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Manager arrestato alla frontiera, trovata documentazione

 

Manager arrestato alla frontiera, trovata documentazione interessante

03 apr 09 "Delicata e interessante": così viene definita in ambienti investigativi crotonesi la documentazione che la polizia francese ha trovato al momento del fermo del manager Roberto Baroni, bloccato al confine con la Svizzera con 21 milioni di euro in titoli. La documentazione non è ancora in possesso della magistratura crotonese, in continuo contatto con la polizia francese, ma già da quanto si è saputo in Calabria potrebbe costituire la base per nuovi spunti investigativi nell'inchiesta che vede tra gli indagati l'imprenditore Aldo Bonaldi di cui Baroni, per l'accusa, è socio in diverse attività. Al centro dell'inchiesta crotonese ci sono società facenti capo a Bonaldi quali la Eurospiluppo Industriale e il Consorzio Eurosviluppo Scarl, controllato dalla prima, adesso dichiarato fallito. L'ipotesi accusatoria è che tramite queste società, che operavano con società all'estero, siano stati distratti fondi comunitari, nazionali e regionali destinati ad una serie di investimenti nell'area crotonese per un valore di svariati milioni di euro che, è l'ipotesi dell'accusa, potrebbero essere finiti all'estero. Tant'é che in un decreto di perquisizione emesso dal pm Pierpaolo Bruni si legge che "lo strumento di distrazione dei fondi è avvenuto anche attraverso l'utilizzazione di società lussemburghesi che costituiscono i beneficiari finali di parte dei fondi pubblici distratti". Da qui l'interesse della Procura di Crotone per i 21 milioni bloccati in Francia.

Eurosviluppo società al centro delle indagini. Eurosviluppo Industriale spa è la società che ha promosso il Consorzio Eurosviluppo scarl, con altre imprese crotonesi e non, e che nel marzo del 2002 ha proposto al ministero delle Attività produttive il contratto di programma da realizzare nel Comune di Scandale. "Il progetto - scriveva la Fiom-Cgil in un esposto alla Procura di Crotone nel 2007 - riguardava la realizzazione di investimenti finalizzati alla reindustrializzazione ed al rilancio dell'area industriale ex Pertusola, mediante l'insediamento di nuove iniziative ed in un contesto di filiera energetica, da realizzarsi nel Comune di Scandale". La filiera energetica è quella legata alla centrale termoelettrica (turbogas). Il progetto presentato parallelamente al contratto di programma da Eurosviluppo Elettrica, a sua volta partecipata da Eurosviluppo Industriale, non fa però parte del programma di finanziamento pubblico. Il punto di contatto è costituito dalla previsione che le aziende locali sorte con i finanziamenti del contratto di programma utilizzassero calore ed energia elettrica in modo da assicurare alla centrale di essere qualificata come cogenerativa, potendo così accedere ai benefici dei cosiddetti certificati verdi. Il progetto della centrale, che è in avanzata fase di completamento, è stato poi ceduto ed ora la società si chiama Ergosud (50% Eon e 50% A2A). Il contratto di programma, invece, ha ottenuto un finanziamento complessivo di 133,9 milioni di euro, ripartito per il 75% a carico dello Stato (54,1 mln) e per il 25% a carico della Regione (18,1 mln). Con la programmazione negoziata e quindi il contratto di programma, ricostruiva la Fiom, è stato possibile accedere ai fondi accantonati con delibera Cipe n. 99 - pari a circa 108 milioni di euro - inizialmente destinati al contratto di programma Eni per la reindustrializzazione di Pertusola Sud; fondi tornati disponibili dopo la risoluzione del contratto con l'azienda Stoppani che avrebbe dovuto impiantare la produzione di cromo esavalente. A fronte del finanziamento, il Consorzio Eurosviluppo avrebbe dovuto realizzare le opere di urbanizzazione dell'area industriale e diversi servizi: impianti per il recupero, la produzione e la distribuzione del calore, produzione di acqua calda, trattamento reflui, essiccamento legno, approvvigionamento delle acque e relativo trattamento, centrale multiservizi. A carico delle aziende, era previsto, invece, la realizzazione di un pastificio (poi delocalizzato a Crotone), di un impianto di conserve alimentari (in fase di realizzazione) e di una serra (delocalizzata prima a Simeri Crichi e poi bloccata)

Ipotesi di tangenti ai politici. Ventuno milioni di euro che dalla Francia stavano per passare in Svizzera, in quelle banche che sul segreto hanno basato il loro successo. Ma per essere girati a chi? E' l'interrogativo a cui sta cercando di rispondere la Procura di Crotone dopo il fermo del manager Roberto Baroni, di 56 anni, di Pavia, bloccato dalla polizia francese a Thonon les Bains con titoli per 21 milioni di euro. Il sospetto è che il denaro fosse destinato al pagamento di tangenti a politici di livello nazionale e regionale, di entrambi gli schieramenti, per la loro "collaborazione" alla sparizione di milioni di euro di finanziamenti pubblici destinati allo sviluppo industriale dell'area di Crotone, che non c'é mai stato. Baroni è un nome conosciuto dagli inquirenti di Crotone. Il manager, infatti, è socio dell'imprenditore Aldo Bonaldi, già coinvolto nel fallimento dell'industria Cellulosa 2000 e ora indagato dal pm crotonese Pierpaolo Bruni per bancarotta fraudolenta, truffa e altro per il fallimento del Consorzio Eurosviluppo. Il Consorzio aveva siglato un accordo di programma con il ministero delle Attività produttive per una serie di investimenti per una "filiera energetica" nel comune di Scandale, nel crotonese, poi andato a monte, cofinanziato, nel 2001, dalla Regione Calabria con 149 miliardi di lire. Nell'esaminare i progetti presentati allo Stato, la guardia di finanza ha evidenziato, tra l'altro, i tempi eccezionalmente brevi dell'iter e la concessione di proroghe che svuotano l'originaria finalità progettuale. A seguito delle indagini della finanza, il pm Bruni ha deciso di perquisire alcune società facenti capo a Bonaldi. L'inchiesta punta quindi a stabilire se alcuni politici con incarichi di assoluto rilievo, a livello nazionale e regionale, abbiano incassato la "mazzetta". Nel decreto di perquisizione compaiono i nomi di alcuni politici - che non è chiaro se allo stato siano indagati - ma soprattutto gli inquirenti affermano testualmente: "condotte fraudolente e collusive pressoché certamente sono frutto di accordi illeciti tra privati, amministratori e funzionari pubblici anche di livello nazionale che hanno permesso e preso parte alle condotte". Già da tempo la Procura crotonese sta cercando di individuare i canali finanziari per accertare se e dove sono stati trasferiti i fondi che, secondo l'accusa, sono stati distratti dagli investimenti previsti per altri scopi. Un accertamento non facile, visto che le società al centro dell'inchiesta erano partecipate e controllate direttamente e/o indirettamente da società di diritto estero. Bruni, appena appresa la notizia del fermo di Baroni si è subito messo in contatto con la polizia francese per concordare le mosse da compiere. Al momento, comunque, pare da escludere l'ipotesi di un arresto del manager. Nei suoi confronti, infatti, la Procura crotonese non ha emesso alcun provvedimento e non è escluso, quindi, che Baroni possa essere rilasciato nelle prossime ore. In mano agli inquirenti crotonesi, però, se la polizia francese sequestrerà il denaro ed eventuali documenti, resteranno nuovi tasselli per un'inchiesta che pare destinata ad avere ulteriori sviluppi..

 

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