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Legali uccisi a Ladispoli da imprenditore reggino

 

Legali uccisi, è stata un'esecuzione, 11 colpi sparati. L'imprenitore reggino "Non avevo i soldi per la parcella"

24 apr 09 E' stata un'esecuzione spietata quella costata la vita all'avvocato Francesco Terracciano, ucciso ieri nel suo studio di Ladispoli insieme al suo collega Paolo Salineri, mentre il figlio del primo, Marco, é rimasto gravemente ferito. L'omicida ha infatti sparato complessivamente 11 colpi. E' quanto è emerso dalla ricostruzione del duplice delitto fatta dal sostituto procuratore di Civitavecchia Margherita Pinto e dai carabinieri della compagnia di Ladispoli. L'omicida, Santo Barbino, di 67 anni, si è presentato all'appuntamento precedentemente fissato con i legali, con in tasca la vecchia Beretta 7,65 e due caricatori. Appena entrato ha fatto fuoco contro Francesco Terracciano colpendolo alla testa. Poi ha rivolto l'arma verso l'avvocato Salineri raggiungendolo con un colpo al collo e verso il figlio di Terracciano, colpito a sua volta da tre proiettili, uno dei quali ha sfiorato il cuore. Salineri e Marco Terraciano hanno tentato di bloccare l'omicida. Benché gravemente ferito, il giovane legale è riuscito ad uscire dall'appartamento, accasciandosi sul pianerottolo. Alcuni testimoni hanno visto Barbino, subito dopo l'omicidio, che con calma raggiungeva la sua Volkswagen Passat a bordo della quale si è poi allontanato.

Non avevo i soldi per la parcella. Uccisi per alcune migliaia di euro, ovvero la parcella che gli avvocati pretendevano da Santo Barbino, 67 anni, l'uomo che ieri pomeriggio ha ucciso due legali in uno studio di Ladispoli (Roma) e ha ferito un terzo. A spiegare il movente del duplice omicidio lo stesso Barbino nel corso di un lungo interrogatorio avvenuto nella notte nella caserma dei carabinieri di Civitavecchia davanti al pm Margherita Pinto e ai comandanti del gruppo dei carabinieri di Ostia, Giuseppe La Gala, e della compagnia di Civitavecchia, Ivano Izzo. Agli inquirenti Barbino ha spiegato di aver ucciso Francesco Terracciano e Paolo Salineri perché chiedevano con insistenza il pagamento per le spese legali relative ad un recente causa persa dall'imprenditore. Una cifra - ha sostenuto Barbino - che in questo momento non si poteva permettere di onorare, trovandosi in grosse difficoltà economiche. Il procedimento penale era stato seguito materialmente da Marco Terracciano, figlio di Francesco, raggiunto da tre colpi di pistola e ora ricoverato al San Camillo di Roma in gravi condizioni. Barbino è accusato di omicidio plurimo volontario, tentato omicidio volontario e porto abusivo di armi e munizioni. Ex imprenditore edile ed agente immobiliare, conosciuto a Ladispoli come 'Santino il calabrese, si era costituito ieri nella tarda serata al commissariato di Primavalle a Roma.

 

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