - non mi sarei mai aspettato una condanna. Abbiamo dimostrato l'innocenza di Alessandro e Giuseppe Marcianò dall'inizio. E' una sentenza politica? Tra l'altro l'assoluzione dall'associazione mafiosa fa cadere la causale politica e fa diventare questo omicidio un fatto personale".

Fortugno ucciso da un solo killer. Un solo killer, individuato dall'accusa in Salvatore Ritorto, che eseguì l' omicidio a Locri nel seggio della primarie dell'Unione, a palazzo Nieddu. E' così che il 16 ottobre del 2005 fu ucciso il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, di 54 anni. Contro Fortugno, esponente della Margherita, furono sparati cinque colpi di pistola, uno solo dei quali si rivelò mortale. Fortugno, nel momento in cui fu compiuto l'omicidio, stava conversando con alcune persone e si accingeva ad uscire, dopo essere rimasto per l'intera giornata nel seggio, da palazzo Nieddu. L'assassino agì a viso scoperto e dopo l'omicidio si allontanò a piedi. I pm della Dda di Reggio Calabria che hanno condotto l' inchiesta sull'assassinio non hanno mai attribuito un significato "politico" al luogo scelto per uccidere Fortugno. Dalle indagini è emerso che l'esponente della Margherita era stato seguito nei giorni precedenti per studiarne i movimenti. Salvatore Ritorto fu accompagnato sul luogo dell'omicidio, secondo l'accusa, da Giuseppe Marcianò, indicato come il mandante dell'omicidio insieme al padre Alessandro. Due i pentiti dell'inchiesta, Domenico Novella, affiliato alla cosca Cordì, e Bruno Piccolo, suicidatosi il 16 ottobre del 2007, giorno del secondo anniversario dell'omicidio, a Francavilla a Mare (Chieti), la località protetta in cui viveva.

Procuratore Pignatone "Risposta positiva". "A me sembra importante che la Corte d'Assise dopo un lungo ed attentissimo dibattimento ha riconosciuto la piena validità della ricostruzione proposta dalla Procura della Repubblica, accogliendo le richieste formulate dai sostituti che hanno seguito fin dall'inizio con eccezionale scrupolo e professionalità le indagini". Così il procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone, subito dopo la sentenza della Corte d'Assise di Locri. "Credo positivo - ha detto il Procuratore della Repubblica - il fatto che ci sia stata una risposta piena alla richiesta di accertare le responsabilità di un delitto così grave".

Lumia: Sentenza che da coraggio. La sentenza di condanna emessa dalla Corte d'assise di Locri nei confronti di presunti mandanti ed esecutori dell'omicidio Fortugno "può diventare una risorsa per dare coraggio alla società e per avanzare lungo le altre tappe della verità". A dirlo è stato il parlamentare del Pd Giuseppe Lumia, presente oggi a Locri. "Mi auguro - ha aggiunto - che si potrà svelare il sistema delle collusioni costruite dalla 'ndrangheta e che si e' abbattuto su Fortugno". "Ringrazio le forze dell'ordine e la magistratura - ha detto Lumia - per il lavoro che hanno saputo svolgere e per aver colpito la mafia della locride".

J. Santelli "Giustizia ha trionfato": "L'esito del processo a carico dei responsabili dell'uccisione di Francesco Fortugno è di incoraggiamento per la Calabria sana ed operosa. La giustizia stavolta ha trionfato". Lo afferma, in una nota, la responsabile sicurezza di Forza Italia, Jole Santelli. "Il mio pensiero - prosegue - va alla coraggiosa vedova e ai figli. Grazie anche alla loro tenacia ed alla fiducia nelle istituzioni di tanti, questo processo, che vede condannati tutti gli imputati, mandanti ed esecutori del delitto del 2005, è un tassello importante per ricondurre la Calabria nell'alveo della legalità". .

 

 

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