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Farmaci distribuiti dalle ASP, ancora polemiche

 

Distribuzione farmaci dalle ASP ai cittadini, ancora polemiche

15 La federazione delle associazioni degli informatori scientifici del farmaco (Federisf) in una nota afferma che "La decisione della Regione Calabria di distribuire i farmaci agli ammalati attraverso le strutture delle Aziende Sanitarie Provinciali provocherà notevoli disagi agli ammalati e alle loro famiglie, perché saranno costretti a recarsi in orari e in giorni prestabiliti presso le farmacie degli ospedali o presso le sedi delle Asp per ottenere i farmaci di cui hanno bisogno". Il Vice presidente Nazionale Vicario della Federisf, Carmelo Carnovale, sostiene che "la ragione di tale scelta insulsa ideata pare da dirigenti dell'Assessorato alla Salute supponenti e arroganti, verrebbe fatta dipendere dalla necessità di contenere e ridurre la spesa sanitaria della Regione Calabria. Taluni settori amministrativi di comprovata incapacità a contenere la spesa sanitaria propongono oggi con particolare solerzia, pervicacia e zelo, quali paladini della buona gestione, di risolvere il disavanzo della sanità, effettuando pseudo risparmi, che poi tali non sono, sulla sola spesa farmaceutica, ipotizzando una distribuzione diretta dei farmaci alla quale lo stesso Assessorato Regionale alla Sanità ha già ufficialmente affermato di non essere nelle condizioni di potere effettuare. La distribuzione diretta dei farmaci da parte delle Aziende sanitarie provinciali necessita di strutture e professionalità che al momento possiedono solo gli ospedali che non potranno sopportare una richiesta abnorme e che, se costretti a distribuire i farmaci per tutti i cittadini che ne hanno bisogno, avranno una notevole crescita dei costi di gestione e potranno offrire il servizio solo in orari ed in giorni prestabiliti". "In tali condizioni - prosegue - gli ammalati che non risiedono nelle adiacenze dell'ospedale dovranno farsi carico di spostamenti anche di svariati chilometri e potranno ritirare solo i farmaci di cui l'ospedale dispone. La distribuzione diretta, in buona sostanza, non produce alcun risparmio, crea enormi disagi agli ammalati, limita l'assistenza farmaceutica e sarà motivo di altre centinaia di licenziamenti tra gli informatori scientifici del farmaco. L'Assessorato Regionale alla Salute, peraltro, non ha dato seguito alle richieste degli Informatori Scientifici di applicare il Protocollo d'intesa sottoscritto ed approvato dalla Giunta con delibera 445/06 che ha come principale finalità proprio il contenimento della spesa farmaceutica e che avrebbe impedito la perdita dei 300 posti di lavoro avvenuta nell'ultimo anno. Proporre come novità soluzioni di contenimento della spesa farmaceutica già clamorosamente fallite altrove e che notoriamente abbassano i livelli di assistenza farmaceutica e producono una perdita secca di posti di lavoro non è certamente un comportamento che qualifica l'Assessorato Regionale alla Salute diretto dal Presidente Loiero". "La Federazione delle associazioni - conclude - degli informatori scientifici del farmaco non è disposta ad accettare che i posti di lavoro dei propri associati siano messi in pericolo da scelte di politica sanitaria approssimative e, pertanto, chiederà l'intervento urgente del Consiglio Regionale, dei Prefetti e dei Consigli Provinciali affinché tali scelte irresponsabili non producano danno all'utenza e perdita di posti di lavoro".

Nice “Distribuzione diretta arreca disagi”. "La distribuzione diretta dei farmaci, adottata dalle Aziende Sanitarie Provinciali della Calabria, arreca maggiori disagi per gli utenti". Lo afferma il vice presidente della Nuova Intesa Consumatori Europei, Giuseppe Pascuzzi. "E' estremamente urgente - aggiunge - mobilitare l'opinione pubblica e soprattutto coloro che hanno responsabilità di governo perché si garantisca l'assistenza a quegli utenti che, in quanto malati, appartengono a fasce particolarmente deboli della popolazione. La Nuova Intesa Consumatori Europei ha registrato i disagi e le preoccupazioni avvertite dai consumatori in merito alla distribuzione diretta dei farmaci presso le Aziende Sanitarie della Calabria. Questi farmaci sono quelli più costosi o di alto livello, come quelli per il diabete o gli antitumorali, che interessano fasce di popolazione, purtroppo sempre crescenti, e che già sopportano l'immenso disagio inflitto dalla sofferta patologia, che spesso non consente di raggiungere comodamente i pochi centri di distribuzione sparsi sul territorio. Non sarebbe in alcun modo accettabile un tale ulteriore decadimento della qualità della vita per tali persone, gravemente malate, ed i loro familiari per effetto della eliminazione della distribuzione capillare sull'intero territorio di tali particolari tipologie di farmaci, generalmente garantita attraverso le farmacie". "Le ragioni economiche - prosegue Pascuzzi - devono assolutamente farsi conciliare con quelle del malato e la soluzione maggiormente auspicabile rimane senz'altro quella di accordi mirati tra la Regione o le Aziende Sanitarie con gli organismi rappresentativi dei titolari di farmacia, al fine di consentire la cosidetta 'distribuzione per conto' a tariffe ridotte e più vantaggiose per la Regione. Occorre costruire una sinergia tra farmacie e sistema sanitario regionale che costruisca percorsi certi e controllabili, anche al fine di evitare un uso inappropriato del farmaco, che resta e deve rimanere un'opportunità per la salute del cittadino. Certamente va detto che, nelle Regioni nelle quali questa pratica è stata applicata in modo diffuso si è osservata, per i farmaci interessati, una drastica diminuzione delle vendite attraverso la Farmacia ed una conseguente diminuzione della spesa farmaceutica regionale, sebbene il 'risparmio reale' sia in realtà minore rispetto a quello generalmente dichiarato per effetto dell'incidenza di altre voci di costo a carico tanto delle Aziende Sanitarie, quanto - da ultimo - del malato, ed anche perché parte di questa spesa, di fatto, si trasferisce dai capitoli riservati del bilancio del "farmaceutico" a quello dei "beni e servizi" offerti dalle Aziende sanitarie provinciali". "L'obiettivo del risparmio sulla spesa sanitaria - conclude - è altrettanto condivisibile, ma deve essere perseguito in termini tali da garantire l'accessibilità al farmaco a tutti i consumatori. Il sistema in Italia è stato adottato a macchia di leopardo, ciascuna regione ha applicato un proprio modello creando forti disparità tra diverse realtà interregionali, in termini di accesso al farmaco. La peculiarità del nostro territorio regionale, le difficoltà nei collegamenti, la polverizzazione dei centri abitati dell'entroterra, ci portano a ritenere imprescindibile, nell'ottica di tutela dei diritti del malato, l'utilizzo dei canali distributivi tradizionali (farmacie), a fronte però della rinuncia da parte della stessa distribuzione ad una importante percentuale di ricavo su questi farmaci a beneficio del consumatore. Pertanto, sulla base di precisi accordi tra Regione o Aziende sanitarie provinciali e la distribuzione, sarebbe auspicabile la modalità della distribuzione 'per conto', laddove i farmaci verrebbero acquistati dalle Aziende sanitarie provinciali con lo 'sconto di legge' e poi distribuiti dalle farmacie sul territorio con un abbattimento dei costi finali per effetto della riduzione della percentuale di ricavo delle farmacie"

 

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