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Notizie di cronaca

 

 

Pastore trovato morto a Verbicaro

01 dic 09 Il corpo senza vita di un uomo e' stato trovato ieri in localita' Spartosa, nel Comune di Verbicaro. Il 61enne Giovanni Battista Errico, pastore celibe, era andato in quel luogo per far pascolare le sue mucche, come faceva di solito. Probabilmente e' caduto ed e' finito in un dirupo. Un ufficiale sanitario, intervenuto insieme ai carabinieri, ha rinvenuto sul suo corpo varie escoriazioni e traumi che possono dipendere dalla caduta. La Procura di Paola ha disposto l'autopsia per accertare le cause del decesso. Il corpo e' stato portato all'obitorio di Praia a Mare.

Blitz antidroga nel quartiere rom di Catanzaro: trovate 90 dosi di eroina

01 dic 09 I carabinieri hanno trovato in un blitz in via Mole', nella zona di Germaneto, a Catanzaro, dove risiedono famiglie di etnia rom, 90 dosi di eroina. La droga era nascosta in un'intercapedine del muro di cinta di un abitato, scandagliato dagli uomini della Compagnia di Catanzaro insieme ai colleghi del Battaglione Sicilia e del Goc di Vibo Valentia. E' stato trovato inoltre un altro involucro con dieci pezzi di hashish.

Perizia psichiatrica per il giovane che bruciò il suo amico ad Acri

01 dic 09 Sarà sottoposto a perizia psichiatrica Camillo Antonio De Maddis, imputato per l'omicidio di Fabrizio Greco, il giovane bruciato vivo nel marzo scorso ad Acri durante una lite per futili motivi. La perizia psichiatrica è stata ammessa dal Giudice per le udienze preliminari del tribunale di Cosenza, Lucia Marletta, che ha accolto la richiesta dal difensore di De Maddis, l'avvocato Vincenzo Adamo. L'incarico è stato affidato al dottor Antonio Ruffolo che dovrà accertare se l'imputato era capace di intendere e di volere al momento dell'omicidio. La difesa stamani ha depositato una perizia nella quale il consulente di parte, Domenico Buccomino, sostiene che c'é un "nesso eziologico tra le modalità del fatto delittuoso contestato al De Maddis ed i disturbi della personalità già riscontrati e diagnosticati".

Una perizia per la donna che uccise la figlioletta a Catanzaro

01 dic 09 Si conosceranno il 23 marzo prossimo le conclusioni cui arriverà il perito chiamato a verificare la capacità di intendere e volere di Morena Loprete, 20 anni, di Catanzaro, arrestata lo scorso dicembre con l’accusa di avere ucciso Annarita, la figlioletta di due settimane, e di aver tentato di ammazzare anche il convivente. Il giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro, Gabriella Reijllo, ha conferito il relativo incarico al dottore Mario Nicotera, che ha chiesto 90 giorni per il deposito della perizia. Solo dopo aver conosciuto le conclusioni del medico potrà riprendere il giudizio abbreviato (che in caso di condanna comporta lo sconto di pena di un terzo) che il difensore della Loprete, l’avvocato Alessandro Guerriero, ha chiesto, condizionandolo proprio all’espletamento della verifica psichiatrica. I fatti di causa sono avvenuti all’alba del primo dicembre scorso, nel quartiere Gagliano di Catanzaro. Morena Loprete, secondo l’accusa, avrebbe ucciso la sua bambina al culmine di una violenta lite con il convivente, Rosario Donato, 24 anni, ferito al petto con una coltellata e con un morso che gli ha staccato il lobo dell’orecchio sinistro. Il legale di Donato, l’avvocato Carlo Petitto, già alla scorsa udienza ha comunicato la rinuncia alla costituzione di parte civile dell’uomo contro la ex convivente.

Omicidio Russo, assoluzione per Ferrazzo

01 dic 09 La Corte d’assise d’appello di Catanzaro ha confermato l’assoluzione per non aver commesso il fatto per Mario Donato Ferrazzo, imputato quale presunto mandante dell’omicidio del vecchio capo della cosca di Mesoraca (Crotone) Ernesto Russo, avvenuto nel settembre del 1990 a Campizzi; e dell’altro omicidio di Tommaso Cavarretta, fatto scomparire a Mesoraca il 5 marzo 1992. Il sostituto procuratore generale Sandro Dolce aveva chiesto per Ferrazzo l’ergastolo, ma il Collegio d’appello ha confermato la sua assoluzione come richiesto dagli avvocati Pietro Pitari e Nino D’Ascola. La sentenza di primo grado per l’imputato fu emessa il 28 dicembre del 2006. Anche allora, davanti alla Corte d’assise di Catanzaro, l’accusa aveva chiesto il carcere a vita per il 47enne imputato, ritenuto a capo dell’omonima consorteria mafiosa di Mesoraca. Ferrazzo, insieme a molte altre persone, finì coinvolto nell’inchiesta condotta dai carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro e del Comando provinciale di Crotone, coordinati dalla Dda di Catanzaro, che nella notte tra il 28 e il 29 aprile del 2004 fecero scattare l'operazione Restauro per disarticolare la cosca di Mesoraca, considerata silente ma estremamente pericolosa specie perchè saldamente legata alle principali consorterie 'ndranghetiste del Crotonese. Il materiale investigativo raccolto dai militari consentì al titolare del caso, Dolce, di ottenere dal gip un’ordinanza di custodia in carcere per 15 indagati accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, di tre omicidi e un tentato omicidio avvenuti tra gli anni '80 e '90, di un imponente traffico di droga tra Calabria, Lombardia e Svizzera, e di un traffico di micidiali armi da utilizzare anche per le esecuzioni. A conclusione dell’inchiesta, le persone per le quali la Procura antimafia chiese il rinvio a giudizio erano in tutto 27 di cui tre furono rinviate a giudizio, dieci prosciolte, mentre le restanti chiesero il rito abbreviato. Ferrazzo, oltre che di associazione a delinquere di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione e porto in luogo pubblico di pistole e kalashnikov, fu chiamato a rispondere anche dei due omicidi, di Russo e Cavarretta, quale presunto mandante. Nell’indagine gli inquirenti tracciarono la storia della 'ndrina di Mesoraca, dei traffici illeciti e dei rapporti con gli affiliati alle altre cosche del Crotonese, individuando a capo della consorteria proprio Topolino, come viene anche chiamato Mario Donato Ferrazzo, che per un periodo avrebbe diviso il comando con il cugino Felice Ferrazzo, altrimenti detto “Chiop Chiop”. Una cosca che avrebbe avuto il riconoscimento dalla potente locale di Cirò, a fianco della quale si sarebbe schierata nella guerra di mafia che ha insanguinato il Crotonese fino al 1996. La ricostruzione degli inquirenti arrivò fino alle vicende più recenti, alla spaccatura in seno al clan che vide da una parte Mario Donato Ferrazzo e dall’altra il cugino Felice, condotta a colpi di reciproci attentati finchè alla fine, dopo essere scampato a un agguato nel 2000, il secondo venne arrestato per detenzione d’armi e decise di cominciare a collaborare con la giustizia. Proprio il pentito Felice Ferrazzo, nel 2006, è stato condannato per i due omicidi di Ernesto Russo, e di Francesco Caselli, assassinato a Petilia Policastro il 16 maggio del 1990, e lo scorso settembre la Corte d’assise d’appello di Catanzaro gli ha ridotto di quattro mesi la condanna a dieci anni di reclusione avuta in primo grado

Processo "Corace", abbreviato per dieci

01 dic 09 Potrebbero essere giudicati con rito abbreviato dieci degli undici giovani catanzaresi coinvolti nell’operazione antidroga “Fiume Corace”, mentre uno di loro ha già chiesto di patteggiare. Dopo che la Procura della Repubblica di Catanzaro ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio, ieri davanti al giudice Gabriella Reijllo è iniziata l’udienza preliminare, durante la quale l’avvocato Vitaliano Gallo ha chiesto l’applicazione al suo cliente, Claudio Francesco Chiaravalloti, 21 anni, della pena di 4 mesi di reclusione e 5.000 euro di multa, ottenendo il consenso del pubblico ministero d’udienza, Paolo Petrolo. Il patteggiamento sarà formalizzato alla prossima udienza del 23 febbraio, e quello stesso giorno il gup deciderà se ammettere i riti abbreviati (che in caso di condanna comportano lo sconto di pena di un terzo) per gli altri dieci giovani accusati: Armando Fiorentino, 22 anni, di Catanzaro; Marco Spallino, 30 anni, nato a San Giorgio a Cremano (Na) ma residente a Catanzaro; Andrea Forte, 22 anni, nato a Roma ma residente a Catanzaro; Carlo Alberto Borromeo, alias “Charly”, 21 anni, nato a Bologna ma residente a Catanzaro; Stefano Spiridetti, alias “il Negro”, 29 anni, di Catanzaro; Giuseppe Rotundo, 29 anni, di Catanzaro; Alison Macrì, 23 anni, di Catanzaro; Gianluca Tardo, 28 anni, di Catanzaro; Francesco Arnò, alias “Franco u barese”, 34 anni, di Catanzaro, residente a Montauro; Alessandra Sacco, 34 anni, di Catanzaro. I rispettivi difensori (tra gli avvocati impegnati Arturo Bova, Enzo De Caro, Piero Mancuso, Piero Chiodo, Nicola Lembo, Pietro Funaro e Gregorio Viscomi), infatti, hanno chiesto abbreviati condizionati, nella maggior parte dei casi, all’audizione di soggetti a vario titolo interessati dalla vicenda (operanti della polizia giudiziaria, presunti acquirenti della droga, qualche imputato), ma qualcuno anche alla trascrizione su singoli brani delle intercettazioni effettuate dagli investigatori, che rappresentano l’ossatura dell’impianto accusatorio. Sette degli indagati di “Fiume Corace”, chiamati tutti a rispondere di spaccio di stupefacenti, finirono in cella il 16 aprile scorso, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Camillo Falvo, su richiesta del sostituto procuratore Simona Rossi, che ha coordinato le indagini condotte dai Baschi verdi della Guardia di finanza per oltre due anni. I giovani, secondo le accuse, avrebbero fatto parte di una rete dello spaccio operante fra il quartiere marittimo del capoluogo calabrese e Cropani, lungo la fascia ionica. Le persone indagate, fin dall’inizio, erano in tutto undici, ma per quattro di loro il gip non concesse il provvedimento restrittivo richiesto, e precisamente per Macrì, Tardo, Arnò, e Sacco, i cui nomi sono infine comparsi nella richiesta di rinvio a giudizio. Per i sette indagati in relazione ai quali “si è ritenuto sussistere la gravità indiziaria - scrisse il gip negli ordini di cattura -, ricorre l’esigenza cautelare alla luce della gravità dei fatti contestati, delle modalità delle condotte, del carattere organizzato e continuativo dell’attività delittuosa e dei guadagni da essa ricavabili, sintomatici della natura non occasionale e non circoscrivibile nel tempo delle azioni delittuose”. Il gip spiegò inoltre che in tutti i casi “il materiale probatorio è costituito, in prevalenza, dal contenuto delle numerose conversazioni telefoniche e tra presenti intercettate. In molti casi le conversazioni captate sono riscontrate dagli esiti di attività di indagine collaterali”, come servizi di osservazione e pedinamenti, sequestri di stupefacenti, arresti in flagranza. E proprio in un arresto in flagranza, in particolare, era incorso Chiaravalloti, finito già in manette assieme a Forte, il 15 marzo del 2008, dopo che le Fiamme gialle li trovarono a casa della nonna del primo mentre erano in procinto di confezionare in dosi della droga (circa 200 grammi di hashish e 20 grammi di marijuana). Per quell’episodio Chiaravalloti ha patteggiato a luglio due anni ed otto mesi di reclusione e 12.000 euro di multa, ed oggi ha chiesto un nuovo patteggiamento di una pena che risulta molto più bassa per via della “continuazione” tra quella precedente accusa e le altre che gli vengono contestate in “Fiume Corace”.

Assaltato ufficio postale di Gerocarne: bottino 2300 euro

01 dic 09 Pensavano di arraffare una somma cospicua nel periodo di pagamento delle pensioni, invece si sono dovuti accontentare di 2.300 euro i due malviventi che oggi hanno rapinato l'ufficio postale di Gerocarne, nel vibonese. I malviventi hanno fatto irruzione nella filiale armati di un fucile e una mazza, vestiti da cacciatori probabilmente per confondersi. Con il bastone hanno dato due colpi al vetro blindato, ma senza riuscire a romperlo, intimando a un dipendente di aprire la porta d'accesso alla sezione amministrativa dell'ufficio. Al diniego dell'operatore, i rapinatori hanno arraffato dalla cassa di uno sportello la somma di un versamento che un cliente aveva appena effettuato, 2.300 euro, e sono scappati a bordo di una Fiat Punto verde, ritrovata poco piu' tardi. Il mezzo risulta rubato nel vibonese pochi giorni fa. Sul posto sono giunti i carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno che hanno avviato indagini.

Codacons "No alla privatizzazione dell'acqua"

01 dic 09 “Molti cittadini calabresi a breve rimarranno senz’acqua. Questo in sintesi è l’avviso di Sorical, ovvero la società che gestisce i “nostri” acquedotti. Si tratta di un razionamento della fornitura dovuto al fatto che, così sostiene Sorical, alcuni comuni sono morosi”. Asostenerlo è il Codacons in un comunicato in cui chiede alla Regione di impugnare il provvedimento del Governo sulla privatizzazione dell’acqua. “La minaccia - prosegue la nota - riguarda comuni importanti e popolosi. Solo per fare qualche esempio nel catanzarese spiccano Soverato, Sellia Marina, Cropani, Squillace, Montauro. Il Codacons, alla luce della minaccia della Sorical, ha diffidato la società dal provvedere a sospendere la somministrazione di acqua potabile”. “Riteniamo - ha sostenuto l’avv. Francesco Di Lieto, vice presidente nazionale del Codacons - che in caso di interruzione della somministrazione dell’acqua si potrebbe configurare il reato di interruzione di pubblico servizio. Pertanto il Codacons ha chiesto l’intervento della Procura della Repubblica per evitare ripercussioni sulla salute pubblica”. “Anche perché - prosegue la nota del Codacons - spesso i consumi risulterebbero “gonfiati” dalle perdite delle condotte idriche. Nell’ottica di tutelare i cittadini, il Codacons chiede alla Regione di impugnare il provvedimento del Governo sulla privatizzazione dell’acqua e, nelle more, di intervenire su Sorical al fine di ottenere una moratoria per i comuni calabresi”. “Alla Regione - ha aggiunto Di Lieto - chiediamo un fermo e deciso no alla privatizzazione dell’acqua e l’apertura di un tavolo permanente di conciliazione, composto da esponenti sia di Sorical che dei comuni calabresi, capace di evitare che le inefficienze di questo iniquo sistema finiscano per ricadere, come al solito, sui cittadini”. Il Codacons, inoltre, chiede ai Sindaci calabresi “il massimo sostegno ed una forte coesione davanti una battaglia di civiltà che, prescindendo dalle posizioni ideologiche e partitiche, deve mirare alla tutela delle famiglie calabresi. Occorrono gesti clamorosi - conclude la nota - per affermare il diritto dei calabresi a poter bere l’acqua, per questo chiediamo il supporto da parte degli amministratori locali, fornendo anche la disponibilità alle dimissioni di massa per tutelare i loro abitanti”.

La replica di Sorical: “Nessun comune calabrese rimarrà senz’acqua. Le riduzioni di fornitura idrica (e non le interruzioni) che saranno operate riguarderanno quei Comuni inadempienti e morosi, refrattari a qualsiasi piano di rientro rispetto agli obblighi contabili derivanti dalla fornitura stessa e che nello stesso tempo richiedono quantità idriche ben superiori ad ogni ragionevole livello di dotazione d’acqua”. È quanto sostiene la Sorical in relazione alla nota di oggi del Codacons. “Sorical - prosegue la nota - ha più volte ricordato come i suoi crediti nei confronti delle amministrazioni siano, ormai, insostenibili. Si tratta di somme che, si presume, siano state già pagate dalla cittadinanza utente e che rappresentano un vincolo di bilancio inderogabile per ogni ente locale (unitamente al pagamento degli stipendi e degli oneri previdenziali). La società ha sempre operato nel massimo rispetto istituzionale nei confronti degli enti locali, ricercando con i comuni debitori una concertazione che prevenisse qualsiasi possibilità di ricorso ad azioni traumatiche del recupero dei crediti, imposte peraltro dalla natura pubblica di Sorical”. “È opportuno ricordare - sostiene la Sorical - come l’acqua rimanga un bene primario, gestito secondo principi e doveri che rispondono ai criteri di pubblica utilità e per questo deve essere oggetto di corretta amministrazione da parte di tutti gli operatori in campo. Non a caso la tariffazione delle forniture é disposta annualmente, con atto pubblico, dalla Regione Calabria ed è, per inciso, tra le più basse d’Italia. Riguardo alla perdita delle condotte idriche, pur trattandosi di materia devoluta alle competenze comunali, la società ha sempre offerto la massima collaborazione tecnica agli enti locali, per monitorare e individuare insieme le criticità”. “Sorical - prosegue la nota - ha un sistema di controllo che investe sia la Regione che la Corte dei Conti e le sue procedure rispondono ai criteri più elevati di efficienza e di efficacia, oltre che di trasparenza amministrativa. Sarebbe oltremodo interessante poter stabilire se analoga correttezza riguarda alcuni Comuni debitori, considerando che una sana e normale contabilizzazione delle entrate e delle uscite (ripetiamo vincolate) relative al settore idrico non comporterebbe alcun ritardo nei pagamenti”. “La società - conclude la nota - è disposta, in ogni caso, ad incontrare i rappresentanti del Codacons per illustrare loro quanto sopra riportato e per rispondere a qualsiasi quesito inerente il problema”.

Oltre due milioni di euro di buco del comune di Scalea verso Tributi Italia

01 dic 09 “In riferimento a quanto è accaduto negli ultimi mesi inerente al caso dei Tributi nella nostra città , questione fatta rilevare dal dirigente politico Palmiro Manco con “l’operazione verità”, viene ribadita la necessità di fare luce sulla questione tributaria del comune di Scalea”. E’ quanto scrivono in una nota congiunta la Federazione Dei Verdi sez. di Scalea - Rifondazione Comunista sez. di Scalea, Associazione Scalea Europea - Periodico Il Faro - Associazione La Scossa. “Oggi, affermano, il silenzio da parte del Sindaco è inaccettabile e quindi riteniamo che sia doveroso da parte dell’amministrazione comunale intervenire sulla drammatica vicenda che coinvolge negativamente le casse cittadine. Da parte dell’organo politico amministrativo, in primis il sindaco e l’assessore al bilancio, sul caso sono state dette pubblicamente un sacco di bugie ed inesattezze. 1) Primo, per aver detto bugie “grandi quanto una casa”, poiché lo stesso Sindaco ha dichiarato pubblicamente, in consiglio comunale, che in caso di fallimento della soc. Tributi Italia, il comune era garantito per un milione di euro. Ciò non risulta verità, in quanto le polizze garantivano solo euro 159.725,00. Ma la cosa più grave, grazie al nostro intervento, risulta che le polizze in questione erano scadute in data 09/04/2008 e non rinnovate per i periodi correnti, smentendo di fatto tutte le rassicurazioni dell’amministrazione comunale in carica. 2) Secondo, sono trascorsi più’ di trenta giorni dall’interrogazione inerente alla questione dei tributi, presentata da alcuni consiglieri comunali di minoranza, perché ancora resta in silenzio ? probabilmente per non far capire ai cittadini il fallimento totale della sua amministrazione ! 3) Terzo, perché il sindaco e la sua maggioranza, si sono ostinati a difendere “pubblicamente” la società di riscossione facendo loro la tesi che il comune vantava solo un credito di trecentotrentamila euro ? Ricordiamo che in quel periodo nessun ufficio comunale o ente sovra-comunale aveva accertato il reale importo. Quindi Perché hanno millantato come credito tale somma ? Su quali basi? Alla luce dell’articolo apparso ieri sul quotidiano nazionale LA STAMPA, a pagina 8 e 9 (Primo piano ), nel servizio inchiesta “IL MISTERO DELLE TASSE SCOMPARSE” del giornalista Paolo Baroni “, risulta da una verifica UFFICIALE del TESORO che il nostro comune è tra i primi 10 creditori della Tributi Italia s.p.a. ( precisamente il 7°), con un credito di DUEMILIONICENTOSETTANTAMILA EURO. In pratica, dai dati esposti, superiamo città come Bologna, Cagliari e ci attestiamo quasi alla pari con Bari e Bergamo . ( Alla faccia delle Trecentotrentamila Euro. Da quanto sembra la Tributi Italia, avrebbe nascosto, al comune di Scalea, Unmilioneottocentoquarantamila Euro ). Complimenti ! In particolare ai nostri amministratori che sono restati in silenzio a questo tentativo di sottrazione indebita da parte della Tributi Italia ai cittadini di Scalea . ( La tentata autodenuncia del sindaco alla Guardia di Finanza, secondo noi, peggiorerebbe soltanto le cose, visto che probabilmente sapeva e non ha agito in tempo ) . Intanto, informiamo i nostri concittadini che la Commissione Finanze della Camera dei deputati ha votato mercoledì scorso una risoluzione per chiedere al Governo di cancellare l’impresa Tributi Italia spa dall’albo . Dai dati acquisiti e pubblicati dagli organi nazionali di Stampa, sul caso tributi e cartelle pazze di Scalea crediamo sia opportuno chiedere scusa ai cittadini. Oltre al sindaco “Pinocchio” , le scuse dovrebbero arrivare prima di tutto dall’assessore al Bilancio e da tutti i consiglieri di maggioranza.

Porto di Diamante, firmato il contratto, iniziano i lavori

01 dic 09 Appresa la notizia della firma del contratto tra la Regione Calabria e l’Ati Icad – Diamante Blu, che consentirà l’inizio dei lavori dell’approdo turistico cittadino, l’Amministrazione Comunale intende esprimere la sua soddisfazione per un atto che consentirà la realizzazione di un’opera tanto attesa e di fondamentale importanza per lo sviluppo di un Città come Diamante, che aspira legittimamente ad ruolo di eccellenza nel panorama turistico nazionale. Un’opera, che in una visione più ampia, recherà i suoi vantaggi alla crescita, non solo di Diamante ma dell’intero comprensorio circostante. Con quest’ultimo passaggio, si potrà concretizzare, quindi, la ferma volontà dell’Amministrazione Comunale che, dal momento del suo insediamento, aveva posto la questione porto tra gli obiettivi prioritari della sua agenda ed aveva sovente sollecitato gli organi sovra comunali competenti affinché si giungesse ad una definitiva soluzione di una annosa vicenda riguardante un’opera decisiva per il rilancio di Diamante, a motivo degli indiscutibili vantaggi che può arrecare, anche attraverso il suo indotto, a numerose attività economiche, non solo legate strettamente al turismo.

Intesa sulla sicurezza tra Inail ed Esefs Reggio

01 dic 09 "Un altro passo in avanti e' stato compiuto oggi per garantire maggiore informazione e formazione ai lavoratori che operano nel campo dell'edilizia, e' stato infatti sottoscritto un importante accordo tra due degli attori principalmente coinvolti: l'Inail, direzione regionale Calabria rappresentato dal direttore Mario Lo Polito, e l'Esefs di Reggio Calabria rappresentato dal presidente Nicola Pellegrino". E' quanto si legge in una nota stampa. L'accordo, oltre alle iniziative convegnistiche riguardanti il testo unico in materia di sicurezza sul lavoro e le sue recenti modifiche, prevede percorsi di formazione gratuiti per tecnici operanti nel settore edile, nonche' la formazione obbligatoria di 16 ore per i neo assunti nel medesimo settore.

Il 3 dicembre Forum Coldiretti a Santa Trada

01 dic 09 Giovedì 3 DICEMBRE p.v. con inizio alle ore 10,00 nell’Altafiumara Hotel – Loc. Santa Trada di Cannitello, Villa San Giovanni (RC) la Coldiretti Calabria, nell’ambito del Forum che si svolgerà il giovedì 3 e venerdì 4 dicembre p.v., terrà una Conferenza Stampa di presentazione del Protocollo di intesa con le Banche di Credito Cooperativo della Calabria e CreditAgri Calabria e di introduzione dell’importante FORUM. . Partecipano - Pietro Molinaro Presidente Coldiretti Calabria - Domenico Antonio Bilotta Presidente Fed.ne Regionale BCC Calabria - Giorgio Piazza Presidente Nazionale CrediAgri Coldiretti - Demetrio Naccari Carlizzi Assessore Regionale Bilancio e Programmazione

A Rogliano si presenta il Mercato di Campagna Amica

01 dic 09 Coldiretti Cosenza e la fondazione Campagna Amica presentano mercoledì 2 dicembre alle ore 15 presso la sala consiliare del Comune di Rogliano la prima edizione di Mercato di Campagna Amica in programma dal cinque al sette dicembre nel centro storico roglianese. Durante i tre giorni nel segno della filiera breve e trasparente dal campo alla tavola, senza alcuna forma di intermediazione, viene offerta ai cittadini la possibilità di acquistare prodotti per una sana alimentazione, di qualità e di origine certa, a prezzi giusti, capace di remunerare il lavoro degli agricoltori e di dare un reale vantaggio al consumatore. All'incontro che avrà come tema conduttore un progetto per il paese interverranno Salvatore Loffreda e Pietro Tarasi rispettivamente direttore provinciale e presidente di Coldiretti Cosenza, il sindaco di Rogliano Giuseppe Gallo, Ester Perri responsabile regionale della Fondazione Campagna Amica, Paolo Sessa presidente della cooperativa Le Georgiche e Mario Ambrogio presidente Coldiretti di Rogliano. Costruiamo una filiera agricola tutta italiana firmata dagli agricoltori è l'appello scelto da Coldiretti per sensibilizzare sulla necessità di rivedere le politiche agricole. Sulla scia di altrettante Campagne amiche che si stanno svolgendo nei centri storici di molte città italiane, l'iniziativa di Rogliano intende Contribuire a garantire ai cittadini, particolarmente provati dal periodo di crisi, di poter continuare a soddisfare l'aspettativa di consumare, nel segno della qualità, della tipicità e della tutela ambientale.

Convegno sulla gestione dell'albo pretorio comunale online il 14 a Cirò

01 dic 09 Con il patrocinio del Comune di Cirò si svolgerà, lunedì 14 Dicembre 2009 alle 9.30 nella sala Consiliare del Comune di Cirò - Corso Luigi Lilio, un incontro di approfondimento su “La gestione dell’Albo Pretorio comunale online”, nell’ambito del progetto Centro Servizi Territoriale (CST) Asmenet Calabria. Relazionerà per Asmenet Calabria l’Ing. Francesco Scalise. Dal primo gennaio 2010, per tutte le Pubbliche Amministrazioni corre l’obbligo di pubblicare nell’Albo pretorio online gli atti e i provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale, secondo quanto previsto dalla Legge 69/2009. Al riguardo, l’art.32, comma 5, prevede che le pubblicazioni effettuate in forma cartacea, non avranno più effetto di pubblicità legale. L’eventuale pubblicazione cartacea, sul tradizionale Albo pretorio, avrà finalità solo integrativa. I siti internet, realizzati da Asmenet Calabria, già prevedono questa possibilità, consentendo l’inserimento di atti, delibere, bandi, attraverso una semplice gestione del back office. Per supportare gli addetti ai lavori in questa fase di start up e renderli autonomi nelle operazioni di pubblicazione, è stato previsto un incontro di approfondimento. L’incontro avrà, anche, lo scopo di illustrare tutte le funzionalità del sito internet e del relativo sistema di gestione (CMS-Content Management System), erogato gratuitamente ai Comuni soci, con particolare attenzione ai servizi interattivi presenti nel portale, come il calcolo e pagamento ICI, TARSU e il Ravvedimento operoso. Inoltre, saranno approfondite le modalità di inserimento delle informazioni nella sezione “Operazione Trasparenza”, prontamente predisposta sui siti istituzionali dei comuni per consentire una rapida e completa applicazione delle misure di trasparenza e pubblicità previste dalla Circolare del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione dello scorso 17 luglio.

Assolto il presidente del consiglio comunale di Reggio, Chizzoniti

01 dic 09 Il presidente del consiglio comunale di Reggio Calabria, Aurelio Chizzoniti, è stato assolto dai reati di calunnia, offese e ingiuria nei confronti dell'ex procuratore della repubblica reggino, Antonino Catanese. La setenza è stata emessa dal giudice monocratico di Catanzaro, Rosario Murgida. Al termine della requisitoria il pubblico ministero, Alessia Miele, ha chiesto l'assoluzione di Chizzoniti per il reato di calunnia e la condanna a tre mesi di reclusione per i reati di ingiuria e offese. Alla richiesta del pm si è associato il legale di parte civile, Domenico Grisolia. Il difensore di Chizzoniti, l'avvocato Carmelo Malara, anche in rappresentanza dell'avv. Francesco La Salvia, al termine della sua arringa ha chiesto l'assoluzione dell'imputato perché il fatto non sussiste in ordine al reato di calunnia sollecitando quanto meno una pronuncia di non luogo a procedere per il reato di ingiuria poiché l'azione penale non poteva essere avviata essendo stata attivata dopo oltre un anno dalla prescrizione della stessa. Al processo si è giunti a seguito dell'inchiesta "Sanitopoli" nella quale inizialmente Chizzoniti fu coinvolto e successivamente prosciolto. Chizzoniti, che anni fa è stato anche assessore regionale, denunciò tutti i magistrati che lo avevano inquisito.

Chiesta prescrizione per Sculco

01 dic 09 La conferma della condanna di primo grado per un imputato, lo sconto di pena per i due accusati 'eccellenti' Vincenzo Sculco, oggi consigliere regionale, e Carmine Talarico, ex presidente della Provincia di Crotone, e una sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione per gli altri imputati, tranne due. Sono state queste le richieste del sostituto procuratore generale di Catanzaro, Massimo Lia, al termine della sua requisitoria nel processo di secondo grado per le quattordici persone coinvolte in un processo che si è celebrato davanti al tribunale di Crotone, nell’ambito del quale il pubblico ministero Pierpaolo Bruni contestò reati che complessivamente andavano dalla frode in pubbliche forniture, alla truffa, tentata truffa, falso ideologico, turbativa d’asta, concussione, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio, corruzione, minacce. Il processo di primo grado si concluse il 2 febbraio del 2007 con quattordici condanne ed un’assoluzione. I giudici inflissero 7 anni di reclusione a Vincenzo Sculco, allora capogruppo regionale della Margherita, e 6 anni a Carmine Talarico, esponente del Ds, per i reati di corruzione ed abuso d’ufficio che sarebbero stati commessi tra il 2000 e il 2001, quando i due ricoprivano, rispettivamente, la carica di vice presidente e presidente della Provincia di Crotone. Oggi il pg ha chiesto che i due uomini siano prosciolti per molti capi d’accusa ormai prescritti, e dunque che le pene per loro siano rideterminate in 4 anni per Sculco (difeso da Enzo Ioppoli e Mario Nigro), e 5 anni per Talarico (difeso da Francesco Laratta), e nell’interdizione temporanea, e non più perpetua, dai pubblici uffici. Chieste due conferme della sentenza di primo grado, nei confronti di Valentino Riolo, che fu condannato per falso ideologico a 2 anni di reclusione (pena sospesa) e per Franceso Balzano (2 anni). Per tutti gli altri il pg ha chiesto il proscioglimento per prescrizione, si tratta di Pierluigi Liguori (aveva avuto 2 anni); Vincenzo Capozza (aveva 1 anno e 3 mesi); Domenico Voce, (2 anni); Domenico Borelli; Alfredo Virgilio Voce (2 anni); Rosario Lopez, (1 anno e 6 mesi); Ernesto Riolo; Antonio Truglio (3 anni); Giovanni Marescalco (3 anni); Vincenzo Proietto Donato (2 anni). Il processo davanti alla Corte d’appello di Catanzaro riprenderà il 14 dicembre con le arringhe dei difensori (tra gli avvocati impegnati Teresa Cortese, Giuseppe Barbuto, Domenico De Tommaso, Giovanni Allevato, Luigi Colacino, Pasquale Nicoletta, Francesco Gallo, Maurizio Tricoli, Nicola Cantafora, Francesco Verri, Luigi Ligotti), e poi la sentenza.

 

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