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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Processo sulla morte di Federica MonteleoneProcesso morte Federica, lo zio ricostruisce le fasi dell’intervento “Venne subito il DG e chiese relazione”. Per la difesa nullo decreto rinvio a giudizio 06 feb 09 Le fasi di quanto avvenne dopo il black
out in sala operatoria in cui fu operata Federica Monteleone sono
state ripercorse da uno zio della giovane, Pasquale Ventrice, che
era presente nella sala operatoria dell'ospedale di Vibo Valentia.
Ventrice, che è medico chirurgo in pensione, è stato
sentito nel processo a carico delle nove persone accusate a vario
titolo di omicidio colposo. Il testimone ha raccontato che durante
l'intervento si sentì un botto e ci fu il black out elettrico.
"Chiedi - ha detto Ventrice - se si poteva andare avanti ed i
medici presenti mi dissero di sì. Subito dopo i sanitari si
accorsero che Federica era pallida ed uno dei chirurghi inizio il
massaggio cardiaco. Furono chiamati anche un altro anestesista e l'elettricista.
Quando tornò l'energia elettrica, uno dei chirurghi avvertì
un malore e lo accompagnai in una saletta". Nel corso dell'udienza
Ventrice ha anche ricordato che "stranamente nella sala operatoria,
mentre Federica era ancora sul lettino, arrivò il direttore
generale che chiese a tutti i presenti di fare una relazione sull'accaduto".
Al termine della deposizione il processo è stato rinviato al
27 febbraio. La difesa: “Nullo decreto rinvio a giudizio”. Una eccezione di nullità del decreto di rinvio a giudizio è stata avanzata dai difensori delle nove persone imputate nel processo per la morte di Federica Monteleone, la sedicenne di Vibo Valentia entrata in coma durante un intervento di appendicectomia e deceduta successivamente. I difensori hanno sostenuto che nel corso dell'udienza preliminare hanno avuto modo di poter visionare solamente parzialmente una consulenza tecnica sulla sala operatoria. Il consulente, secondo la difesa, ha inviato alla procura solamente nel gennaio scorso l'intera perizia composta da sei pagine. I pubblici ministeri, Mario Spagnuolo e Fabrizio Garofalo, si sono opposti sostenendo che dopo aver ricevuto copia della consulenza tutti i difensori degli indagati furono informati tempestivamente. I giudici del collegio giudicante, presieduto da Giancarlo Bianchi, si sono ritirati in camera di consiglio per decidere sulle eccezioni difensive.
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