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Commissione ecomafie in Calabria

 

Commissione ecomafie in Calabria: rischio d'emergenza rifiuti come la Campania. Cesio 137 in Sila

01 dic 09 Ci sono oltre cinquecento discariche abusive e le discariche regolari stanno esaurendosi. La Calabria rischia di trovarsi nella stessa emergenza in cui si è trovata la Campania. Questa in sintesi quanto emerso a Reggio Calabria, durante le audizioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e reati connessi, meglio conosciuta come Commissione ecomafie, presieduta da Gaetano Pecorella. Le audizioni, che si sono svolte in Prefettura, hanno riguardato oltre al prefetto Francesco Musolino ed al Questore della città dello Stretto anche il sindaco Giuseppe Scopelliti, rappresentanti dell’Amministrazione provinciale, i vertici delle forze di polizia e della magistratura reggina , l’Arpacal, il Commissario Delegato per l’emergenza rifiuti in Calabria, l’assessore all’ambiente Silvio Greco e le associazioni ambientaliste. Domani e' previsto un sopralluogo al termovalorizzatore di Gioia Tauro e alle discariche di Lamezia Terme (Catanzaro) e Castrolibero (Cosenza). Giovedi' infine continueranno le audizioni alla Prefettura di Cosenza.

Emergenza strutturale. In Calabria, ha detto Pecorella, "ci sono 400 discariche abusive e 'una forte presenza della criminalita' organizzata in tutta la Regione. Circa un terzo delle aziende che operano nel settore non hanno la certificazione antimafia e sono tanti i comuni commissariati. Altri sono indebitati al limite del dissesto''. ''L'emergenza in Calabria -spiega- e' strutturale. C'e' la pianificazione legislativa, ma questa Regione non si e' adeguata sul territorio, manca l'azione degli enti locali che non ci aiutano a risolvere i problemi e in questo scenario in cui le istituzioni sono poco presenti, le infiltrazioni mafiose sono la naturale conseguenza''

Criminalità sulle discariche. Sulla possibilità che le discariche abusive possano ricondurre alla criminalità organizzata, il Presidente della Commissione, Pecorella, ha evidenziato che “le discariche abusive sono una fonte di ricchezza per la criminalità organizzata, la quale ha spesso creato questi spazi utilizzando il territorio per estrarre materiali per costruzione poi utilizzate in discariche. “Ci auguriamo – ha ammesso Pecorella- che un controllo forte sulle bonifiche non faccia sì che la criminalità organizzata tragga nuovo giovamento dalle bonifiche delle discariche da lei stessa create”. Poi sul raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro, “è necessario che si esca da quest’empasse, anche perché c’è stato segnalato dal commissario che probabilmente le discariche tra 2 - 3 mesi non saranno più in grado di assorbire i rifiuti che vengono prodotti in Calabria”. Alla commissione, vista la situazione attuale, è stato prospettato come sia improbabile che il regime commissariale possa terminare al 31 dicembre 2009. Pecorella infine fa un passaggio sul raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro, sostenendo che ''il 60% dei lavori e' gia' stato effettuato'' Bocciata dunque l'ipotesi di realizzazione di un impianto in provincia di Cosenza perche' ''comporterebbe un pesante aggravio dei costi nelle casse dello Stato'

Assenza enti locali. Nel corso della conferenza stampa è stata sottolineata la “mancanza di protagonismo da parte degli enti locali”. L’on Pecorella, ha poi evidenziato come la situazione non sia delle migliori: “basti pensare – ha riferito - alla questione del termovalorizzatore che ancora non solo non si è riusciti a realizzare ma neanche a stabilire dove va fatto. La situazione di Reggio, sulla base di quello che ha detto il sindaco, è buona ma anche qui ci sono problemi per discariche che possono venire in esaurimento”.

Cesio 137 in Sila: Sulla presenza, soprattutto in Sila, di 'cesio 137', il Presidente la Commissione ecomafie Pecorella ha detto “Non è stato ancora stabilito se è una presenza dovuta a prodotti nell’atmosfera oppure vi è l’esistenza di prodotti interrati. Da parte nostra prendiamo atto delle ricerche che stiamo facendo. Anche noi torneremo in Calabria per fare queste verifiche. Al momento però di tutti questi bidoni contenenti prodotti radioattivi non ne è mai stato trovato uno”.

Pentito Fonti. Sulle dichiarazioni del pentito Fonti e sulla possibilità che lo stesso possa essere riascoltato dalla Commissione, Gaetano Pecorella ha replicato che è stato già sentito “in una lunga audizione fatta in una città dell’Emilia. Audizione in cui abbiamo ripercorso tutte le sue dichiarazioni. In questo momento abbiamo acquisito solo ciò che Fonti aveva da dire. Stiamo facendo le verifiche sull’attendibilità di ciò che lui ha dichiarato”.

Programma di domani. Domani la commissione d'inchiesta parlamentare effettuerà i sopralluoghi al termovalorizzatore di Gioia Tauro, alla discarica di Lamezia Terme e a quella di Castrolibero, all'impianto di compostaggio di Lamezia e giovedì si sposterà, per nuove audizioni, presso la prefettura di Cosenza.

Legambiente consegna dossier. Legambiente Calabria riaccende i riflettori sulle problematiche connesse al commissariamento ambientale ultradecennale inadeguato e inefficace e su una preoccupante assenza di prospettive nella regione. Una delegazione dell’associazione del Cigno composta da Nuccio Barillà, del direttivo nazionale, Antonino Morabito, presidente regionale Calabria, e Lidia Liotta, del circolo di Reggio Calabria, è stata ricevuta questa mattina presso la Prefettura di Reggio Calabria, unitamente ai rappresentanti di WWF, Italia Nostra, Accademia Kronos Calabria e Amici della Terra, dalla Commissione Parlamentare sul ciclo dei Rifiuti presieduta da Gaetano Pecorella. Una posizione critica ma anche costruttiva, quella che Legambiente Calabria ha manifestato e che sarà presto sintetizzata in un dossier specifico con i dati necessari ad un’analisi complessiva della situazione dei rifiuti nella regione. Al cospetto della Commissione, Legambiente Calabria ha denunciato il ritardo delle bonifiche delle innumerevoli discariche abusive in Calabria ma ha anche chiesto l’intervento forte per un’inversione di tendenza che non crei più le condizioni per lo smaltimento illegale di rifiuti e per le infiltrazioni della criminalità organizzata nelle società che gestiscono la raccolta dei rifiuti. ”Uno dei punti maggiormente nevralgici della questione – ha evidenziato Nuccio Barillà del direttivo nazionale di Legambiente - attiene al fenomeno delle ecomafie sempre più aggressive e invasive e alle ipotesi di gestione mista, con capitali pubblici e privati, del servizio rifiuti; una gestione che è causa di assunzioni gonfiate, servizi inefficienti e notevoli rischi di condizionamenti mafiosi, di fatto presenti nel nostro territorio”. Sul clima poco chiaro che caratterizza le società miste possono essere letti alcuni episodi avvenuti nelle province calabresi. In particolare, lo scorso ottobre, atti intimidatori sono stati rivolti al direttore della società “Leonia” che a Reggio Calabria svolge servizi ambientali e di smaltimento di rifiuti solidi urbani. “Tale scenario, unitamente ai risultati mancati del commissariamento ambientale e al ritardo delle bonifiche ha proseguito Nuccio Barillà - rende necessario operare per una prospettiva capovolta rispetto a quella attuale. Allo smaltimento tramite inceneritori dovrebbero essere destinati solo i residui di ciò che non viene smaltito con impianti di raccolta differenziata. In Calabria avviene l’inverso e la prospettiva della raccolta differenziata va interamente costruita, atteso che di appositi impianti, ha dichiarato Nuccio Barillà, la nostra regione è sprovvista”. La risorsa della raccolta differenziata potrebbe, infatti, costituire una risorsa fondamentale per la Calabria ma al momento si registra un tasso bassissimo e preoccupante di utilizzo di questa tipologia di raccolta di rifiuti e invece si registrano pareri favorevoli al raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro. “Sarebbe un errore gravissimo – ha dichiarato Antonino Morabito, presidente di Legambiente Calabria - proseguire i lavori a Gioia Tauro o avviare altrove la realizzazione di un altro termovalorizzatore. Sarebbe uno spreco di risorse pubbliche, poiché la produzione complessiva di rifiuti in Calabria non ne necessita e lo stato di emergenza, che presto potrebbe crearsi, è in realtà causa di un’attuale cattiva gestione dello smaltimento. E’necessario, invece, investire su un corretto smaltimento dei rifiuti tramite la raccolta differenziata”. Ma Gioia Tauro è tema caro a Legambiente anche per altre questioni. “Chiediamo – ribadisce Nuccio Barillà – un controllo e una vigilanza che possano contrastare la trasformazione dell’area portuale in un punto strategico di smistamento di traffici illegali di rifiuti”. Sul tema rifiuti, rilanciata anche la questione relativa agli interramenti in Calabra di rifiuti pericolosi. “Chiediamo – ha ribadito Antonino Morabito - che la commissione si attivi affinché vi siano strumenti e risorse necessari per quelle verifiche mai avviate dopo l’esposto che Legambiente Calabria formulò nel 1994. Solo in Aspromonte furono 600 i siti dichiarati meritevoli di monitoraggio, ma nessuna azione venne poi intrapresa. Oggi ribadiamo l’urgenza di procedere a quelle verifiche con procedure trasparenti”. Legambiente ha infine ripreso alcune questioni già trattate nelle ultime settimane tra cui le bonifiche a Crotone. È stato consegnato alla Commissione un dossier specifico e la commissione stessa ha confermato la sua visita nella città di Pitagora nel prossimo gennaio.

 

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