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Beni per 5 mln sequestrati alla cosca Bonavota
Sequestrati beni per 5 mln di euro alla cosca Bonavota nel vibonese 17 feb 09 Le fiamme gialle del Gico hanno sequestrato questa mattina beni mobili ed immobili per un valore di 5 milioni di euro alla cosca Bonavota di Sant'Onofrio, paese del vibonese, e nelle disponibilita' di Pasquale Bonavota (34), Domenico Bonavota (29) e di Nicola Bonavota (32). I sigilli sono stati messi a 6 fabbricati, un appezzamento di terreno, un'auto, 3 esercizi commerciali, conti correnti bancari e quote societarie. Il sequestro costituisce uno sviluppo dell'inchiesta ''Uova del drago'' che nell'ottobre 2007 porto' a numerosi arresti su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Gia' in quell'occasione fu sequestrato un compendio immobiliare a Pizzo (Vibo Valentia) intestato ad un prestanome del capo della 'ndrina. Le successive indagini di natura economico-finanziario hanno accertato che la restante parte del patrimonio illecito veniva reinvestito in attivita' commerciali sia nel vibonese che a Roma. ''Negli ultimi anni -riferiscono gli investigatori- la 'ndrangheta ha aumentato l'interesse verso tutte le attivita' imprenditoriali esercitate in diversi settori, nel Lazio e in particolare nella citta' di Roma, dove il mercato garantisce cospicui profitti agli investitori''. Nel corso dell'operazione e' stata sequestrata una ''prestigiosa rivendita di tabacchi nel centro di Roma'' mentre nel vibonese sono stati messi i sigilli a un'agenzia di pompe funebri, una rivendita di articoli per la casa e un ristorante. Tra i beni anche una tabaccheria a Roma. C'é anche una rivendita di tabacchi in via Giulio Cesare a Roma tra i beni sequestrati, per un valore complessivo di 5 milioni di euro, dalla guardia di finanza ad esponenti della cosca Bonavota di Sant'Onofrio (Vibo Valentia). Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Gip distrettuale, Gabriella Reillo, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore della Dda, Marisa Manzini. La rivendita di tabacchi, che ha un valore di 280 mila euro, é stata acquistata nel 2006 dai Bonavota ed è stata intestata ad uno dei componenti della famiglia, un giovane incensurato che fino a qualche anno fa studiava giurisprudenza. L'esercizio commerciale, secondo quanto emerso dalle indagini, è stato acquistato dall'ex proprietario pagandolo una somma iniziale, data come anticipo, alla quale si sono poi aggiunte 36 cambiali e numerosi assegni. Oltre alla rivendita di tabacchi sono stati sequestrati una pizzeria, sei fabbricati, un appezzamento di terreno, una automobile e numerosi conti correnti bancari e quote societarie. I beni, secondo i finanzieri, sono tutti riconducibili a Pasquale, Domenico e Nicola Bonavota, rispettivamente di 34, 29 e 32 anni. All'individuazione dei beni si è giunti attraverso accertamenti sui redditi dichiarati dai componenti della cosca ed anche analizzando alcune intercettazioni ambientali e telefoniche compiute nell'ambito di una indagine che ha portato, nei mesi scorsi, a numerosi arresti PM Lombardo “Sequestro beni fondamentale”: "Il sequestro dei beni è una delle azioni fondamentali per contrastare la criminalità organizzata". E' quanto ha detto il procuratore di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, stamani a Catanzaro circa il sequestro di beni per 5 milioni di euro alla cosca Bonavota di Sant'Onofrio. "La lotta all'arricchimento illecito - ha aggiunto - è una attività importante e significativa. E' proprio attraverso i loro patrimoni che i mafiosi riescono a sopportare il carcere, se noi però sottraiamo i beni acquisiti con i proventi delle attività illecite ci sarà una forte riduzione della loro influenza nella società". Lombardo ha poi lamentato la carenza di magistrati attualmente in servizio nella Procura di Catanzaro. "La Procura di Catanzaro - ha proseguito Lombardo - ha in organico 18 magistrati e ne mancano sei. Ci occupiamo, come distrettuale, di quattro province e otto tribunali e l'organico é davvero insufficiente a fronteggiare il carico di lavoro". "Il legislatore - ha concluso - ci attribuisce i compiti ma, purtroppo, spesso ci mancano i mezzi per fronteggiare in modo adeguato la criminalità organizzata e per portare a termine indagini patrimoniali che sono delle attività molto complesse"
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