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Pedopornografia 4 arresti

 

Bambini legati e torturati, 4 arresti per pedofilia, uno a Catanzaro. 69 persone indagate in 16 regioni. mamma e zia di un 13enne sapevano

29 apr 09 Bambini, maschi e femmine, di 4-5 anni legati, imbavagliati e violentati. Sono i drammatici contenuti di alcuni video realizzati durante viaggi di turismo sessuale infantile e messi in rete su Internet per la comunità di pedofili appassionati di sadismo, che hanno potuto scaricarli per vederli e rivederli. Sono gli agghiaccianti retroscena dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Siracusa contro la pedopornografia on line sfociata in quattro arresti e 69 indagati in 16 regioni italiane. Cifre che testimoniano quanto il fenomeno sia diffuso. Tra gli arrestati c'é anche un medico sessantenne di Catanzaro, che ha mansioni di dirigente in una comunità di recupero per tossicodipendenti nella cui abitazione gli investigatori del Nucleo investigativo telematico hanno trovato e sequestrato, oltre a materiale pedopornografico, anche 200 grammi di droga e un bilancino. Gli altri arrestati sono un uomo di 42 anni della provincia di Treviso, e due operai di Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo, di 49 e 57 anni, entrambi con figli piccoli. I quattro avrebbero acquistato, scaricato e conservato da Internet filmati di pedopornografia, che sono stati trovati nei loro computer. Gli altri indagati sono stati individuati attraverso le loro connessioni sulla rete, seguendo le tracce lasciate sul web dopo avere visionato filmati i cui contenuti sono stati definiti "agghiaccianti" dagli investigatori. Nei video, per la prima volta, tra l'altro si vedono in viso i torturatori dei bambini, nessuno dei quali è tra gli indagati, e tra loro c'é anche una donna che abusa, con atroci violenze, di un bambino. Immagini drammatiche che il presidente di Telefono arcobaleno, Giovanni Arena, definisce "terribili". "Il sadismo sui bambini - spiega - è ancora poco diffuso ma in costante e preoccupante crescita, il fenomeno non è inarrestabile, bisogna fermare questo atroce commercio". Per l'Osservatorio sui diritti dei minori l'inchiesta "dimostra che ormai non si può più attendere una profonda riforma delle leggi contro la pedofilia e la pedopornografia". I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal Procuratore capo di Siracusa, Ugo Rossi, dall'aggiunto Giuseppe Toscano e dai sostituti Antonio Nicastro e Anna Trinchillo. Le perquisizioni sono state eseguite da appartenenti al Nit e da carabinieri e guardia di finanza. Gli indagati sono per lo più professionisti di età compresa fra i 40 e i 60 anni. Sette di loro in passato sono stati già denunciati per reati sessuali nei confronti di minorenni. Le regioni interessate dalle indagini sono Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia, Veneto, Lazio, Puglia, Toscana, Calabria, Piemonte, Liguria, Campania, Basilicata, Abruzzo, Marche, Sardegna e Trentino.

Mamma e zia di un tredicenne sapevano. Gli abusi sessuali subiti da una tredicenne sono stati ricostruiti nel corso del processo che vede imputate la madre e la zia della vittima, entrambe di Botricello, accusate induzione e sfruttamento della prostituzione. La minorenne è stata sentita stamani dai giudici del tribunale di Catanzaro e durante l'interrogatorio ha raccontato di aver incontrato due uomini i quali la costringevano ad avere rapporti sessuali. La minorenne, che ora vive in una casa di accoglienza protetta, ha riferito anche di aver sentito parlare di denaro in cambio degli incontri ma di non averne mai ricevuto personalmente. Dal racconto della ragazza è emerso anche che la madre e la zia sapevano degli incontri e dei rapporti sessuali. Per gli abusi sessuali sulla minorenne due uomini, di 65 e 80 anni, sono stati già condannati alla pena di quattro anni di reclusione. Al termine dell'udienza il processo è stato aggiornato al 20 maggio quando saranno sentiti altri due testimoni dell'accusa.

Scongiurare chiusura del NIT. La maxi operazione antipedofilia di oggi potrebbe essere l'ultima, perché il Nit (Nucleo investigativo telematico) le cui indagini hanno portato agli arresti odierni, "rischia la chiusura": lo denuncia Telefono Arcobaleno, che lancia un appello al ministro Mara Carfagna e alla presidente della Commissione infanzia, Alessandra Mussolini, affinché lo impediscano. "Il Nit, riconosciuto come eccellenza all'estero per la grande esperienza maturata - afferma il presidente di Telefono Arcobaleno, Giovanni Arena - rischia di chiudere; oltre 1.000 condannati per pedofilia, oltre 150.000 siti internet monitorati e oltre 500 siti pedofili oscurati in 7 anni, rischiano di essere solo passato". La chiusura del Nucleo investigativo è prevista dal decreto legge sicurezza approvato nel luglio 2008 dove, spiega Arena, all'articolo 2 si sposta la lotta alla pedofilia on line alle Procure distrettuali. Il Nit dipende invece dalla Procura (ordinaria) di Siracusa. "Da 13 anni, ogni giorno - aggiunge Arena - Telefono Arcobaleno aggiorna la mappatura della pedofilia sul web a beneficio delle forze di polizia dei cinque continenti e in particolare del Nit. Il successo dell'operazione di oggi è un chiaro esempio di come si possa arrivare a perfezionare quegli strumenti di contrasto al tremendo traffico di bambini creando virtuose sinergie tra istituzioni e privato sociale"

Osservatorio minori, “Serve riforma leggi su reati”. "L'ennesima operazione contro la pedofilia online, che ha portato al sequestro di filmati di violenze estreme su bambini e bambine di 4-5 anni imbavagliati e legati, dimostra che ormai non può attendere una profonda riforma delle leggi contro la pedofilia e la pedopornografia". Lo affermano Antonio Marziale ed Antonino Napoli, presidente e responsabile legale dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori. Per Marziale e Napoli "le innovazioni introdotte con il pacchetto sicurezza non sono per nulla preventive del fenomeno. L'Osservatorio sui diritti dei minori ha da tempo sollecitato, presentando al Senato una propria proposta di legge, un intervento teso alla cura del pedofilo ed all'applicazione di serie misure finalizzate alla prevenzione del fenomeno di abuso sessuale sui minori e consumo di materiale pedopornografico. Dall'indagine del Nit di Siracusa, infatti, risulterebbe che ben sette indagati hanno precedenti specifici per reati sessuali contro i minori. Con la 'Petizione di Reggio Calabria' abbiamo sollecitato anche il riconoscimento della pedofilia e pedopornografia tra i crimini contro l'umanità". "Non è più il momento di perdere tempo - concludono - in dotte e sterili disquisizioni alimentate da chi erroneamente sostiene che la pedofilia e la pedopornografia, al pari di qualunque orientamento e preferenza sessuale, non possono essere considerate reati" .

 

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