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10 mln di beni sequestrati dalla PS a Lamezia

 

 

Beni per dieci mln di euro, tra cui abitazioni e attività commerciali, sequestrati dalla PS a Lamezia Terme

02 dic 09 Beni per un valore di circa 10 milioni di euro sono stati sottoposti a sequestro dalla polizia di Stato di Catanzaro. I beni erano nella disponibilita' di due persone di Lamezia Terme. Tra i beni sottoposti a sequestro, un bar, un'impresa di costruzione, un distributore di carburanti, cinque terreni, due ville, un complesso residenziale, dieci appartamenti, quindici magazzini ed un edificio con piscina in corso di costruzione. Parte dei beni sono riconducibili ad un presunto affiliato alla 'ndrangheta, Vincenzo Perri, di 34 anni, di Lamezia Terme. La proposta di sequestro dei beni era stata fatta nei giorni scorsi al Tribunale dal questore di Catanzaro, Arturo De Felice. Il presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale, Adalgisa Rinardo, ha valutato positivamente il quadro di responsabilità emerso dalla indagini della Polizia di Stato ed ha emesso il decreto di sequestro.

I poliziotti, inoltre, hanno messo i sigilli al bar tavola calda ''C.P- Tourist di Vincenzo Perri % C. sas'' che si trova di fronte alla stazione ferroviaria di Lamezia Terme centrale, all'impresa di costruzioni generali ''Co-gepe srl'', il cui capitale sociale e' di 210mila euro, il distributore di carburante Q8 con l'autolavaggio intestato a Sandra Margherita Torcasio ditta individuale in via Marconi a Lamezia Terme, con numerose convenzioni per la fornitura di carburante a privati ed aziende pubbliche. Sono stati sequestrati anche cinque appezzamenti di terreno per un totale di diecimila metri quadrati, un complesso residenziale in via dei Sanniti composto da dieci appartamenti, due villette, 12 magazzini e un edificio in corso di costruzione; in contrada Ginepri tre appartamenti e tre magazzini facenti parte di un residence. Inoltre e' stato sequestrato un fabbricato adibito a residence in corso di completamente a Roggiano Gravina (Cosenza), altri tre appartamenti e cinque magazzini in provincia di Catanzaro, tre autovetture di grossa cilindrata e otto autocarri e vari mezzi d'opera.

La notizia della confisca, dopo il sequestro, è stata data dal responsabile dell’Ufficio misure di prevenzione della questura di Catanzaro, Salvo Barilaro, nel corso della conferenza stampa indetta per illustrare l’operazione. La proposta di sequestro e della confisca dei beni era stata fatta nei giorni scorsi al Tribunale dal questore di Catanzaro, Arturo De Felice. Il presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale, Adalgisa Rinardo, nel valutare positivamente il quadro di responsabilità emerso dalla indagini della Polizia di Stato ha emesso il decreto di sequestro e questa mattina quello di confisca.

I beni sono stati sequestrati e confiscati perchè, è stato spiegato nel corso di un incontro con la stampa, dall’esame dei dati raccolti relativi all’indagine economico - patrimoniale del Perri, agli investigatori è apparso evidente “non solo l’assenza di elementi certi e idonei a giustificare la lecita provenienza dei beni accumulati, ma è altresì palese la sperequazione tra il valore del patrimonio accumulato dal Perri e la capacità reddituale delle stesso e dei suo familiari”. Perri a fronte della disponibilità di un patrimonio di circa dieci milioni di euro aveva dichiarato al fisco un reddito lordo di circa 3.223.00 euro. Quindi per gli inquirenti il Perri avrebbe percepito redditi di lieve entità e in alcuni casi in maniera non continuativa, certamente non idonei a giustificare il possesso di beni mobili e immobili pari a oltre 10 milioni di euro. Gli investigatori della Polizia ritengono che il patrimonio sia il frutto di una attività illecita.

 

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