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Federalismo, un dramma per il Mezzogiorno

Con il federalismo grossi dubbi sulla sanità al sud. Il Sindaco Olivo scrive ai deputati calabresi.

16 feb 09 "Il voto di fiducia sul federalismo fiscale lascia più domande che risposte e soprattutto permane il dubbio fondamentale su quale sarà il futuro della sanità nel mezzogiorno". E' quanto afferma in una nota il segretario regionale della Cisl medici, Mario Marino. "E' indubbio - aggiunge - che vi sia, per il sistema Paese, la necessità di avviare una fase di profonda riorganizzazione che lo renda più funzionale e meno oneroso per il cittadino, ma la riforma voluta dal governo Berlusconi rischia di tagliare indiscriminatamente, senza preoccuparsi dell'impatto che ciò avrebbe sui servizi offerti". Per il segretario della Cisl medici, infatti, questa riforma rischia di danneggiare fortemente il mezzogiorno, aumentando le differenze già esistenti tra i servizi sanitari offerti al nord e quelli offerti in regioni deboli come la Calabria, che maggiormente risentiranno del passaggio da spesa storica a costi standard. "In questo contesto, la sanità - prosegue - ed in special modo il servizio sanitario calabrese, che spesso, a torto o a ragione, è stato considerato esempio di cattiva gestione, rischia di subire un'ulteriore battuta d'arresto, allontanandosi ancor di più dal livello di qualità media nazionale. Il federalismo voluto fortemente dalla Lega Nord non rispecchia la necessaria solidarietà tra regioni forti e regioni deboli ma, al contrario, tende ad accentuarne le differenze, con il rischio, dunque, di avere un servizio sanitario che funziona al nord e una serie di disfunzioni strutturali per la sanità del sud. Viviamo un momento di profonde difficoltà in primo luogo nel passaggio da spesa storica a costi standard, se i fondi perequativi non dovessero essere sufficienti, il servizio sanitario locale potrebbe non essere più in grado di garantire i livelli essenziali di assistenza; in secondo luogo, come per altre regioni, la sanità calabrese presenta un forte debito, che nel periodo 2001-2006 è stato di quasi 2 miliardi di euro". Il segretario della Cisl medici, dunque, afferma "la necessità di avviare una strategia di rientro che però non consista solo in una riduzione dei costi ma sia anche in grado di garantire gli investimenti necessari al miglioramento dei servizi sanitari". A proposito, invece, delle soluzioni politiche proposte dal presidente della regione Calabria, Agazio Loiero, Marino aggiunge: "le lucide valutazioni fatte sul federalismo dal presidente Loiero, si stanno rivelando esatte: questa riforma rischia di non tutelare un diritto costituzionalmente sancito: il diritto alla salute". Per prevenire le difficoltà che la Calabria si troverebbe ad affrontare, qualora la riforma trovasse applicazione, Marino si dice pronto "ad aprire un dialogo con le parti sociali interessate e, soprattutto, con il presidente della regione Loiero, che troppo spesso ha registrato silenzi in una materia di tale importanza, per capire insieme quali soluzioni adottare al fine di garantire ai cittadini calabresi il miglior servizio sanitario possibile".

Il Sindaco Olivo scrive ai deputati calabresi. La giunta comunale di Catanzaro ha approvato, su proposta del sindaco Rosario Olivo, un ordine del giorno che raccoglie l'allarme lanciato da Svimez sugli effetti del progetto di legge sul federalismo fiscale in esame alla Camera. Tra gli effetti ci sarebbe, secondo la Svimez, una perdita per la Calabria di 400 milioni di euro all'anno. Il documento approvato è stato trasmesso ai deputati calabresi, sollecitando una correzione di rotta. "La Giunta Comunale di Catanzaro - è scritto nel documento - ascoltata la relazione del sindaco Rosario Olivo, ha espresso forte preoccupazione per i contenuti e i meccanismi del Progetto di Legge 2105 - "Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione". Il provvedimento, già approvato dal Senato, è in fase di discussione alla Camera e proprio in questi giorni sarà esaminato dalle Commissioni Bilancio (V) e Finanze (VI). La Giunta comunale di Catanzaro ha raccolto l'allarme lanciato recentemente dall'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno secondo cui il provvedimento in esame in Parlamento potrebbe fare perdere un miliardo di euro all'anno al Mezzogiorno e, in particolare, 400 milioni di euro all'anno alla sola Calabria". "Il prestigio scientifico - prosegue la nota - dell'Associazione Svimez, da più di 60 anni impegnata ad analizzare la struttura e l'evoluzione economica del Mezzogiorno, rafforza il timore che il testo licenziato al Senato si traduca in una drammatica penalizzazione per il sistema economico meridionale, accentuando nei fatti il divario nord-sud. Svimez, nel corso dell'audizione davanti alle commissioni bilancio e finanze della Camera, ha evidenziato tre profili generali che dovrebbero preoccupare il legislatore: nel progetto di legge in esame vi sono norme che rischiano di incorrere in eccezioni di costituzionalità, come quelle riguardanti l'autonomia impositiva e la riserva di aliquota che disattendono il principio di progressività dell'intero sistema tributario; vi sono norme che non consentono il rispetto del criterio di sostenibilità finanziaria delle prestazioni (in particolare, vi sono serie preoccupazioni sulla possibilità di finanziare convenientemente tutte le funzioni delegate alle Regioni e agli enti locali, con il grave rischio di un'inadeguata fornitura di servizi pubblici fondamentali o di un serio abbassamento della loro qualità); c'é un'ambigua interpretazione del tema della territorialità degli interventi, a partire dal principio delle compartecipazioni ai tributi erariali, dalle direttive per la determinazione e il riparto del fondo perequativo, fino ai criteri della perequazione infrastrutturale e all'indicazione delle forme di fiscalità di sviluppo. Queste ultime due scelte non sono riservate al Sud, ma a tutto il Paese, eludendo così ogni criterio di riequilibrio territoriale". Nel documento è evidenziato inoltre che "la giunta comunale di Catanzaro rileva altresì l'ambiguità del passaggio dalla spesa 'storica' al 'costo standard' che potrebbe determinare ulteriori squilibri a favore delle Regioni più avvantaggiate. Ma ciò che preoccupa maggiormente è il mancato riconoscimento, nel provvedimento in esame alla Camera, della specificità del Meridione, soprattutto per quanto riguarda l'assetto infrastrutturale. Gli effetti per la Calabria, regione che più di tutte sta pagando l'arretratezza infrastrutturale, potrebbero essere devastanti. Un'altra questione denunciata dalla Svimez è il rischio che gli interventi speciali previsti dall'art. 119 della Costituzione, come i Fondi FAS (Fondi per le aree sottoutilizzate), siano utilizzati per scopi diversi dallo sviluppo del sud. La giunta comunale di Catanzaro auspica che il testo che sarà licenziato dalla Camera corregga in modo chiaro e inequivocabile le ambiguità segnalate dalla Svimez, disegnando un federalismo fiscale che tenga conto in modo unitario degli interessi del Paese, portando avanti una politica di sviluppo e di coesione". "Impegna la deputazione calabrese - conclude il documento - in particolare quella espressione del centrosinistra, ad opporsi in maniera energica all'approvazione di un Progetto di legge che, nell'attuale stesura, arrecherebbe danni enormi alla nostra regione, privandola di risorse che appaiono indispensabili per garantire i servizi essenziali, nonché di una qualsiasi prospettiva di sviluppo".

 

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