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Caso sospetto di febbre suina in Calabria

Caso sospetto di febbre suina a Bova Marina

29 apr 09 Sono in corso accertamenti in Calabria per un caso sospetto di nuova influenza. Una donna, rientrata nei giorni scorsi dal Messico, ha accusato sintomi influenzali ed è attualmente ricoverata a Reggio Calabria. Il caso, immediatamente notificato al Ministero della salute, è seguito con grande attenzione dal Centro di medicina del viaggiatore dell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, che ha disposto il ricovero della signora, che abita a Bova Marina, nel reparto malattie infettive degli Ospedali riuniti. Già lunedì scorso, su iniziativa del Dipartimento della salute della Calabria, su sollecitazione del Presidente della Regione, Agazio Loiero, era stato costituito un gruppo di lavoro per controllare la situazione. Per domattina, invece, è convocato il Comitato di crisi al quale parteciperanno tutti i rappresentanti delle strutture ospedaliere e provinciali del sistema regionale sanitario. Il Dipartimento assicura che "al momento la situazione è sotto controllo e non si giustificherebbe alcuna preoccupazione. Del resto, il caso in corso di accertamento, ove dovesse risultare positivo, arriva da fuori e non ha quindi radici in Calabria. Il Dipartimento e il sistema sanitario regionale sono comunque mobilitati per garantire alla Calabria tutta la necessaria tutela sanitaria"

Negativi i primi esami. Hanno dato esito negativo i primi esami effettuati nei laboratori di virologia dell'Azienda ospedaliera di Reggio Calabria circa un sospetto caso di nuova influenza nella città calabrese dello Stretto. A riferirlo è un comunicato della direzione sanitaria dell' Azienda reggina "in relazione - è scritto - alle notizie diffuse dagli organi di informazione, relative alla presunta presenza di un caso riferibile a virus influenzale A/H1N1". Nel comunicato, inoltre, si precisa che "i primi esami (esami per la definizione di caso probabile) sono stati effettuati secondo le indicazioni della circolare emanata dal Ministero della Salute Ufficio V - Malattie infettive e profilassi internazionale in data 28 aprile 2009. Sono già programmati ulteriori esami virologici, come indicato dalla medesima circolare, che saranno effettuati in data domani nel laboratorio regionale di riferimento". "Il paziente ricoverato - prosegue la nota - ritornato di recente da un viaggio in Messico, presenta in atto buone condizioni cliniche. Un nuovo comunicato sarà emanato dopo l'esito degli ulteriori esami"

Corbelli “Allarmismo ingiustificato”. "C'é un ingiustificato allarmismo creato a proposito del rischio febbre suina in Italia e in Calabria". Lo afferma in una nota il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli. "Ancora una volta - prosegue - così come è avvenuto per l'influenza viaria, per la mucca pazza, si sta creando un vero e proprio allarme sanitario e sociale, che sta provocando situazioni di panico anche in Italia e, in particolare, in Calabria, per il caso sospetto di una calabrese rientrata dal Messico e ricoverata all'ospedale di Reggio. L'allarmismo non è certo creato dalla stampa che si limita invece solo a riportare notizie e fatti, ma dalla mancata (o sbagliata) comunicazione ufficiale del Ministero italiano preposto. E' irresponsabile alimentare questo clima di paura, che finisce con il creare una vera psicosi tra la gente, preannunciando l'arrivo dell'epidemia anche in Italia. Si sta esattamente ripetendo lo stesso copione e lo stesso film che abbiamo già visto in occasione dell'allarme influenza polli e della mucca pazza". "Dei falsi allarmi - aggiunge Corbelli - che hanno provocato in Italia solo tanta paura nella popolazione e danni incalcolabili agli agricoltori, agli allevatori e agli operatori commerciali del settore. Una cosa è certa: fermo restando la gravità dell'epidemia nel Paese (Messico) e nelle altre Nazioni realmente interessati dal possibile contagio e tutte le doverose, opportune e indispensabili iniziative di precauzioni e prevenzione, chi ci guadagna miliardi di euro in questi casi sono quelle grandi società multinazionali, produttori di vaccini che in situazioni normali nessun Paese al mondo si sognerebbe mai di acquistare, in quantità massicce per tenerli in magazzino in caso di necessità"

 

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