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Farmaci è polemica

 

Polemiche Regione-Federfarma: sui farmaci si evita il risparmio, accuse reciproche

14 feb 09 La distribuzione dei farmaci ad alto costo inclusi nel Pht (Prontuario della continuità assistenziale ospedale-territorio), da parte delle farmacie calabresi consentirebbe un risparmio nella spesa farmaceutica di oltre 34 milioni di euro. A sostenerlo è il presidente di Federfarma Calabria, Vincenzo Defilippo, il quale lamenta il mancato accoglimento della proposta da parte della Regione. "Non passa giorno - ha aggiunto - che non accada di leggere del gravissimo deficit che grava sulla sanità. Di fronte ad una tale drammatica situazione i titolari di farmacia non possono non far sentire la loro voce ed esprimere tutta la propria rabbia per non avere visto minimamente considerate le proprie proposte di intervento". "Si tratta - ha sostenuto Defilippo - di interventi che avrebbero un impatto immediato e positivo sulle casse del Servizio sanitario regionale senza pregiudicare minimamente lo standard assistenziale". Secondo Federfarma la distribuzione attraverso le farmacie delle Aziende sanitarie "non persegue il tanto sbandierato obiettivo del risparmio. Regioni come l'Emilia Romagna e la Toscana, che hanno sperimentato la distribuzione diretta, si sono accorte che la spesa era aumentata. Quindi sono tornate indietro, restituendo la dispensazione del farmaco alle farmacie sul territorio". Il protocollo proposto da Federfarma, ha sostenuto Defilippo, "permette, con la sola adesione della Regione Calabria, di ottenere subito un risparmio del 26,70%".

La Regione replica “Hanno rifiutato 6 euro a pezzo”. "L'accordo con Federfarma è fallito in quanto troppo esose sono state le richieste dell'Associazione". Lo ha sostenuto il direttore del Dipartimento Tutela della salute della Regione, Andrea Guerzoni. "Sei milioni - ha aggiunto - sono stati offerti (6 euro a pezzo esattamente come in altre Regioni quali l'Emilia Romagna che non ha certo i nostri problemi di bilancio). Grave è la responsabilità di Federfarma che ha scelto di essere sempre più ai margini del Servizio sanitario regionale invece di rivendicare, con forza, per la farmacia il ruolo di presidio sanitario di riferimento per i cittadini". "Per i pazienti che necessitano di continuità assistenziale Ospedale-Territorio - ha sostenuto Guerzoni - hanno detto 'no grazie', 'non li vogliamo', perché sei milioni sono pochi. Cifra, invece, che i colleghi dell'Emilia non hanno disdegnato. Per non parlare di quelli della Sardegna che al primo anno di avvio hanno aderito senza alcun compenso, pur di sottolineare l'importanza del 'far entrare la gente in farmacia'. Il mancato accordo che rischia di incrinare un rapporto antico e positivo tra le farmacie, i farmacisti ed i cittadini, ci spinge nostro malgrado a soluzioni alternative, tra cui il potenziamento della distribuzione diretta con l'assunzione di circa 40 giovani farmacisti, i quali ovviamente commenteranno 'che ogni male non viene per nuocere'. Contemporaneamente il Dipartimento sta lavorando per ridurre tendenzialmente a zero tutti i disagi che la decisione di Federfarma, comunicataci il primo aprile, comporterà, in quanto il nostro obiettivo resta quello di mettere al centro il cittadino contenendo i costi".
La replica a Guerzoni: "Siamo disponibili a trovare qualunque soluzione, purché sia trasparente. In Piemonte hanno firmato un accordo a dieci euro al pezzo, nel Lazio c'é una percentuale a scalare in base al prezzo ed in Emilia Romagna l'accordo di cui parla Guerzoni non è decollato". Così il segretario regionale di Federfarma, Alfonso Misasi, ha replicato al direttore del Dipartimento Tutela della salute della Regione, Andrea Guerzoni. "Guerzoni sa bene - ha aggiunto - che l'Emilia, anche come territorio, è molto diversa dalla Calabria. La nostra disponibilità c'é, e siamo pronti a fare come in Piemonte e nel Lazio per offrire un servizio ai cittadini ma non siamo disposti a tollerare ricatti"

Presidente Federfarma Calabria “Ci attendevamo responsabilità”. "Le nostre proposte le abbiamo più volte portate all'attenzione di chi dovere. Tuttavia, al di là di formali rassicurazioni da parte dei funzionari regionali, sino ad oggi non abbiamo avuto riscontro alcuno da parte dei responsabili politici". A sostenerlo è stato il presidente di Federfarma Calabria, Vincenzo Defilippo, in merito alla proposta avanzata di distribuzione dei farmaci Pht ad alto costo da parte delle farmacie territoriali, anziché in quelle delle Asp. Federfarma, in particolare, ha proposto alla Regione la "distribuzione farmaci in Pht; la ripresa del protocollo d'intesa Regione-Federfarma; l'Iva ridotta su fornitura ad esenti per invalidità; la corretta esposizione delle poste di spesa. "Noi - ha sostenuto Defilippo - la nostra parte la facciamo compiutamente e coscienziosamente. Altrettanta responsabilità ci attendavamo dai vertici regionali. Tale comportamento è tanto più incomprensibile ed ingiustificabile considerati gli ingenti e dimostrati risparmi che la nostra proposta avrebbe assicurato alle casse pubbliche. Sarà difficile per i responsabili della sanità calabrese giustificare un tale comportamento". La farmacia, secondo Defilippo, "é il contenitore naturale del farmacista, il quale esprime la sua professione all'interno di un presidio sanitario, riconosciuto come tale, perché la farmacia è un presidio sanitario. Ciò detto è irrinunciabile il principio dell'esclusività del servizio farmaceutico attraverso il farmacista nella farmacia. Altre forme di distribuzione del farmaco, del farmaco così per come classificato dall'Aufa, destano serie e fondate perplessità". Il farmaco, ha ribadito Defilippo, deve essere distribuito attraverso le farmacie sul territorio "perché il cittadino ha la garanzia di poter accedervi 24 ore su 24. Rompere l'asse farmaco-farmacia-farmacista-paziente è un dannoso errore perché l'ipotesi della distribuzione attraverso le farmacie delle Aziende sanitarie non persegue il tanto sbandierato obiettivo del risparmio. Sappiamo tutti che le cifre della distribuzione diretta sono state virtualmente 'sottratte' al bilancio del settore farmaceutico delle diverse Regioni facendole apparire maggiormente virtuose nel contenimento della spesa. E' del resto facilmente intuibile che almeno una parte di questa spesa (circa il 50% del supposto risparmio) è stata semplicemente trasferita dal bilancio del farmaceutico a quello dei beni e servizi offerti dalle Asp e dalle strutture ospedaliere e che quindi solo per l'altra metà si può parlare di un risparmio reale. Riproporre oggi, in Calabria, il modello che l'Emilia Romagna e la Toscana, dopo aver sperimentato, hanno dimesso, appare anacronistico. Il quel modello non c'é risparmio. Anzi, forse, c'é anche spreco". "La somministrazione attraverso le farmacie delle Asp - ha proseguito Defilippo - consente il rilascio di quantità del farmaco pari anche ad un mese di terapia. Ebbene, se, però, nell'arco di quel mese, e l'evenienza, soprattutto per talune patologie non è remota, il paziente cambia terapia, la quantità residua del farmaco sostituito, si butta. Inoltre si produce, inevitabilmente, un magazzino di scaduto particolarmente consistente, che va anch'esso buttato. Ci sono poi forti disagi per la popolazione costretta a sobbarcarsi anche trasferimenti chilometrici (le farmacie delle Asp non si trovano in tutti i paesi) e costretta anche a sopportare orari e reperibilità tipici del servizio pubblico visto che le farmacie delle Asp sono aperte dalle 9 alle 14 tre giorni a settimana". Per Defilippo, dunque, le farmacie "non vanno depotenziate, vanno, invece, rafforzate nella loro vocazione socio-sanitaria, dentro una piattaforma programmatica, che ne esalti il ruolo e la funzione. Occorre rivisitare il protocollo d'intesa per la distribuzione di farmaci in prontuario di continuità ospedale-territorio e di dimissione ospedaliera per conto delle Asp. Attraverso questo percorso programmatico si afferma l'insostituibile valore della farmacia e del farmacista come protagonisti attivi del servizio sanitario". "Per noi - ha detto il presidente di Federfarma Calabria - i costi della distribuzione per conto sono monitorabili e tale sistema va fortemente incontro alle esigenze dei malati, mentre, paradossalmente, non è possibile fare un'analisi e un bilancio della distribuzione diretta perché non abbiamo dati riguardanti i costi. L'insoddisfazione del cittadino e la mancanza di una reale contrazione della spesa farmaceutica mettono di fronte alla necessità di una scelta diversa. Oggi il contenimento dei costi è l'unica guida, che affronta la prospettiva del risparmio senza considerare la necessità dei pazienti. Invece si possono ridurre i costi qualificando le acquisizioni, senza danneggiare i cittadini". "Non dimentichiamo - ha sostenuto Defilippo - che i costi abbattuti con la distribuzione diretta vengono poi ripagati dai malati in termini di mobilità, di spostamenti, permessi presi dai posti di lavoro e tutta una serie di costi non tangibili quali il disagio fisico e psicologico. Questo è paradossale. Andiamo a caricare il cittadino di un ulteriore disagio che dovremmo alleviare. Da questo l'enorme mole di reclami che arrivano nelle farmacie circa le inefficienze della distribuzione diretta effettuata dalle Asp".

 

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