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Assolto presunto boss accusato dalla Cordopatri

 

 

Assolto il presunto boss accusato di estorsione dalla Cordopatri che grida allo scandalo

02 dic 09 Il Tribunale di Catanzaro ha assolto il presunto boss della ‘ndrangheta di Gioia Tauro Carmine Gerace, di 59 anni, ed altre otto persone, accusate, a vario titolo di associazione mafiosa, e violenza privata, estorsione, truffa e incendio, tutti reati aggravati dalle modalità mafiose, nei confronti della baronessa Maria Giuseppina Cordopatri, divenuta testimone di giustizia dopo averli denunciati. Il processo si è celebrato a Catanzaro dopo il trasferimento per legittima suspicione da quello di Palmi (Reggio Calabria). Gli imputati erano accusati di avere costretto, a metà degli anni ‘90, la baronessa Cordopatri a cedere alcuni fondi ad un prezzo inferiore a quello di mercato dopo una serie di intimidazione consistite, tra l’altro, nel taglio e nell’incendio di piante di ulivi e nel furto di mezzi e macchinari. Il Tribunale, accogliendo la richiesta del pm distrettuale di Catanzaro, Sergio Boninsegna, ha assolto gli imputati, “perché il fatto non sussiste”, dal reato di associazione mafiosa e, “per non avere commesso”, dall’accusa di violenza privata. Quest’ultimo reato, per alcuni imputati, è stato derubricato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni e dichiarato estinto per intervenuta prescrizione per i fatti successivi a febbraio 1995. Dalle accuse di estorsione e violenza privata relative a fatti commessi nel 1996, gli imputati sono stati assolti perché il fatto non sussiste e per i fatti successivi al ‘96 due sono stati assolti per non aver commesso il fatto e per gli altri è stato dichiarato non doversi procedere per intervenuta prescrizione essendo stato derubricato il reato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

 

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