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Truffa allo stato per 4 mln di euro
Truffa per 4 mln, la Finanza arresta noto imprenditore di motoscafi a Soverato e sequestra cantiere. Confapi: Porre questione morale su imprenditoria calabrese 15 dic 09 Gli uomini del nucleo di polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno arrestato a Soverato l'imprenditore nautico Antonio Ranieri, 56 anni, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, falso ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Ranieri, titolare della Ranieri Cantieri Nautici srl, con sede legale a Soverato e sede operativa a Isca sullo Ionio (Cz), avrebbe ottenuto indebitamente, mediante false fatturazioni, fondi per 4 milioni di euro. La Finanza ha anche sequestrato ad Isca i cantieri della societa' del valore di 15 milioni di euro. In manette è finito anche Domenico Commisso, di 24 anni, di Siderno. Irreperibile invece, un terzo soggetto, Giuseppe Benavoli, 43 anni di Catanzaro, imprenditore colpito da un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. La Guardia di finanza che doveva notificargli il provvedimento non lo ha trovato a casa e si pensa che si trovi in Romania. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Catanzaro su richiesta del Procuratore della Repubblica aggiunto, Giuseppe Borrelli, e del pm Giampaolo Boninsegna. Secondo l'accusa, Ranieri e le altre persone coinvolte nell'inchiesta avrebbero ottenuto illecitamente finanziamenti statali nell'ambito dei Patti territoriali del Soveratese. Per gli inquirenti è metodologia criminosa. L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Catanzaro, è scritto in un comunicato, ha permesso di portare alla luce "un insidioso disegno criminale" finalizzato all’indebita percezione di fondi pubblici nell’ambito del Patto territoriale del versante ionico delle Serre e del Soveratese. Secondo le Fiamme Gialle ‘la metodologia criminosa adottata’ si basava ‘su un sofisticato meccanismo di frode imperniato su un vorticoso giro di fatture per operazioni inesistenti’, una serie di ‘fittizie transazioni finanziarie e bancarie per importi considerevoli e la predisposizione di corposa documentazione ideologicamente falsa con riguardo all’entità delle spese sostenute, al pagamento delle fatture oggetti di contributo pubblico ed allo stato di avanzamento dei lavori finanziati’. ‘Il tutto, secondo gli inquirenti, al fine di indurre in errore la Provincia di Catanzaro, soggetto responsabile del patto territoriale per conto del ministero delle Attività Produttive, al fine di procurarsi un ingiusto profitto’. Tra i reati contestati agli arrestati, in concorso fra loro, i reati di truffa per il conseguimento di erogazioni pbbliche, falso, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed ulteriori illeciti amministrativi e fiscali. Il finanziamento percepito indebitamente è stato revocato, mentre la società è stata interdetta dal richiedere ulteriori contributi pubblici della specie. Ranieri e Commisso, secondo quanto è stato riferito successivamente dalla Guardia di finanza, sono stati posti agli arresti domiciliari. Benavoli, che viene ricercato in Romania dove ha una serie di interessi economici, è come Commisso, un imprenditore che avrebbe svolto un ruolo nella truffa in relazione soprattutto all’emissione della fatture false sulle quali si basava l’erogazione dei finanziamenti. L’importo del finanziamento che Ranieri e gli altri due imprenditori hanno ricevuto è di quattro milioni di euro, ottenuto, secondo l’accusa, anche grazie ad una serie di fittizie transazioni finanziarie e bancarie. Le condotte illecite contestate agli arrestati avrebbero indotto in errore l'Amministrazione provinciale di Catanzaro, soggetto attuatore del Patto territoriale del versante jonico delle Serre e del Soveratese per conto del Ministero delle Attività produttive. Sulla base delle risultanze dell’indagine, il finanziamento indebitamente percepito è stato revocato e la società Cantieri nautici Ranieri è stata interdetta da ulteriori finanziamenti pubblici. Confapi: "Porre questione morale su imprenditoria calabrese". Non si può far finta di nulla davanti all’ennesima presunta truffa ai danni dello Stato a opera di un’azienda calabrese. È quanto ha dichiarato il presidente regionale della Confapi Calabria, Mario Petramale, a commento dell’operazione della Guardia di finanza che ha portato all’arresto di un imprenditore nautico del soveratese per una presunta truffa di quattro milioni di euro. Provo ormai un certo disagio a fare l’imprenditore in questa regione – ha puntualizzato Petramale - e soffro ulteriormente perché coordino le attività d’indirizzo di un’associazione di categoria. Ed è in questa veste che mi domando come sarà possibile in futuro continuare ancora a tutelare gli interessi degli imprenditori calabresi, una parte dei quali (non tutti per fortuna: ne esistono anche molti seri è su quella che, sicuramente bisognerà puntare per risanare l’intero comparto) pensa che fare impresa si concretizzi nel sottrarre fraudolentemente fondi allo Stato e quindi all’intera collettività. Non è la prima volta che imprenditori calabresi diano esempi poco edificanti della loro managerialità ai danni dello Stato e della Comunità europea. È vero che viviamo in una regione in cui la politica è debole e la farraginosa burocrazia rallenta, quando non blocca del tutto, le dinamiche delle imprese. Però è altrettanto vero che gli imprenditori dovrebbero mostrare più serietà, perché le imprese in questa regione più che in altre sono risorse sociali. Vorrei ricordare ai miei colleghi imprenditori – ha puntualizzato Petramale – che per ogni azienda che delinque contro lo Stato e la comunità europea ce ne sono altre dieci (forse anche molte di più) che ne pagano i danni economici, sociali e d’immagine. Petramale s’è detto amareggiato e ha rimarcato che: è davanti a queste circostanze che si prova l’impulso d’abbandonare questa terra e di trasferirsi altrove.
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