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Il 23 partono i lavori del Ponte sullo Stretto

 

Il 23 iniziano i lavori del ponte sullo Stretto. Legambiente “Opera inutile”

17 dic 09 I lavori per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina cominceranno, come previsto, il 23 dicembre anche se la preventivata visita del presidente del Consiglio si terrà successivamente al suo completo ristabilimento. È quanto ha annunciato ai giornalisti il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, al termine della conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri di ieri. Via libera, intanto, dal Cipe ad una serie di provvedimenti urgenti in tema di infrastrutture, che riguardano in particolare il Ponte sullo Stretto, la Olbia-Sassari e il contratto di servizio Fs. Lo annuncia il Ministro dei Trasporti Altero Matteoli, che spiega nel dettaglio i provvedimenti assunti dal Comitato interministeriale. Nel dettaglio, sono state approvate le risorse necessarie all’aumento del capitale della società Stretto di Messina garantendo all’Anas e alle Fs una quota pari a 330 milioni di euro, aggiuntivi a quelli previsti nella Finanziaria 2010. Risorse queste che verranno utilizzate nei prossimi anni a fronte del fabbisogno derivante dalla realizzazione del Ponte. Il completamento dei finanziamenti relativi alla Variante di una linea ferroviaria a Cannitello per complessivi 26 milioni di euro consentirà, inoltre, la sottoscrizione dei contratti e l’avvio dell’esecuzione dei lavori come programmato nella prossima settimana. Via libera anche ai primi due lotti funzionali della strada Statale Olbia-Sassari per un importo di 162 milioni di euro e al l Contratto di servizio delle Fs con cui si garantisce il servizio passeggeri a lunga e media percorrenza. Il ministro Matteoli ha, infine, consegnato al CIPE tre informative che riguardano la Piastra logistica di Trieste, la Metropolitana di Parma e di alcune grandi stazioni ferroviarie e l’Università di Tor Vergata in cui si prevede il completamento di alcuni edifici dell’Ateneo romano. “Il governo ha deciso di gettare letteralmente i soldi a mare su un opera costosissima e inutile, per la quale non esiste, ancora un progetto esecutivo”. Lo ha dichiarato il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli commentando la decisione del Cipe di destinare 330 milioni di euro al Ponte sullo Stretto di Messina. “Il ministro Matteoli si smentisce da solo. Alcune settime fa aveva annunciato che il Ponte sarebbe stato realizzato con finanziamenti privati. Ed invece oggi altri 330 milioni di euro pubblici si aggiungono al 1,3 miliardi già destinati dal Cipe per dare il via alla prima fase della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, che avrà un costo finale di 8,8 miliardi di euro”. Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli commentando le parole del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. “Con le stesse risorse - secondo Bonelli - si potrebbero affrontare le vere priorità del Paese, quali ad esempio lo stato dei trasporti pubblici nelle grandi città, la messa in sicurezza del territorio, l’ampliamento della rete ferroviaria e il miglioramento dello stato dei treni. Si sarebbe potuto portare l’acqua potabile nelle città della Sicilia che, a partire da Agrigento, diversi giorni a settimana rimangono senza”.

Legambiente “Opera inutile”. “Il 19 dicembre 2009 saremo in tanti”. Lo afferma, in una nota, Legambiente che con i circoli del territorio siciliano e calabrese in testa, “aderisce – si legge – alla manifestazione contro il ponte e sabato scenderà in piazza per manifestare contro il bluff del Ponte sullo Stretto e per chiedere, invece, le necessarie opere di riassetto idrogeologico in quelle aree tanto fragili e bistrattate, e il potenziamento del trasporto ferroviario regionale e dei servizi di traghettamento. Restituire la prima pietra al Governo, è l’obiettivo dei manifestanti, interessati alla realizzazione di ben altre opere, utili e sostenibili, nell’area dello Stretto”. “I proclami bluff del Governo sull'avvio dei cantieri per la realizzazione del Ponte sullo Stretto – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – distolgono attenzione, energie e risorse ad altre necessità pressanti e non più rinviabili sulle due sponde dello Stretto. È allora opportuno ricordare che per la costruzione di quest’opera faraonica non è ancora stato presentato un piano finanziario completo ma solo un ipotetico project financing e che di vero e di concreto ci sono, al momento, solo soldi pubblici, finanziati dal Cipe e dalla Finanziaria per circa un terzo della cifra stimata utile alla realizzazione del Ponte. Fondi pubblici che anche il solo buon senso vedrebbe ben spesi per l’immediata messa in sicurezza dei territori delle province di Messina e di Reggio Calabria e per la salvaguardia dei cittadini o per la realizzazione di nuove e più moderne infrastrutture per il trasporto pendolare”. Con la cifra di oltre due miliardi pubblici disponibile per il Ponte infatti, si potrebbero realizzare finalmente alcune opere necessarie al Paese come il Completamento dell’anello ferroviario di Roma e del raddoppio dei binari nelle linee FR per i Castelli, Viterbo, Guidonia (1.392 milioni di euro) e il passante ferroviario di Palermo (1.100 milioni), invece, mentre l’esecutivo destina nuovi fondi per il Ponte, viene ridimensionato il servizio ferroviario in Sicilia e Calabria, e lo stesso avviene per i servizi di traghettamento sullo Stretto. Legambiente registra dunque con soddisfazione la decisione della Regione Calabria di uscire dalla Società Stretto di Messina e invita la Regione Sicilia a seguire questa strada. “Quella del Ponte – ha concluso Cogliati Dezza – è una scelta che non guarda alle reali necessità del Paese, e che nel periodo della crisi delle banche rischia solo di trasformarsi in un cantiere infinito. Per questo, auspichiamo una ricca partecipazione alla manifestazione pacifica e popolare di sabato a Villa San Giovanni, e annunciamo la restituzione simbolica della “prima pietra” al governo nazionale”

Verdi "Governo butta soldi": "Il governo ha deciso di gettare letteralmente i soldi a mare su un opera costosissima e inutile, per la quale non esiste, ancora un progetto esecutivo". Lo ha detto il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli commentando la decisione del Cipe di destinare 330 milioni di euro al Ponte sullo Stretto di Messina. "Il ministro Matteoli si smentisce da solo - ha proseguito - Alcune settime fa aveva annunciato che il Ponte sarebbe stato realizzato con finanziamenti privati. E invece oggi altri 330 milioni di euro pubblici si aggiungono agli 1,3 miliardi già destinati dal Cipe per dare il via alla prima fase della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, che avrà un costo finale di 8,8 miliardi di euro". "Con le stesse risorse si potrebbero affrontare le vere priorità del Paese, quali ad esempio lo stato dei trasporti pubblici nelle grandi città, la messa in sicurezza del territorio, l'ampliamento della rete ferroviaria e il miglioramento dello stato dei treni - ha concluso Bonelli -. Si sarebbe potuto portare l'acqua potabile nelle città della Sicilia che, a partire da Agrigento, diversi giorni a settimana rimangono senza".

Sabato manifestazione NoPonte: Legambiente con i circoli del territorio siciliano e calabrese in testa, aderisce alla manifestazione contro il ponte e sabato scenderà in piazza per manifestare contro il bluff del Ponte sullo Stretto e per chiedere, invece, le necessarie opere di riassetto idrogeologico in quelle aree tanto fragili e bistrattate, e il potenziamento del trasporto ferroviario regionale e dei servizi di traghettamento. Restituire la prima pietra al Governo, è l'obiettivo dei manifestanti, interessati alla realizzazione di ben altre opere, utili e sostenibili, nell'area dello Stretto. "I proclami bluff del Governo - afferma il Presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - sull'avvio dei cantieri per la realizzazione del Ponte sullo Stretto distolgono attenzione, energie e risorse ad altre necessità pressanti e non più rinviabili sulle due sponde dello Stretto. E' allora opportuno ricordare che per la costruzione di quest'opera faraonica non è ancora stato presentato un piano finanziario completo ma solo un ipotetico project financing e che di vero e di concreto ci sono, al momento, solo soldi pubblici, finanziati dal Cipe e dalla Finanziaria per circa un terzo della cifra stimata utile alla realizzazione del Ponte. Fondi pubblici che anche il solo buon senso vedrebbe ben spesi per l'immediata messa in sicurezza dei territori delle province di Messina e di Reggio Calabria e per la salvaguardia dei cittadini o per la realizzazione di nuove e più moderne infrastrutture per il trasporto pendolare". Con la cifra di oltre due miliardi pubblici disponibile per il Ponte infatti, si potrebbero realizzare finalmente alcune opere necessarie al Paese come il Completamento dell'anello ferroviario di Roma e del raddoppio dei binari nelle linee FR per i Castelli, Viterbo, Guidonia (1.392 milioni di euro) e il passante ferroviario di Palermo (1.100 milioni), invece, mentre l'esecutivo destina nuovi fondi per il Ponte, viene ridimensionato il servizio ferroviario in Sicilia e Calabria, e lo stesso avviene per i servizi di traghettamento sullo Stretto. Legambiente registra dunque con soddisfazione la decisione della Regione Calabria di uscire dalla Società Stretto di Messina e invita la Regione Sicilia a seguire questa strada. "Quella del Ponte - ha concluso Cogliati Dezza - è una scelta che non guarda alle reali necessità del Paese, e che nel periodo della crisi delle banche rischia solo di trasformarsi in un cantiere infinito. Per questo, auspichiamo una ricca partecipazione alla manifestazione pacifica e popolare di sabato a Villa San Giovanni, e annunciamo la restituzione simbolica della "prima pietra" al governo nazionale".

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