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Terremoto in Abruzzo, gara di solidarietà
Solidarietà da tutta Italia per il tremendo terremoto in Abruzzo che ha provocato oltre 150 morti. Dalla Calabria un elicottero, due colonne di mezzi e aiuti 06 apr 09 Fin dalle prime ore del mattino le Regioni e gli enti locali si sono mobilitatati per dare aiuto e solidarietà concreta alle vittime del terremoto.
Dalla Calabria un elicottero è partito per L'Aquila. A bordo, specialisti della Protezione civile con due unità cinofile. Alle 4 di questa notte parte una colonna delle Misericordie. E' pronta, inoltre, una colonna mobile dei Vigili del Fuoco e della Croce Rossa. Questo il quadro, regione per regione: Valle d'Aosta - della colonna mobile della Protezione civile fanno parte 30 persone per installare e gestire un campo da 130 posti con cucina mobile per 200 pasti l'ora, una componente sanitaria, con un elicottero della Protezione civile. Pronti VVFF e Croce Rossa. I Vigili del Fuoco ed i volontari della Croce Rossa Italiana della Calabria sono in stato di allerta e pronti a partire per l'Abruzzo. Dei vigili del fuoco sono pronte sessanta unità e quindici mezzi ma al momento non c'é stata nessuna partenza. La Croce Rossa Italiana per far fronte all'emergenza del terremoto in Abruzzo ha attivato anche in Calabria il piano operativo regionale. Sessanta tra volontarie e volontari appartenenti alle varie componenti della Cri sono già prontamente disponibili per l'impiego nelle zone colpite dal sisma così come sono già a disposizione 50 tende, numeroso vestiario, 1 autoarticolato, 1 cucina da campo, 2 ambulanze fuoristrada, 2 ambulanze di soccorso e 6 autovetture fuoristrada. Pronta una colonna delle Misericordie. Partirà alle 4 di domattina da Isola di Capo Rizzuto (sede del coordinamento regionale delle Misericordie Calabresi) la Colonna mobile regionale di Protezione Civile delle Misericordie Calabresi. Guidate dal coordinatore di Isola, Aurelio Muraca, saranno cinque le confraternite calabresi che presteranno il loro aiuto ed i loro mezzi e attrezzature in occasione dell'emergenza sismica in Abruzzo, le Misericordie di Isola Capo Rizzuto, Cosenza, Gioiosa Ionica, Trebisacce e Melito Porto Salvo, per un totale di 50 volontari. In particolare le attrezzature che saranno utilizzate per i soccorsi sono: nove tende per alloggio volontari complete di tavoli sedie e brandine da campo e gruppi elettrogeni; un trattore con semirimorchio cucina da campo; due ambulanze fuoristrada; un pulmino Fiat Ducato 9 posti; due pompe sommerse; ambulanze, autovetture e altri mezzi di soccorso. . Pronti i forestali. "Pronti ad intervenire anche con un contingente di operai idraulico-forestali se il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso dovesse ritenere fattibile la loro utilizzazione". Lo afferma in una nota l'assessore alla Forestazione della Regione Calabria, Mario Pirillo. "Di concerto - aggiunge - con il sistema di protezione civile regionale potremo eventualmente mettere a disposizione uomini e mezzi per aiutare una comunità duramente colpita da un evento imprevedibile e per ciò stesso devastante". Oltre 150 i morti. La terra ha tremato nel buio, alle 3:32 e la forza distruttiva della scossa, di magnitudo 5,8 - un livello che corrisponde all'ottavo-nono della scala Mercalli - ha devastato l'Aquila e i piccoli centri attorno al capoluogo abruzzese, portandosi via almeno 150 vite umane. Le urla degli abitanti e gli schianti dei crolli hanno spezzato il buio, ma solo le prime luci del giorno hanno mostrato gli effetti del terremoto: case venute giù come se fossero di carta velina. Alla fine della giornata i morti stimati sono 150 e almeno 1.500 i feriti, ma con l'alta probabilità che si tratti di un bilancio assolutamente provvisorio. Devastati tanti piccoli centro, oltre al capoluogo che pare colpito da un bombardamento: Paganica, Camarda, Tempera, San Demetrio nei Vestini, Castelnuovo. A Onna, il centro a pochi chilometri dall'Aquila che è il più danneggiato, è la disperazione: "A Onna siamo in 350. Finora avrò contato una cinquantina delle persone che conosco, ancora vive", ha riferito un uomo che risiede nella frazione dove stamani le prime bare sono state allineate su un prato. Nel capoluogo i crolli hanno interessato tutte le zone della città sei ragazzi sono stati estratti vivi dalla Casa dello studente, ma un loro collega è ancora disperso. Un po' ovunque giù cupole di chiese e campanili: crollata la parte absidale della Basilica di S. Maria di Collemaggio, della cupola di Giuseppe Valadier della chiesa delle Anime Sante, del campanile della chiesa di San Bernardino. Crollato parzialmente anche il transetto del Duomo dell'Aquila. "Nessuno sarà lasciato da solo", è la promessa del premier Silvio Berlusconi che ha definito l'accaduto come "una tragedia senza precedenti", dopo aver raggiunto L'Aquila ed aver sorvolato in elicottero l'area colpita dal sisma. Subito dopo ha presieduto a Roma la sedua del Consiglio dei ministri che ha conferito "i poteri di attuazione degli interventi d'emergenza" al sottosegretario Guido Bertolaso. "Per i primi giorni sono stati stanziati 30 milioni di euro di fondi immediati, in attesa di quantificare giovedì le risorse strutturali", ha spiegato Berlusconi. Fin da subito si sono mossi i soccorsi coordinati dalla protezione civile, ma dalle aree del terremoto si sono levate anche critiche: "Dove sono gli aiuti? E le tende?" chiede qualcuno a Onna, lamentando di essere rimasti per ore senza contatti con i soccorritori. Il ministro dell'interno Roberto Maroni e Bertolaso, hanno però sottolineato la prontezza con cui si è messa in moto la macchina dei soccorsi, sia a livello locale che nazionale. "Le operazioni erano già partite un quarto d'ora dopo il sisma. Più rapido di così non si poteva fare", ha detto il ministro. E concorda un volontario della protezione abruzzese: "Abbiamo corso pericoli per arrivare in case crollate in vicoli piccoli". E se qualche ritardo c'é stato, spiega uno dei componenti della protezione civile regionale, va tenuto conto che era praticamente impossibile far fronte subito a tutte le esigenze e controllare un territorio tanto vasto". Alcuni centri sono delle vere e proprie città fantasma. E nelle tante abitazioni lasciate vuote dalla fuga notturna sono già avvenuti i primi arresti per sciacallaggio. A riferirlo è stato il capo della polizia, Antonio Manganelli, secondo quanto riportato dal sito della stessa polizia di Stato: "Ho visto arrivare nella tendopoli adibita a questura - ha spiegato Manganelli - degli arrestati sorpresi mentre rubavano nelle case abbandonate. E' una triste consuetudine". Intanto ci si prepara alla prima notte dopo il terremoto, una notte fredda e di pioggia che ha cominciato a cadere sugli sfollati per i quali si stanno predisponendo le tendopoli o crecando migliaia di posti letto negli alberghi lungo la costa. A L'Aquila in tantissimi si apprestano a trascorrete la notte nelle auto parcheggiate in piazzali o comunque in aree lontane dagli edifici: la paura non è passata e la scossa del tardopomeriggio di magnitudo 4.1 fa ricordare che il terremoto é ancora lì, in agguato, ancora una volta nella notte. .
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