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Manager arrestato al confine, indaga Crotone

 

Manager arrestato in Francia, indaga la Procura di Crotone anche su rapporti tra politici e imprenditori. Soldi forse per tangenti

02 apr 09 Punta ad accertare l'eventuale responsabilità di politici con incarichi di assoluto rilievo, sia a livello nazionale che regionale, nella scomparsa di milioni di euro di finanziamenti pubblici, l'inchiesta condotta dalla Procura di Crotone nella quale è indagato l'imprenditore Aldo Bonaldi, socio in alcune aziende con Roberto Baroni, il manager fermato dalla polizia francese al confine con la Svizzera con titoli per 21 milioni di euro. La circostanza la si ricava dal decreto di perquisizione emesso dal pm Pierpaolo Bruni nei confronti di alcune società facenti capo a Bonaldi, nel quale compaiono i nomi di alcuni politici di centrodestra e centrosinistra (che allo stato non sarebbero indagati) e si afferma che le "condotte fraudolente e collusive pressoché certamente sono frutto di accordi illeciti tra privati, amministratori e funzionari pubblici anche di livello nazionale che hanno permesso e preso parte alle condotte". L'inchiesta della Procura ha evidenziato, come è scritto nello stesso decreto, "un articolato sistema di collusioni fraudolente tra imprenditori di primissimo piano a livello nazionale aventi ramificazioni anche all'estero, tutti protesi ad accaparrarsi finanziamenti pubblici attraverso la distrazione delle relative somme di denaro". Bonaldi è indagato per bancarotta fraudolenta, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e truffa in relazione al fallimento del Consorzio Eurosviluppo. La procura della Repubblica di Crotone sta avviando accertamenti per verificare l'origine dei 21 milioni di euro in titoli, trovati al manager Roberto Baroni, arrestato stamani in Francia dalla polizia mentre stava per attraversare il confine con la Svizzera. L'ipotesi degli inquirenti calabresi è che i 21 milioni di euro fossero destinati al pagamento di una o più tangenti legati ai fondi del Cipe ottenuti dalle imprese di Crotone sulle quali indaga il pm Pier Paolo Bruni. La procura mantiene il più stretto riserbo.

Si punta ai flussi di denaro. Le società al centro dell'inchiesta della Procura di Crotone erano partecipate e controllate direttamente e/o indirettamente da società di diritto estero. E' per questo motivo che il titolare dell'inchiesta, il pm Pierpaolo Bruni, è interessato al fermo del manager Roberto Baroni, trovato in Francia con 21 milioni di euro. Il pm si è già messo in contatto con la polizia francese per avere notizie sul materiale ritrovato a Baroni e sulle iniziative da prendere. Allo stato, comunque, la Procura crotonese non ha emesso alcun provvedimento restrittivo nei confronti del manager che, quindi, secondo quanto si è appreso, potrebbe essere rilasciato nelle prossime ore. Tre delle quattro persone sottoposte a perquisizione nell'inchiesta di Crotone sono state in passato indagate nell'inchiesta Poseidone condotta dall'allora pm di Catanzaro Luigi De Magistris. La Procura crotonese, da tempo sta cercando di accertare dove sia finito il denaro che, secondo l'accusa, è stato stornato dai finanziamenti pubblici ottenuti dalle società facenti capo a Aldo Bonaldi. Accertamenti di natura bancaria sono già stati disposti, ma sull'esito dei controlli c'é uno stretto riserbo. Le società di Bonaldi operavano estero su estero, in particolare col Lussemburgo. Anche per questo è stata disposta la perquisizione di quattro società, allo scopo di "accertare la reale destinazione dei flussi finanziari reciprocamente intersecantisi tra le varie società, anche di diritto lussemburghese ed anche al fine di verificare la titolarità di fatto delle società anonime estere in capo a politici, funzionari ed amministratori pubblici coinvolti nei fatti cui si procede".

 

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