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I riti pasquali in Calabria

la "naca"

In Calabria i riti del Venerdì Santo. Tra sacro e profano, dai Vattienti alla Naca ai riti albanesi e catalani

10 apr 09 E' suggestivo l'itinerario tra i riti della settimana santa che si svolgono in Calabria. E particolarmente intensi sono quelli che si svolgono nel triduo pasquale che ripropongono il calvario e la morte di Cristo. Famosa per l'interesse suscitato, soprattutto tra gli antropologi, è la processione dei 'vattienti' a Nocera Terinese. Il rito ha inizio la sera del venerdì santo ma poi ha il suo culmine la mattina del sabato. Mentre si svolge la processione con la statua della Madonna dell'Addolorata, per le vie del Paese si aggirano i Vattienti, si battono con un pezzo di sughero che prende il nome di 'cardo', nel quale sono collocati, bloccati nella cera, 13 pezzettini di vetro che fuoriescono di pochi millimetri. Ognuno di loro è allacciato con una cordicella all'Ecce-Homo (un compagno), con alla vita un panno rosso che scende fino alle caviglie. Con gli strumenti penitenziali, detti la rosa e il cardo, formati da tamponi di sughero infissi in pezzi di vetro, i Vattienti si percuotono, con movimenti ritmici, le cosce e i polpacci e poi passano la rosa bagnata del loro sangue sul petto dell'Ecce-Homo. Girando per le strade versano il loro sangue ai piedi della statua della Vergine. A Catanzaro il venerdì Santo si svolge la processione della Naca (o del Cristo morto). Inizia nel pomeriggio partendo dal sagrato di una delle chiese del centro storico cittadino sedi di una confraternita (alternativamente dell'Immacolata, del Rosario, del Carmine e di San Giovanni). Vi partecipano i componenti delle quattro confraternite, preceduti dai rispettivi gonfaloni, che, vestiti dei loro abiti processionali, sfilano preceduti da suonatori di trombe e tamburo. Seguono poi i portatori di croce, gli Ordini Religiosi, gruppi ed associazioni varie e il clero con il Vescovo che precede la statua del Cristo morto, adagiata sulla cosiddetta Naca, che viene portata a spalla. Il termine dialettale Naca viene dal greco naché e significa Culla, in pratica è la portantina dove Gesù è deposto. La Naca è ornata di damasco raso e seta, di fiori, luci ed angioletti di cartapesta ognuno dei quali porta i simboli della Passione: il calice, i chiodi ed il martello. Veniva e viene 'addobbata dai Sagristi o dai paratori', che si tramandano l'arte da diverse generazioni. La 'Naca' viene portata a spalla con un incedere leggermente dondolante, dai rappresentati delle corporazioni dei mestieri. Alla 'Culla' segue la Madonna Addolorata, vestita con un abito nero e rappresentata con un cuore trafitto da sette spade: i sette dolori della Vergine e Madre di Cristo. Quest'anno la Processione della Naca prenderà il suo avvio dalla Chiesa di San Giovanni, sede della Arciconfraternita dei SS.Giovanni Battista ed Evangelista dei Cavalieri di Malta ad honorem, aggregata all'Arcibasilica Laternanense. A Vibo Valentia fra le processioni religiose che si svolgono durante la settimana santa le più suggestive sono la Desolata e l'Affrontata. La prima si svolge la notte del venerdì santo e vede portare in giro per le strade della città la statua dellla Madonna alla ricerca della tomba del figlio. La seconda processione si svolge la domenica di Pasqua a mezzogiorno ed è l'incontro tra Gesù risorto e la Madonna, credula dell'evento, tramite la mediazione di San Giovanni. A Caulonia, la sera del venerdì Santo si tiene la 'Chiamata', mentre a Bagnara, l'appuntamento è con il rito secolare della 'Affruntata' (nella foto a destra). A Mammola la processione del venerdì santo è molto suggestiva e toccante. Durante il pomeriggio tutti i fedeli del Paese seguono la processione della Madonna Addolorata e del Cristo morto portati dalle confraternite, lungo la strada in salita che porta al Monte Calvario, posizionato sulla parte più alta del Paese. A Mesoraca, in provincia di Crotone, ricca di suggestione è la processione del Cristo morto che avviene il venerdì Santo. Dopo un'asta pubblica della statua di Gesù e degli arredi ed addobbi processionali, seguita dall'assegnazione della croce penitenziale, ad un devoto che si impegna a trasportarla, la processione si snoda attraverso il paese sostando nelle chiese principali dove si rende visita ai sepolcri allestiti in precedenza. Di particolare suggestione sono i suoni emanati da strumenti pasquali come la troccola, la raganella e la trombetta. A Cassano Ionio (Cosenza), il venerdì santo è dedicato alla Processione dei misteri che prende il via alle nove di mattina per concludersi alle sette del mattino. Figura centrale dell'Imitatio Christi è la disciplina. Qui il fedele, dovutamente nascosto da un cappuccio, si percuote con flagelli di ferro battuto a cinque lingue.

I riti albanesi. La Pasqua nei centri di lingua e cultura albanese ancora legati al rito greco-bizantino è una Festa molto partecipata, intensamente vissuta e ricca di tradizioni, in cui sacro e profano si fondono in un abbraccio molto antico. Le numerose e suggestive manifestazioni celebrate nel corso della 'Jave e Madhe' (la Grande e Santa Settimana) rievocano i misteri della passione, morte e resurrezione di Gesù. Nelle sacre funzioni i papàs (i sacerdoti di rito bizantino) usano l'italiano per le letture scritturistiche, il greco per l'esecuzione degli inni sacri e l'albanese per intonare le 'kalimere', i caratteristici canti legati alla Passione di Cristo. Il Venerdì Santo, giorno di lutto, le campane rimangono mute e per annunciare l'inizio delle funzioni in molte chiese si usa ancora la 'troka', uno strumento di legno che produce un caratteristico suono cupo, usato anche nel corso della suggestiva e toccante processione di Gesù morto, che ha inizio dopo il tramonto. Due i cori che accompagnano il corteo funebre: quello delle donne, cui spetta il compito di condurre la statua della Addolorata, e degli uomini, cui è affidata la bara di Gesù. Suggestivi sono anche i canti in italiano e in albanese. Sabato, dopo la commemorazione della sepoltura di Cristo, a mezzogiorno i papàs annunciano la sua resurrezione spargendo in chiesa fiori e profumi e intonano con i fedeli il canto greco "Tòn Kirion imnite, kié iperipsute is pàndas tus eònas" (Lodate il Signore ed esaltatelo in tutti i secoli). In alcuni centri - come San Demetrio Corone, Vaccarizzo Albanese, San Cosmo e San Giorgio - la notte di sabato i fedeli perpetuano l'antico rito della 'acqua muta'. Qualche ora prima della mezzanotte, si recano in silenzio presso una fontana fuori del centro abitato. Lì giunti, dopo aver sorseggiato l'acqua, ritornano in paese tra gli echi del 'Cristo's Anestì (Cristo è risorto). Il secondo atto con la tradizione si tiene la mezzanotte di sabato.Qerradonulla A San Demetrio Corone, in un luogo stabilito, si dà fuoco al tradizionale enorme falò di Pasqua, 'Qerradonulla', (nella foto) simbolo di purificazione di ogni peccato e colpe. Domenica mattina, ultimo appuntamento con le cerimonie religiose più peculiari e significative della Pasqua arbereshe. Ai primi chiarori del giorno, si svolge la singolare funzione della 'Fjala e mir', (la Buona Parola), che evoca l'entrata di Gesù negli inferi, la sua Resurrezione e la riconquista del Paradiso. Il sacerdote munito di una grossa croce si presenta sulla porta della chiesa tenuta chiusa all'interno dal sacrestano che, impersonando il demonio inferocito, urla e impedisce a chiunque di entrare, fino a quando il papàs, al terzo tentativo, battuta la finta resistenza di chi si oppone all'interno, fa il suo ingresso in chiesa seguito dai fedeli al canto del 'Cristo's Anéstì.

A Stilo impronta catalana. Sono intense le manifestazioni della settimana Santa a Stilo. Le iniziative, nel centro del Reggino, si svolgono in un affascinante scenario del centro storico ed hanno una forte impronta catalana. Un ruolo centrale hanno i "fratelli" (confraternita dell'Immacolata e di San Pietro), che da 400 anni organizzano le sacre rappresentazioni della Passione. La Settimana Santa stilese è un susseguirsi di cerimonie liturgiche al chiuso delle chiese o all'aperto sui sagrati e di processioni nella suggestiva oscurità della sera e della notte per le piccole vie del centro storico del paese. Stasera, quando sarà ormai buio, a conclusione della processione dell'Addolorata, verranno rappresentate le "Tre ore di agonia". Prima del rito della "schiovazione" (la deposizione di Cristo dalla croce ad opera di sei rappresentanti della comunità stilese, scelti dall'arciconfraternita, sindaco in testa), un gruppo orchestrale intona musiche antiche e accompagna una corale popolare, con antichi testi, sul tema delle ultime sette parole pronunciate da Gesù in croce. Domani, Sabato santo, di mattina, preceduta dai "fratelli" della congrega nel loro caratteristico saio bianco con cappuccio e corona di spine in testa, la processione delle "gucciadate", portate in giro appese su speciali croci di canna. La rappresentazione sacra di sabato mattina è conosciuta pure come quella del "Monumentu". Domani sera la processione con il Cristo morto nel lenzuolo. La domenica di Pasqua, verso mezzogiorno, la processione che si conclude in piazza con la "Cunfrunta". .

Il balletto di statue della "cunfrunta"

 

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