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Sequestro di beni a cosca Farao-Marincola

 

 

Maxi sequestro si beni per 1mln di euro alle cosche del crotonese eseguito da Gdf e Polizia

30 dic 09 Blitz degli uomini del GICO della Guardia di Finanza di Catanzaro e dalla Polizia di Stato per un sequestro di beni e attività economiche per un valore di oltre un milione di euro appartenenti a Giuseppe Nicastri, sessantenne esponente di primo piano della potente cosca Farao- Marincola attiva nel territorio di Cirò Marina. I beni consistono in due terreni con più fabbricati, un appartamento adibito a civile abitazione, un magazzino, quote societarie di un impresa di calcestruzzi, tre auto. Tutti i beni sono risultati incompatibili con i redditi dichiarati al fisco da Nicastri e dai suoi familiari. Beni acquisiti dunque attraverso l’impiego di capitali illeciti.

Primo sequestro di beni con la legge 125 nel crotonese: Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal tribunale di Crotone che ha accolto la proposta avanzata dal procuratore della repubblica di Catanzaro, Antonio Vincenzo Lombardo, al termine di accurate indagini economico patrimoniali condotte congiuntamente da polizia e guardia di finanza. Questa è la prima significativa proposta avanzata dalla procura della repubblica di Catanzaro sul territorio di Crotone, in base alla nuova normativa introdotta dalla legge 24 luglio 2008, n. 125 (c.d. pacchetto sicurezza) che ha attribuito proprio ai procuratori distrettuali la competenza a richiedere l’applicazione delle misure di prevenzione nei confronti degli indiziati di appartenenza ad associazioni mafiose attraverso il sequestro dei beni. Giusppe Nicastri, tra l’altro, oltre ad annoverare numerosi precedenti penali, è stato recentemente tratto in arresto dopo oltre due anni di latitanza, essendo sfuggito alla cattura nell’ambito dell’operazione “Bellerofonte” condotta ai danni del clan cirotano dai carabinieri di Crotone sotto la direzione della Dda di Catanzaro. In particolare a Nicastri sono stati contestati i reati di associazione mafiosa, narcotraffico, estorsione aggravata dalle modalità mafiose, accuse per le quali nel luglio del 2008 fu rinviato a giudizio dal tribunale di Catanzaro.

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